Tortorolo (fraz. di Mede, castello)

CENNI STORICI

Tortorolo fu in epoca medioevale comune autonomo. Il toponimo è citato nell'elenco delle terre del contado pavese del 1250 come Turturolum cum Barleta in contea Lumellina. ... Documenti pavesi sull'estimo testimoniano che nel XIII secolo e precisamente nel 1250, il comune era iscritto nei ruoli dei contribuenti della città, con imponibile complessivo di 45 soldi, pari a quello della stessa Mede. Negli Statuta Statutarum di Pavia del 1452 si legge nella squadra di Lumellina, Torturolum. Nel 1644 Tortorolo appare incluso nell'elenco delle terre dello Stato di Milano. Il suo perticato è tutto di civile per 4000 pertiche ... In Tortorolo, nel 1763 possedeva 'nobile castello' il conte Ludovico Beccaria Gambarana che fu feudatario del luogo. Il latifondo fu successivamente proprietà dei signori della Guazzora poi dei marchesi Negro di Genova (1814), da cui passò ai notabili signori Cavallini (1823) proprietari di tutto il territorio circostante. È sempre stato borgo autosufficiente. Disponeva di una scuola elementare, edificata su terreno donato da Cavallini avv. Emilio, di un mulino a palmenti, di un forno comune per la cottura del pane, di una grande latteria con annesso caseificio, di una bottega di generi alimentari con annessa osteria, di una mascalcia. La frazione dista da Mede circa 1800 metri. Il Castello. Trattasi di costruzione in mattone, di non grandi dimensioni, a pianta quadrata, assai celebre in Provincia di Pavia, della cui architettura fortificata costituisce un eccellente esempio. Una sua datazione , sulla scorta di caratteri stilistici può forse suscitare qualche perplessità, ma le sue cortine esterne, decorate nella parte superiore da un triplice motivo di mattoni disposti a dente di sega secondo il tipico stilema dei castelli trecenteschi dell'area pavese, permettono, con buona probabilità, una datazione riferibile al XIV secolo. Questo stile, infatti, in semplice, duplice, o triplice fila, compare anche nei trecenteschi castelli di Belgioioso, Lomello, Argine, Pinarolo Po, Cozzo, Bornasco, e in quello varesotto di Fagnano Olona. Il rapporto insolito tra base ed altezza, fa presumere che abbia subito un rialzo.

La torre merlata secondo l'uso ghibellino, che nobilita il complesso, si eleva centralmente sul fronte maggiore in corrispondenza dell'ingresso. Essa potrebbe essere stata sovralzata su un semplice avancorpo di ingresso, normale in un castello trecentesco, ipotesi che le caratteristiche della parte superiore della torre e la diversità di colore dei mattoni parrebbe confermare. Ma tali elementi non escludono necessariamente che la torre si elevasse già precedentemente sopra i corpi e che sia stata non tanto sovralzata, ma eventualmente solo restaurata in qualche ristrutturazione. Il castello infatti fu pressoché tutto incendiato dai Franzesi, per essere stata, in occasioni di guerra, scagliata dagli spalti una archibusata contra il Capitano di quella nazione mentre stava alla testa di un corpo di Soldatesca Franzesa e restò il capitano medesimo da quel colpo sgraziatamente ucciso come accenna qualche canzone popolare. Questa torre a pianta quadrata, sovrasta i quattro corpi di fabbrica del castello con il suo stile slanciato, coronato dai lunghi beccatelli dell'apparato a sporgere, e sulla facciata spiccano ancora le sedi dei bolzoni del ponte levatoio che scavalca il fossato, in parte conservato, mentre il ponte levatoio è sostituito da uno fisso. Il cortile interno è pure a pianta quadrata e possiede un grazioso triportico con archi rialzati. Il castello comunque, nonostante le varie trasformazioni ed aggiunte del 600 e del 700, ha mantenuto una ammirabile proporzionalità architettonica nel suo stile. Lo stato di conservazione è soddisfacente. Nell'area antistante il castello sono presenti 9 bagolari, nome italiano della celtis australis, famiglia moracee, detta anche spaccasassi, arcidiavolo, fragiracolo, loto. Alberi che possono raggiungere i 15/30 metri di altezza, dal tronco grosso fino ad oltre un metro ...».

Bibliografia e Sitografia
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XIII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Restaurato

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