Volturara Irpina (castello normano di San Michele o del monte Sant’Angelo)

CENNI STORICI

«Il castello, costruito in età normanno-sveva e rifatto per volere della nobiltà aragonese, è stato trasformato in dimora gentilizia in epoca settecentesca. Esso fu, quindi, dimora di signori feudali e le stanze dovevano trovarsi nella zona est, luogo dell’attuale chiesa. La presenza di alcuni ruderi di mura di cinta, al di sotto del livello del castello, fa supporre la presenza di ambienti ad uso di scuderie. Al centro dell’area definita dalle torri e dalle mura, si nota una fortificazione che è la parte più antica del castello. Non abbiamo notizie certe sulla sua origine, ma sicuramente il mastio risale al tempo dei romani quale punto strategico per sorvegliare le truppe dei Cartaginesi che passavano e ripassavano per la strada Saba Maioris, strada che collegava l’altra valle del sabato a quelle del Calore e dell’Ofanto. La stessa strada serviva da spostamento agli eserciti Romani per evitare a nord i Sanniti, loro acerrimi nemici. Il fortilizio risultava un punto di osservazione molto importante perché aveva ed ha a sud i contrafforti del Terminio, a sud-est il castello di Solfora, a nord-ovest quello di Serpico e a nord-est quello di Montemarano e di Bolofano sul passo di Cruci. La storia ci insegna inoltre che in tempi lontani, il castello di Volturara dipendeva dal castello di Montella dal quale si separò definitivamente nel 1240, anno in cui il fortilizio vigilava una via di grande traffico. Lo storico Francesco Barra in Terra d’Irpinia dice: “(…) la sua posizione naturale, a controllo di una delle più importanti vie di comunicazione tra le valli del Calore e del sabato, fece nel medioevo di Volturara un centro di notevole importanza strategica munito di un forte castello”.

Agli inizi del 1900 la cura del castello e della chiesa di San Michele fu affidata a Fabio Carlucci detto “Masto Fabio”. Il 12 marzo 1940 all’età di 89 anni, “Masto Fabio” lasciò questa terra e la cura del castello e quindi la chiesa fu affidata all’eremita Carlo Alberto Ottorino, che tutte le mattine alle cinque faceva udire, in paese, il melodioso rintocco della campana. ... Dalla morte di Ottorino (9 maggio 1963) non ci furono più custodi al castello che ebbe un buon riassetto solo con la venuta in loco dei frati francescani nel 1971. Gran parte dei lavori di miglioramento e ripristino del castello sono dovuti alla tenacia del rettore reverendo padre Emilio Colucci. Tali lavori riguardano il rifacimento del tetto della chiesa e del campanile, il rifacimento del pavimento della chiesa e la risistemazione in essa di altri banchi, il rifacimento della stanza sottostante la torre nord col terrazzo, il miglioramento delle mura perimetrali del castello, la ripulitura della cisterna situata all’interno della torre ovest, la messa a dimora della fontanella nei pressi della cisterna e lo scavo delle mura ai piedi della torre nord. C’è da dire che queste mura sono state di nuovo interrate nel settembre del 1989. ai nostri giorni una strada asfaltata conduce al luogo sacro e dei cinque pannelli solari che ne illuminavano a sera i ruderi non è rimasto neanche uno in piedi vuoi ad opera del forte vento, vuoi per azioni vandaliche locali avvenute nell’anno1993. Non è del tutto andato in disuso il tratturo che bisognava percorrere a piedi per arrivare al castello».

Bibliografia e Sitografia

http://www.proloco-volturara.com/volturarairpina/davisitare/leggi/?art=38

Articoli di approfondimento

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XI sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Discreto

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