CENNI STORICI
«Il castello. Nella sagoma quadrilatera del castello moduli architettonici diversi evidenziano tempi, funzioni e culture artistiche che si succedono, dai Normanni agli Aragonesi. Motivi di difesa sono alla base del primo impianto del complesso, che in età sveva assume gli ideali residenziali di una domus solaciorum, di una dimora signorile per gli svaghi di cortigiani e forse anche dello stesso imperatore Federico II. Questi, nel 1234, aveva dato in dote alla terza moglie, Isabella d'Inghilterra, Vico e i paesi garganici compresi nell'Honor Montis Sancti Angeli. Il nucleo più antico del castello si sviluppa sull'asse NE-SE, chiuso agli angoli da torri quadrate. Quella di NE si eleva su di una scarpa di base a blocchi sagomati e smussati, evidenziata da un costolone marcapiano; l'altra di SE culmina con un'elegante bifora, descritta da A. Haseloff ("un capitello a foglie piatte e grossi bulbi obliqui"), e con l'originaria merlatura. Quasi a rinsaldare quest'ultima slanciata struttura angolare, un bastione circolare di fortificazione, la cosiddetta torre maestra, ricorda il periodo aragonese. E gli adattamenti per bocche di fuoco, accanto alle balestriere, riportano al ricorrente dramma della guerra, all'assedio e al cannoneggiamento di Vico nel 1529, da parte degli Spagnoli. Nella quotidianità di oggi il castello rimane un simbolo, dominante sulla composizione urbanistica del paese. Muri incrostati di storia, volte a crociera, portali sfidano ancora il tempo e conservano il segreto di eventi che nessun archivio ha raccolto».
«La cinta muraria. Nel 1292 Teodisco de Cuneo maestro dei balestrieri, uomo d’armi, provvede Vico di un organizzato sistema di difesa con una superba cinta muraria guarnita di circa venti torri. Questa la descrizione che se ne fa nella Relazione d’apprezzo del Feudo di Vico: "La maggior parte di essa che forma il pieno di detta terra sta racchiusa da mura ad uso di fortelizio, ripartito di quando in quando da torri rotondi e quadre, mercé dei quali mura non si permette altro ai cittadini, che l’entrare ed uscire a detta terra per una sola porta, della quale ne tiene il dominio la Casa Marchesale, e questo ad oggetto di impedire qualche incursione dei Turchi che per l’addietro si dice essere giunti fino al recinto di detta terra, per la qual causa nacque l’uso di farsi eliggere dal Barone una persona sotto nome di Camberlengo, affinché invigilasse all’apertura e chiusura di detta porta, e di camminarsi la notte con suoi Giurati e Soldati e ritrovando persone fuori delle loro case da due ore di notte in avanti dopo li tocchi della campana, può quelli carcerare, e n’esigge la pena la Casa Marchesale ducati 6"».
Bibliografia e Sitografia
https://it.wikipedia.org/wiki/Vico_del_Gargano#Architetture_militari
Articoli di approfondimento
CITTÀ
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EPOCA
XIII sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Discreto
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