Treia (mura, porte)

CENNI STORICI

«Ripetutamente attaccato durante le invasioni barbariche, gli abitanti dell'antico municipio romano di Treia, fondarono sulle alture su cui oggi sorge la città tre insediamenti fortificati che presero il nome di Cassero, Elce e Onglavina, toponimi rimasti ancora oggi nella dominazione urbana. Lo sviluppo architettonico ed urbano di questi antichi castelli che poi costituirono l'unico centro urbano che assunse il nome di Monticulum (X secolo circa) è andato completamente perduto a causa della crescita cittadina protrattasi nei secoli, che però non ha influenzato le caratteristiche urbanistiche della città, che segue la morfologia del luogo, allungandosi particolarmente lungo la sua dorsale nord-sud. Le cronache testimoniano diversi interventi alle strutture fortificate cittadine, allo scopo di prevenire attacchi, soprattutto di carattere politico, a causa delle lotte laceranti tra guelfi e ghibellini. Seppure tra continui rimaneggiamenti ed alterazioni, sono giunte sino a noi nove porte urbiche ed alcuni tratti della cortina muraria, che in alcuni suoi punti dispone di basamento a scarpa in pietrame; fra quelle di maggiore interesse architettonico va citata la Porta Vallesacco. Disposta verso Nord, presenta un fornice con arco a sesto acuto ed una torre di rinfianco a protezione della porta stessa. La porta e la torre di rinfianco sono tuttora munite del coronamento di piombatoi, mentre la merlatura è andata completamente perduta. Completamente in laterizio, la superficie muraria presenta ancora intergo il sistema di feritoie necessarie per la difesa. Da notare infine, la presenza di un arco tamponato a sinistra della porta di accesso, con cui avrebbe avuto funzioni di passaggio tra la porta principale, che qui mantiene integro l'alloggiamento della saracinesca, e la torre laterale. Di richiamo culturale sono anche le altre porte, come Porta S. Giuseppe, con fornice ed arco a sesto acuto, di cui abbiamo perso il coronamento aggettante, Porta Cassara (dall'antico Castello del Cassero), completamente ricostruita nel XVIII secolo e che pertanto non presenta più caratteri militari, ma un arco a tutto sesto incorniciato da paraste che sostengono un cornicione. Ugualmente ricostruita nel XIX secolo è la Porta degli Elci o Romana con dei richiami neomedievali per alcuni elementi, in particolare l'arco a sesto acuto. Non rimangono elementi architettonici se non l'arco di ingresso per le Porte Palestro, Mentana e Garibaldi, mentre ha assunto caratteri settecenteschi la Porta Nuova o delle Scalette, munita di rampe scalinate nel XVIII secolo a causa dei suo forte dislivello. In prossimità della Porta San Michele o Palestro, sul luogo ove presumibilmente sorgeva il Castello dell'Onglavina, è situata la cosiddetta Torre dell'Onglavina o San Marco, a pianta esagonale, con basamento a scarpa e coronamento merlato».

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

CITTÀ

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EPOCA

X sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Discreto

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