TREBISACCE (porta dell’Annunziata)

CENNI STORICI
Nella parte alta di Trebisacce sorge la chiesa parrocchiale di S. Nicola di Mira, in stile barocco, ma fondata in epoca bizantina. E' caratterizzata da una cupola a cerchi concentrici rivestiti da giri di tegole. Dell'antica cinta muraria oggi rimane il "Bastione", considerato il "balcone dello Jonio", per la sua posizione panoramica. La Porta dell'Annunziata attraverso cui si accedeva al paese è ancora visibile. Oltre al centro storico ricordiamo la chiesa madre di S. Nicola di Mira, risalente all'XI sec., conserva un Crocifisso ligneo risalente al 1400. Da vedere inoltre i giardini di Trebisacce, con le tipiche arance biondo. Trattando della società meridionale, tra la serie dei luoghi comuni (il sole, il canto, ecc.) troviamo anche quello relativo alla presenza di un forte senso di spiritualità religiosa a cui dà corpo la Chiesa cattolica. Un esame meno superficiale non sembra portare elementi a suffragare questa immagine, almeno per quanto riguarda la realtà trebisaccese. Innanzitutto, dal punto di vista grossolanamente quantitativo, la presenza dei trebisaccesi alle celebrazioni liturgiche, salvo le feste principali, è meno cospicua di quanto la fama di religiosità diffusa farebbe supporre. In secondo luogo, la cosiddetta religiosità meridionale ha aspetti tutti suoi particolari che quasi nulla hanno a che vedere con la religiosità e poco hanno in comune anche con il cattolicesimo. Prendiamo, ad esempio, lo svolgersi di una festa religiosa come quella in onore della Madonna delle Armi che raduna sulla montagna di Cerchiara gente da ogni parte. In occasione di questa festa, la statua della Madonna viene portata a spalle per le vie del paese. Per avere l'onore e il privilegio di essere tra i portatori, le persone del paese pagano cifre ngenti che non tutti si possono permettere. Per cui è evidente come, attraverso la statua della Madonna, passino più che messaggi di devozione religiosa, indicazioni di gerarchie terrene di potere e di denaro. Quel prete che, in nome di un ripristino di spiritualità religiosa, volesse abolire questa vendita all'incanto di una immagine sacra utilizzata per la creazione di una immagine terrena di prestigio, otterrebbe, come poi si è verificato, l'ostracismo da parte di quelli che possono portare la Madonna e di quelli che aspirano a portarla. Il Santuario della Madonna si trova in una posizione stupenda, arroccato sulla montagna. Un tempo i pellegrini vi arrivavano a piedi, dopo un'ascesa alquanto faticosa che costituiva parte integrante della celebrazione della festa, come sforzo fisico da offrire alla Madonna in parziale espiazione dei propri peccati. Ora tutti vi arrivano comodamente con la propria automobile e trovano lo spazio antistante il Santuario già affollato di venditori con le loro bancarelle di dolciumi, di oggetti regalo, di articoli per la casa, di mercanzie d'ogni genere. Il 'pellegrino' moderno per prima cosa si sceglie il posto migliore dove parcheggiare l'automezzo; poi, radunata la famiglia, si avvia per una rapida visita all'interno della chiesa dove è conservata l'immagine della Madonna. Intanto, in uno spiazzo laterale, il Vescovo sta per iniziare il discorso celebrativo per cui, le persone che escono dalla chiesa si radunano mano a mano intorno al palco del prelato. L'eccessiva prolissità del discorso fa sì che la gente si allontani progressivamente, attirata dalle bancarelle, soprattutto quelle di dolciumi. Ad un'ora conveniente, esaurite le ispezioni del luogo e le conversazioni con gli amici incontrati alla festa, ci si dirige con tutta la famiglia verso la propria auto. E qui, nei pressi, in uno spiazzo libero, incomincia la vera e propria celebrazione liturgica. L'altare è il tavolino o la tovaglia stesa sull'erba, il vino della messa sono gli innumerevoli bottiglioni che girano tra i commensali mentre le ostie sono le ruote di pane che fanno da accompagnamento ad ogni ben di dio alimentare. Il consumo di simboli e di immagini sacre si mescola con il consumo di beni terreni, e la celebrazione religiosa diventa occasione di celebrazione gastronomica. Poi, nel pomeriggio, le famiglie incominciano ad abbandonare il luogo della festa e, in una fila incolonnata di auto, si ricompone una specie di processione. La celebrazione è stata consumata; il consumo è stato celebrato. È proprio tutto finito. Parco Archeologico "Broglio". Da oltre venti anni, sulla collina in località "Broglio di Trebisacce", si effettuano scavi archeologici che hanno riportato in luce le vestigia di un villaggio protostorico, la cui vita si estende dal XVII sec. A.C.; le strutture sono elementi portanti del nascente Parco Archeologico "Broglio". Il parco sarà strutturato in maniera didattica, tale da consentire, la vista ad un villaggio formato da capanne e altre strutture abitative come magazzini e officine da lavoro, sarà lo spaccato della vita della comunità di Enotri che abitava la collina di Broglio nel secondo Millennio a.C.. Il Museo ospiterà i famosi vasi di imitazione micenea, caratterizzata da motivi vegetali stilizzati, i "colossali doli", i reperti di importazione fenicia. Saranno esposti anche reperti relativi ad altre zone di Trebisacce.
Bibliografia e Sitografia

Trebisacce (alberghi.info)

Articoli di approfondimento

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XI sec.

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