Traversara (fraz. di Bagnacavallo, torre)

CENNI STORICI

«La Torre sorge nelle vicinanze di Traversara, ai piedi dell’argine sinistro del fiume Lamone. L’insediamento originale dell’abitato è di epoca romana, come documentato dal ritrovamento di monete imperiali sul suo suolo, benché modificato rispetto ad allora da numerose esondazioni e cambiamenti di percorso del fiume. È da notare che ancora nel XIII secolo il fiume era molto più vicino a Bagnacavallo di oggi e Traversara si trovava dalla parte di Ravenna. Ma di quel tempo non c’è altra memoria. Le origini della torre sono poco documentate. Secondo alcuni la potente famiglia dei Traversari, fra le più eminenti in Ravenna assieme ai Da Polenta, avrebbe dato il nome al Castello dei Traversari, forse edificato da Teodoro I, prefetto di Ravenna sotto Odoacre, già nel 495 ed uno dei più antichi della Romagna, situato al di là del fiume Lamone ( o Amone, o di Raffanara) in vicinanza del Castello di Raffanara che presidiava prima il guado e quindi il ponte sul Lamone. Per altri la fondazione potrebbe risalire attorno al 1100 nel periodo dei frequenti scontri fra Ravenna e Faenza. Nel 1171 i conti di Bagnacavallo, con alleati imolesi e bolognesi, pongono l'assedio a Faenza. I faentini tuttavia riescono a rompere l'assedio. Nel 1205 essi poi distruggono dalla fondamenta la rocca di Bagnacavallo, ne ardono le case e catturano 700 prigionieri, fra cui il conte di Cunio - castello nelle vicinanze di Cotignola e del Senio - Ugolino, nonché la madre e il fratello di Malvicino il Grande, signore di Bagnacavallo, temutissimo dai ravennati. All’impresa collaborarono dal loro castello di Traversara, con quattrocento cavalieri, i Traversari, allora signori di Ravenna. Nel 1281 Giovanni d'Appia tentò l'assalto al castello, ma quando da questo ne uscì Guglielmo Traversari con i suoi armati, il d'Appia fu costretto a fuggire e dirigersi altrove. La zona è teatro degli scontri fra Guelfi e Ghibellini fino alla fine del XIII secolo. Nel 1303 il Conte Pietro, Legato di Romagna inviato da Bonifacio VIII, considerando ingiusto l'ordine del Conte di Romena, ghibellino e Podestà di Bagnacavallo, di trasportare tutte le biade e le granaglie a Ravenna – il senato aveva invece accordato al conte Bernardino da Cunio la facoltà di portare nei castelli sotto la sua giurisdizione le biade raccolte nelle sue proprietà che si trovavano nel ravennate - le fa invece ammassare nel castello dando l'impressione di volersi preparare alla difesa. Mentre le biade vengono caricate e inviate a Ravenna, su ordine del senato il castello viene incendiato dai ravennati e distrutto dalle fondamenta. I Traversari si rifugiano parte a Venezia e parte a Portico di Romagna sull'Appennino Tosco-Romagnolo dove nel 1386 nasce Ambrogio Traversari, detto Ambrogio Camaldolese, una delle figure più illustri della famiglia Traversari. I discendenti del ramo porticese, per sostentarsi, esercitano il mestiere di fabbro-ferraio e prendono il nome di Fabbri.

Durante i lavori di restauro è stato ritrovato un mattone di cm. 55x31x9, proveniente dall'arco di una porta distrutta, su cui è inciso "1371"; potrebbe essere questo l'anno di fondazione o di rifondazione del castello e sarebbe congruente con le linee generali dell'edificio che ha le caratteristiche architettoniche di quel periodo. La documentazione più antica della torre è costituita da due mappe del 1717 e del 1736, conservate nel Museo di Russi, che riproducono un tratto del fiume Lamone indicato come “Bòtta Hercolani”, fra i comuni di Russi e Bagnacavallo, realizzate per documentare i lavori di una palizzata per rinforzare gli argini. La Torre è appartenuta ai Conti Hercolani fino al milleottocento, quindi ai Conti Vitelloni di Bagnacavallo che a fine secolo la cedettero all'Ing. Leonardo Rambelli, Magistrato alle Acque di Venezia. Da questi essa passò al pittore Giuseppe Rambelli, allievo del Fattori, che vi ha creato molte delle sue opere. Negli anni ’50 ha soggiornato alla Torre anche il pittore Mattia Moreni. L'edificio oggi è ridotto alla originale pianta rettangolare di m. 16.25x9.00 ma era stato nei secoli adattato a civile abitazione con l'aggiunta di una estesa ala di due soli piani, come si rileva da una delle due mappe di cui sopra. Durante l'ultima guerra la Torre fu colpita da 127 granate d'artiglieria e subì gravi danni: l'ala bassa fu quasi completamente distrutta, mentre la torre vera e propria rimase eretta ma sventrata sullo spigolo est. Sopra la cavità rimase sospesa una grande massa instabile che rischiava di precipitare e non permetteva di fare opere di consolidamento lavorando in condizioni di sicurezza, per cui fu deciso di demolire i barbacani e abbassare la falda del tetto Purtroppo durante l'intervento di risanamento terminato nel 1999 non è stato possibile riportare la copertura alla forma e al livello originari in quanto la Soprintendenza ai Beni Storici di Ravenna ha ritenuto che la Torre sia divenuta un segno caratteristico del territorio e debba rimanere nella forma attuale a testimonianza degli eventi bellici subiti».

Bibliografia e Sitografia

http://torreditraversara.weebly.com/storia.html

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