CENNI STORICI
«Villa Valcerasa (detta anche Villa Ruspoli) di imponenti dimensioni (circa 15.000 metri cubi su una superficie coperta di 1240 mq) è costituita planimetricamente da un corpo centrale, destinato all’abitazione patrizia, e da due rami di cui uno è costituito da una cappella gentilizia e quello opposto mascherato da un prospetto a questa speculare, da un fabbricato compositivamente e strutturalmente più rozzo, verosimilmente di epoca e destinazione diversa. Anteriormente un piccolo bosco di allori , ligustri e piante di alto fusto , in forte pendenza e tagliato da una gradinata che inquadra la villa, ricorda la ben più estesa “Selva di Valcerasa“, che ospitava il romitorio del Beato Pietro Marchionni. La tesi finora più convincente per un’attribuzione di paternità del complesso di Valcerasa ad Andrea Vici si fonda sulla qualità dei rapporti che legava la famiglia Grimaldi all’architetto di Arcevia e sulle numerose opere da questi portate a compimento nella zona di Treia e dintorni. ... Il complesso a Passo di Treia affonda le sue origini al tredicesimo secolo e sono legate alla storia di Beato Pietro da Treia, uno dei primi seguaci di San Francesco il quale si ritirò in eremitaggio nella fitta selva di Valcerasa dove avvenne il suo primo miracolo. Proprio lì fu costruito successivamente un convento di frati per opera dei seguaci di Angelo Clareno. Nel Quattrocento quel complesso conventuale si trasformò in ospizio, luogo di sosta e di riposo soprattutto per i viandanti da o per Loreto. Ad accrescere la fama di Valcerasa come luogo di accoglienza contribuì il fatto che, ad un certo punto, l’ospizio cominciò ad essere frequentato da personaggi illustri quali il papa Nicolo V nel 1449, il papa Pio II nel 1464, il papa Paolo III nel 154, il Legato della Marca, Bartolomeo Rovarello, nel 1472, il duca di Ferrara, Alfonso d’Este, nel 1460, il duca di Calabria, Giovanni d’Angiò, nella seconda metà del Quattrocento, e la duchessa di Camerino, Caterina Cybo, nel 1523. Sotto papa Pio V nel 1568 il cenobio di Valcerasa fu consegnato ai Minori Osservanti che lasciarono il convento nel 1629. I treiesi lo destinarono a lazzaretto e a tutti i casi di mali contagiosi. La struttura fu poi venduta alle Monache di Santa Chiara che nel 1632 chiesero al vescovo di Camerino il permesso di demolire la struttura salvando la Chiesa e la sacrestia. Nel 1722 la famiglia Grimaldi comprò gran parte della località e nel 1739 sistemò e dedicò la Chiesa alla Vergine Madre di Dio. La costruzione della Villa Valcerasa e delle sue dipendenze sembra essere iniziata poco prima del 1794 e continuata negli anni fino ad arrivare al 1808, data in cui il Fisco demaniale incamerò le proprietà di Valcerasa al fine di rivenderle ai privati. La Villa fu ristrutturata , ampliata e migliorata nelle sue caratteristiche compositive tra il 1816 ed il 1835. Altri lavori risulta comunque siano stati eseguiti tra il 1866 ed il 1871, debitamente elencati nel registro di amministrazione della famiglia Grimaldi, ma dell’architetto direttore dei lavori non viene mai fatto il nome».
Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XIII sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Discreto
AUTORE DELLE AGGIUNTE / CORREZIONI
SITO UFFICIALE
IMMAGINI