Villa (fraz. di Nucetto, ruderi del castello degli Aleramo)

CENNI STORICI

Il castello si erge sulla sommità di un poggio, condivisa con la chiesa intitolata ai SS. Cosma e Damiano. Le strutture superstiti sono notevoli, essendosi conservate in misura consistente grazie alla continuità abitativa fino alla fine del Settecento, e rendono la visita a questo sito assai interessante e suggestiva: è infatti possibile accedere anche all’interno del corpo di fabbrica principale e passeggiarvi. Le strutture del castello si ergono su un terrapieno conformato a pianta all’incirca triangolare sviluppata in senso E-O, mentre l’edifico ecclesiastico sorge a SE di queste. All’interno della cinta muraria, le strutture principali del castello e l’annessa alta torre quadrangolare sono realizzate in corrispondenza del lato occidentale. Visitandole, si possono inoltre apprezzare chiaramente alcune delle diverse fasi costruttive attraversate e delle numerose modifiche che il corpo principale dovette subire nei secoli: passaggi e finestre sono chiaramente realizzate con stili diversi, le aperture sono poi talvolta tamponate o al contrari o realizzate o modificate in un secondo momento. Una prima sommaria analisi della stratigrafia muraria ha fatto inoltre osservare il probabile cambiamento d’uso di alcuni ambienti. Gli ordini successivi di aperture e di condotte fumarie relative a caminetti portano a ricostruire per l’edificio residenziale l’esistenza di tre piani oltre a quello terreno, almeno nella fase finale. Presso l’angolo NO del corpo principale si erge una torre a pianta quadrangolare realizzata con paramento in mattoni, che si conserva pressoché per intero. Il toponimo Nocetum o Noscetum è attestato già dalla metà del X secolo, nel diploma di Otone I che lo annovera fra le assegnate ad Aleramo per i servigi prestati: l’espansione dell’insediamento e l’erezione del castello sono però da collocarsi nel secolo successivo, verosimilmente in relazione allo sviluppo dei transiti commerciali tra Liguria e Piemonte lungo il percorso passante per Bagnasco. Le prime attestazioni documentarie di un castrum Noxeti risalgono al XII-XIII secolo. Nel corso del Medioevo, oltre al borgo sorto intorno al castello, si sviluppano il borgo del Piano (località Roata) e numerosi ulteriori nuclei abitativi. Il territorio di Nocetum con l’espansione aleramica nella valle Tanaro viene incluso nel marchesato di Ceva verso la metà del XII secolo. Nel XIII secolo, in conseguenza delle divisioni ereditarie, prende avvio un ramo locale dei signori di Ceva, i Ceva-Nucetto. Verso la fine del medesimo secolo, tuttavia, nell’ambito delle lotte che coinvolsero le famigli e marchionali della zona, il castello risulta fra i possedimenti ceduti ad Asti in cambio di aiuti militari, sebbene già nel 1295 la città vincitrice reintegrò i possessi agli stessi marchesi di Ceva nel 1295. Nel corso del XV secolo, a seguito della crisi finanziaria dei marchesi di Ceva, il feudo fu ripetutamente oggetto di vendita e di pegno per far fronte alle spese militari dei marchesi per sostenere la propria espansione, finendo per essere spartito fra più signori. Ciò, come si può immaginare, causò numerosi problemi giurisdizionali e contenziosi fiscali, che ebbero inevitabilmente ripercussioni negative sulla vita della comunità. Oltre alle dispute fra autorità laiche, il territorio di Nucetto fu oggetto di tensioni anche sotto il profilo ecclesiastico: la chiesa dei SS Cosma e Damiano, attigua al castello, risulta la più antica del luogo; essa, sorta probabilmente per volere dei signori, rimase a lungo legata al potere signorile, insieme alla parrocchia stessa (S. Maria Maddalena nel quartiere del Piano). D’altra parte, la popolazione dimostrò sempre maggiore affezione alle numerose cappelle rurali sorte nel territorio, alcune delle quali gestite direttamente dalla confraternita dei Disciplinati. La dispersione dell’insediamento sul territorio, la presenza di più nuclei (tra cui spiccano il villaggio intorno al castello e l’insediamento di Villa, intorno alla chiesa dei SS Cosma e Damiano) e l’incapacità di affermarsi dell’autorità parrocchiale di fronte al maggiore attaccamento dimostrato dalla religiosità popolare per le cappelle campestri sono tutti segni del perdurare delle tensioni fra comunità e potere. A partire dal Tardo Medioevo il castello perse le sue caratteristiche di struttura difensiva, per essere sviluppato in senso maggiormente residenziale; nel XVI secolo fu poi donato a Beatrice del Portogallo, che lo portò in dote (con tutto l’Astigiano) al marito Carlo III di Savoia. Esso fu comunque caratterizzato da continuità abitativa, fino a quando seguì la medesima sorte di molte fortificazioni della zona e fu smantellato in epoca napoleonica. Accessibilità: tratto carrozzabile. Dalla SS28, nel comune di Nucetto svoltare seguendo le indicazioni per il castello: si percorre così la via san Bernardo, che conduce ai piedi del castello. Tratto pedestre. Parcheggiare lungo la strada, ove possibile, e proseguire a piedi per circa 100 m.

Bibliografia e Sitografia

https://castelliere.blogspot.com/2013/03/il-castello-di-lunedi-4-marzo.html

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