Ururi (palazzo Giammiro)

CENNI STORICI

«Ururi si trova su una piccola collina di fronte al mare Adriatico. Ultimo paese del Molise meridionale confina con la Puglia, con la quale ha in comune molti usi e costumi. A circa 3 Km. dall'abitato si trova il torrente "Cigno", considerato un corso d'acqua benedetto in quanto in periodi di siccità ha salvato intere popolazioni. Le origini del palazzo ducale di Ururi si possono far risalire intorno alla seconda metà del secolo XV, quando la famiglia dei Giammiro si stabilì ad Aurora (antica denominazione di Ururi). Infatti documenti riportano la data del 1461 come anno in cui la nobile famiglia, insieme ad un numeroso gruppo di albanesi, scelse Ururi come propria sede: una sorta di occupazione pacifica, scaturita dalla povertà e dalla violenza. Fu proprio con tale evento che Aurora subì le prime incisive trasformazioni. Da un semplice centro rurale con densità abitativa limitata, il cui nucleo comprendeva essenzialmente poche case costruite intorno al monastero benedettino, cominciò a diventare un vero e proprio paese. Fu in questo periodo che la famiglia Giammiro, fondatrice del palazzo, si adoperò costruendosi una dimora stabile. La casa dei Giammiro sorse nel centro del paese, nell'unica piazza, dove fu costruita anche la chiesa. L'abitazione dei Giammiro era molto ampia e sovrastava sulle altre abitazioni del vecchio paese. Della stessa facevano parte alcuni fabbricati tra cui anche una quota che per via femminile passò al Giudilli di S. Severo, che sposò una Giammiro, il quale la vendette successivamente ai Greco. Da ricordare che intorno alla seconda metà del 1300 Ururi venne colpita da numerose sciagure, peste, guerre e i terremoti sterminarono la popolazione tanto che la Regina di Napoli Giovanna II fu costretta a disporre sgravi fiscali, per risollevarne le sorti. Nel 1456 ci furono due devastanti terremoti, uno il 5 dicembre, l'altro il 30 dello stesso mese, che provocarono la morte di svariate persone e la distruzione di numerose abitazioni, rendendo Ururi un paese fantasma. In tutta questa miseria il Vescovo Signore e Barone di Ururi si adoperò per salvaguardare coloro che erano rimasti in vita, prodigandosi per curare i pochi superstiti avvicinandoli alla fede, unica speranza dopo tante sciagure. Il 3 maggio si tiene a Ururi la famosa "carrese" , la tradizionale corsa di carri trainati da buoi. I carri, i buoi e i cavalieri vengono benedetti dinanzi alla chiesa di S. Maria delle Grazie e il carro che vince la corsa porta in processione la reliquia del Legno della Santa Croce».

Bibliografia e Sitografia

https://www.visitmolise.eu/scheda-localita/-/d/dms/1562671/ururi

Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XV sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Discreto

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