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Microstorie

Quei primitivi nuraghi salentini tra frantoi e set cinematografici

A cavallo tra Ionio e Adriatico, Specchia fu luogo prescelto dalla famiglie nobili medievali per le sue tipicità. Il tour nel centro storico alla scoperta delle architetture industriali legate alla lavorazione dell’olio

Cartoline da Specchia

Specchia, in provincia di Lecce, è un piccolo borgo di 4.502 abitanti nel cuore del Salento, uno dei più belli d’Italia. Da un’altura strategica domina la pianura sottostante, a metà strada tra Ionio e Adriatico. Recentemente è stato riqualificato con la creazione di un “albergo diffuso”, che rappresenta la volontà di mostrare un territorio autentico, e preservarlo dai rischi del turismo di massa. Un esempio seguito da molti piccoli Comuni del Salento e italiani che hanno recuperato e valorizzato vecchi edifici in centri storici, evitando di invadere il territorio con nuove costruzioni. Un caso che ha fatto scuola, analizzato in varie tesi di laurea.

Il nome

Il nome di Specchia deriva da “specchie”, manufatti tipici del Salento e della Murgia realizzati con lastre calcaree sovrapposte a secco in forma conica, la cui origine risale probabilmente al periodo medievale. La loro funzione è oggetto di dibattito. Per lo storico dell’arte francese Émile Bertaux le “specchie” erano una sorta di ““nuraghi di Terra d’Otranto” crollati nel tempo. Oppure “enormi torri di avvistamento necessarie alla difesa”. La “specchia di pietre” era chiamata anche “Specla de Amygdalis” con riferimento agli alberi di mandorlo di cui era ricchissima la zona. Le due ipotesi sono avvalorate dallo stemma comunale che rappresenta un “Mandorlo fiorito poggiante su un cumulo di pietre e sormontato da una corona con cinque torri”.

Una caratteristica Specchia salentina

La Storia

Probabilmente nel IX secolo un primo piccolo nucleo di contadini e pastori occupò questa collinetta lontana dal mare e al riparo dalle frequenti scorrerie saracene. Con la venuta dei Normanni, per la Terra d’Otranto iniziò l’era feudale. Nel 1190, Tancredi diventa re di Napoli e conte di Lecce. Specchia viene infeudata a Filiberto Monteroni.

Nel 1414, la regina Giovanna invia nel Salento contro gli Orsini-Del Balzo un esercito guidato da Luigi III d’Angiò e da Giacomo Caldora, famoso capitano di ventura che negli anni 1434-35 assedia Specchia, la espugna e la distrugge.

Alfonso I D’Aragona, re di Napoli e di Sicilia, nel 1452, concede a Raimondo Del Balzo il permesso di ripopolare la rocca. Riedificati il castello e le mura, si concede asilo ai fuggiaschi dei centri costieri, terrorizzati dai Turchi dopo il sacco di Otranto (1480).

Dai Del Balzo ai Di Capua, ai Gonzaga, ai Brajda, ai Trane, il feudo passa in mano alle nobili famiglie fino all’abolizione del feudalesimo nel 1806.

Chiese e palazzi

Scrive lo storico Antonio Penna: «Al visitatore che in silenzio e in solitudine si avventura per il borgo, parleranno i semplici e composti portali catalani o barocchi, le cornici di pietra leccese, le iscrizioni in italiano o latino, i beccatelli dei balconi proiettati sulle strade, le logge panciute in ferro battuto, gli archetti pensili, che ancora adornano le facciate di case un tempo signorili, i fregi, le statue, le colonne, le edicole votive con immagini sacre sbiadite dal tempo».

Interessante è la chiesa di S. Nicola, edificata nel IX-X secolo, nel 1587 restaurata e adattata al rito latino, come ricorda una epigrafe posta sulla facciata. S. Eufemia, circondata da uliveti, è una suggestiva chiesetta di origine bizantina a tre navate separate da colonne monolitiche, con archi a tutto sesto. Il convento dei Francescani Neri, costruito nei primi decenni del Cinquecento, nel Settecento fu rinnovato in stile barocco; trasformato in educandato femminile nel 1885, e nel 1945 in orfanotrofio, fu chiuso nel 1980.

Di costruzione seicentesca sono le chiese dell’Assunta e di S. Antonio, con annesso convento dei Domenicani. Anche la Matrice fu edificata nel 1605 ma ha subito molti rifacimenti. I pilastri sono in pietra leccese e stuccati alla veneziana, mentre gli archi trionfali sono decorati con motivi floreali.

Il centralissimo castello Risolo è una struttura fortificata di impianto cinquecentesco, con due torrioni quadrati posti agli angoli dell’antica costruzione. Furono i Protonobilissimi, marchesi di Specchia nei sec. XVI e XVII, a trasformarlo in palazzo marchesale.

I frantoi ipogei

Il Comune di Specchia ha aderito alla Strada dell’Olio “Jonica-Antica Terra d’Otranto”. Il suo extravergine è un prodotto di qualità, con marchio “De.C.O Specchia”. Nel borgo antico è possibile visitare i frantoi ipogei, testimonianza di architettura industriale e della vita socio-economica del Salento tra XV e XIX secolo, basata sulla produzione di olio lampante esportato in tutta Italia. L’antico frantoio ipogeo Scupola scavato nel tufo custodisce varie macine, torchi “alla genovese” e alla calabrese”, vasche di spremitura e di decantazione, depositi di stoccaggio delle olive e posti di ristoro per gli operai. A Specchia è possibile visitare anche il frantoio ipogeo di via Perrone e il frantoio del Convento dei Francescani Neri.

Ciceri e tria

Gli eventi culturali e le sagre offrono varie opportunità per scoprire la cucina locale, famosa per piatti come “ciceri e tria” (pasta fritta e ceci). Si tratta di un primo piatto basato su una ricetta antica (il poeta Orazio ne menziona l’esistenza già nel 35 a.c.): pasta fresca realizzata con farina, semola rimacinata, acqua e olio d’oliva, stesa sottile e trasformata in tagliatelle corte a forma a spirale: la particolarità è che una parte viene fritta, dando consistenza al piatto. Tra le innumerevoli ricette di questa terra di ricchissima tradizione gastronomica, bisogna ricordare la minestra con fave e carciofi e l’insalata di melanzane alla griglia. Da gustare le caratteristiche frise con l’olio d’oliva e i pomodori e come dolce il pasticciotto a base di frolla, crema pasticciera e amarene.

Set cinematografico

In questo affascinante borgo del Salento sono stati girati diversi film: nel 2000 “Sangue vivo”, diretto da Edoardo Winspeare; nel 2006 “Eccezzziunale veramente – Capitolo secondo… me”, diretto da Carlo Vanzina, con Diego Abatantuono. Le scene furono girate in piazza del Popolo e in alcuni palazzi storici. Nel 2013 il film “La santa” diretto da Cosimo Alemà. Questi film testimoniano come il borgo sia stato scelto come set cinematografico per valorizzarne le bellezze architettoniche e paesaggistiche.

La rinascita del borgo con l’albergo diffuso

Agli inizi degli anni ’90, chi visitava Specchia non trovava quasi più abitanti nel centro storico. L’emigrazione aveva colpito l’intera area. Le case erano chiuse e abbandonate. Nel 1995 la locale Pro Loco e alcuni artisti cominciarono a far rivivere questi luoghi con “SpecchiArte”. Quadri, fotografie e sculture esposte lungo le stradine e all’interno delle abitazioni spoglie di mobili, per valorizzare un borgo antico sconosciuto ai più.

Ma Specchia deve la sua rinascita al progetto Leader del Comune e del GAL “Capo S. Maria di Leuca”: furono ristrutturate una ventina di vecchie abitazioni e offerte in locazione non più come normali appartamenti, ma come esempio italiano di “Albergo Diffuso”, una struttura ricettiva innovativa che ha favorito il contatto diretto tra turisti e abitanti. Le case arredate in stile “arte povera” richiamavano l’atmosfera e il design di un tempo dando “visibilità” all’artigianato locale, nel rispetto dei gusti e delle esigenze del turista moderno, che non si sentiva più un ospite esterno, ma un abitante del borgo, condividendo i ritmi di vita dei residenti, gustando i prodotti eno-gastronomici e partecipando alle manifestazioni locali tramandate di generazione in generazione.

Questo progetto, supportato anche da un’agenzia turistica americana, ha attirato visitatori e contribuito alla rinascita del borgo, valorizzando il suo patrimonio storico e culturale. I flussi turistici sono cresciuti di anno in anno. Il flusso turistico è proseguito in maniera costante e ha prodotto un “effetto volano” notevole. un territorio rurale nuovamente vissuto, scoperto, amato dai suoi abitanti e da tanti viaggiatori provenienti dagli USA, Giappone e Danimarca, dal Centro e dal Nord d’Italia.

Teresa M. Rauzino su L’Edicola per l’Italia 23 marzo 2025