VALLECORSA (resti del castello di Acquaviva)

CENNI STORICI

«Acquaviva viene anche chiamata “Vallecorsa Vecchia”, in quanto parecchi ritengono che l’attuale paese sia stato fondato dagli abitanti del borgo di Acquaviva dopo il suo progressivo abbandono. Così parlando, evidentemente, si è voluto immaginare una coincidenza tra l'abbandono del sito di Acquaviva e la nascita di Vallecorsa, quasi ci fosse stato una sorta di travaso dall'uno all'altro borgo. Le parole, però vengono smentite dalle carte storiche: quando Acquaviva venne abbandonata (XV secolo), Vallecorsa esisteva già da molti secoli, come testimonia un documento del 1072, nel quale viene citata tra i beni del Duca di Fondi, Littefreda, anche Vallecorsa oltre che Acquaviva. Del passato più remoto di Acquaviva si sà poco o niente in quanto esistono poche citazioni in documenti storici; si ritiene che molto probabilmente sia stata fondata attorno all’Anno Mille. Essa è poi menzionata oltre che nel documento di Littefreda anche nell’inventario di Onorio II Caetani di Fondi (1491). Acquaviva cominciò a decadere con la crisi che investì l’Europa nel XIV secolo, fino a scomparire, come tanti altri castelli, verso la fine del secolo successivo. Posizionata più a sud rispetto a Vallecorsa, ai confini con il territorio di Fondi, dominante sul mare, svolse inizialmente la funzione di insediamento militare. L'abbandono del suo abitato, ha avuto come causa scatenante dapprima le razzie dei turchi e poi quelle dei briganti. ... Successivamente (XVI secolo), l'insediamento di Acquaviva già in parte abbandonato dalla popolazione, venne saccheggiato e semidistrutto dalla banda del famoso brigante abruzzese Marco Sciarra, il quale aveva il suo quartier generale presso il castello di Itri. L'insediamento di Acquaviva, al tempo era posto in una zona di confine; quello che divideva il Regno delle due Sicilie dallo Stato Pontificio e chiamata appunto per il suo carattere di neutralità, "terra di nessuno". Tristemente conosciuta anche come "terra dei briganti", questa parte degli Ausoni, ne vide passare, nell'arco di appena due secoli, fino al 1870, un grande numero. Gli antichi passi di montagna, battuti dal bestiame, facevano da palcoscenico alla grande tragedia della storia della montagna e del meridione conosciuta come "Brigantaggio" che si consumava in quegli anni. Le vicende di confine diedero quindi il colpo di grazia all'insediamento di Acquaviva che rimase abbandonata fino a tempi recenti. Il sito è stato dichiarato nel 2004 monumento naturale dalla Regione Lazio e nel 2009 in parte restaurato».

Bibliografia e Sitografia

http://213.203.143.153/c060082/images/Il%20Castello%20di%20Acquaviva.pdf

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