Vignola (torri e mura del borgo)

CENNI STORICI

Nel 1401, dopo anni turbolenti per Vignola, il marchese Nicolò III d’Este concede il feudo di Vignola all’amico fidato nonché abile uomo d’armi ferrarese, Uguccione Contrari. Le buone condizioni economiche del lungo periodo di pace assicurato da Uguccione con saggio governo, produssero in pochi anni ad un notevole incremento della popolazione, la quale non poteva più essere contenuta nella vecchia cinta muraria. Per l’introduzione delle armi da fuoco, che imponevano un adattamento delle strutture difensive a nuove esigenze, i figli di Uguccione, Ambrogio e Nicolò, nominati conti da Borso d’Este nel 1453, intrapresero l’innalzamento di una nuova cinta muraria, tre volte più ampia di quella allora esistente, adeguata alle nuove tecniche militari.

Le nuove mura erano di concezione più avanzata adatte ovviamente a resistere alle artiglierie, ormai giunte anche a Vignola in quegli anni. Non più una cortina in pietra di modesto spessore, ma un ampio terrapieno largo circa 10 metri, contenuto verso l’esterno da un muro a scarpa in laterizio e circondato da un ampio fossato. Alle mura vennero poi appoggiate quattro torri, edificate a spese e cura di quattro nobili famiglie ferraresi venute a Vignola al seguito dei figli di Uguccione dei Contrari, i Moreni, i Galvani, i Fontana e gli Emiliani. Ciascuno ebbe a difesa e responsabilità la propria torre, che ne assunse il nome rispettivo. Una quinta torre, quella in cui s’apriva la porta principale del borgo, sorgeva a cavallo dell’attuale Via Garibaldi, tra l’asse costituito da Via Soli, Via Fontana e Corso Italia. Sul terrapieno a lato della torre Galvani, sul finire del XVI secolo, venne realizzato un hortus conclusus, che un secolo più tardi sarà trasformato in un giardino pensile, ma in stile neoclassico.

A est la cinta muraria si innestava sulle scuderie del castello, poste sul bordo della scarpata che scendeva ripida verso il Panaro; correva per un breve tratto lungo l’attuale via Bernardoni per poi puntare verso nordest lungo l’attuale via Selmi. Da qui il perimetro correva lungo il lato nord delle odierne vie Fontana e Soli, fino a raggiungere la torre dei Moreni. Da questa torre le mura piegavano a sud parallelamente a via Portello, verso le alte rive del Panaro. Della cinta muraria resta oggi un tratto di circa 100 metri, a congiungere le torri Galvani e Moreni, un altro a est della torre Galvani, di circa 60 metri e un ultimo tratto, di una trentina di metri circa, che dalla torre Moreni corre parallelo a via del Portello.

Delle torri ancor oggi visibili, la Galvani svetta ancora snella in tutta la sua altezza pur con evidenti segni del tempo, mentre la Moreni ne conserva solo il basamento a scarpa, con la sua porzione di corpo fino all’altezza delle mura sopra la quale è ora ricavata una costruzione civile abitativa a forma circolare.

Il giardino pensile sulle mura, pur non più così splendido di come era descritto nell’Ottocento, esiste ancora ed è parzialmente visibile da via Tavoni. Entrando poi nel borgo e percorrendo via Soli, si può vedere il ponte che collega la torre con l’abitazione dei Galvani. Alla fine di via Garibaldi, l’arco sotto la torre dell’orologio introduce alla piazza antistante la rocca. La torre consiste in un rifacimento della antica porta castellare in stile inizio Novecento.

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

CITTÀ

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EPOCA

XIV sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Discreto

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