Torri di avvistamento della costiera amalfitana

CENNI STORICI

Lungo la Costa, tra Vietri e Sorrento, numerose torri Ottomane e Saracene ne caratterizzano il paesaggio. Furono costruite come torri di avvistamento o di difesa dai Turchi e dai Pirati. Le torri di avvistamento si differenziano dalle torri di difesa in quanto le prime hanno una forma rettangolare mentre le altre una forma cicolare. Di seguito le diverse torri presenti lungo la Costiera Amalfitana, alcune oggi adibite ad attività turistiche (hotel e ristoranti), altre ad uso abitativo. Le Torri della Costiera Amalfitana: Vietri sul Mare: la prima torre che incontriamo arrivando da Salerno in direzione Positano è Torre Crestarella oppure torre del Chiatamonte, costruita nel 1564 e ristrutturata nel 1578-79. Come protezione del villaggio di Vietri sul Mare nel 1569 furono costruite altre due torri: la torre Vito Bianchi a Marina di Vietri, oggi utilizzata come edificio della Guardia di Finanza e la seconda a Marina d’Albori, oggi proprietà privata. Cala di Fuenti: torre di Bassano, una torre di avvistamento costruita nel 1563. Cetara: la torre di Cetara costruita nel 1576 sulla struttura di una vecchia torre già esistente, probabilmente del XIV secolo. Di proprietà dell’amministrazione pubblica per convertirlo in museo della pesca. Erchie: la torre di Erchie, una delle torri meglio preservate anche se datata al 1532 e Torre Capo Tummolo, costruita nel 1570 ma quasi totalmente distrutta. Tra Erchie e Maiori troviamo la Torre di Lama del Cane, 1532-33, ora in rovina; Torre Badia, 1570, oggi abitazione privata come anche Torre Cesare. Maiori: la famosa Torre Normanna o torre di Salicerchio, costruita tra il 1534-90, ben preservata. Oggi è un rinomato ristorante. La Torre di Mezzacapo, costruita nel 1584 anch’essa ben tenuta. Minori: su quel che rimaneva di Torre Paradiso, è stata ristutturata e adibita ad abitazione. Ravello: la Torre dello Scarpariello, anche nota come Ficarolat, costruita intorno al 1533, ma completamente rinnovata all’interno. Atrani: la torre di Atrani costruita tra il 1544 and 1549 è oggi un nightclub. Amalfi: Torre dello Ziro, su una collina di Amalfi, con la fortezza di Pogerola e quella di Santa Sofia oggi distrutta, erano parte del complesso difensivo della città di Amalfi. La Torre dello Ziro costruita intorno al 1278 e ristrutturata nel 1440 è oggi abbandonata. Conca dei Marini: Torre Bianca o Torre del Silenzio costruita nel 500, sorge su un promontorio davvero suggestivo sia visto da mare che dall’alto. Era usato come cimitero. Praiano: Torre Assiola o Sciola costruita nel 1270 e commissionata da Carlo d’Angiò. Per tanti rappresenta la torre medievale più bella della Costiera Amalfitana. Torre Grado, costruita nel 1564 è oggi completamente ristrutturata. Positano: presenti tre torri. Torre di Sponda, simile a quella dello Ziro, costruita tra il 1268 e 1269,di proprietà del Conte Pattison; Torre Trasita, situata su una roccia a strapiombo sul mare, completamente distrutta ma sulla quale fu costruita le Torre di Cozzi. Torre Fornillo, di fronte ai due scogli chiamati La Madre e il Figlio, costruita tra il 1532-33, parte di un complesso oggi conosciuto come Castelletto. Massa Lubrense: Torre Crapolla Tower, Torre Recommone, Torre di Cantone, Torre di Montalto. Punta Campanella: Torre Minerva (or Campanella), Torre Fossa della Papara, Torre Collina della Terra, Torre Punta San Lorenzo, Torre di Capo Corbo. Sorrento: Torre di St. Elia di Ceremegna, Torre di St. Fortunato, Torre di Gallo. Quella di Punta Vaccola (o Baccoli) venne demolita per realizzare l’acquedotto per Capri. E, così, sono rimaste trentaquattro le torri edificate per l’avvistamento delle navi saracene lungo il fronte marino della costiera sorrentino-amalfitana. Ventisette miglia di storia dalla cala di Vietri a Castellammare di Stabia con i resti delle torri a rievocare i tempi delle ferocie ottomane. Seguendo le rotte dei saraceni si può disegnare la mappa del territorio sottoposto per secoli alle scorrerie dei predoni del mare e costretto a tentare di opporsi con ogni mezzo di difesa alla sopraffazione dei pirati saraceni, turchi, barbari. Mancano le tracce delle fortificazioni amalfitane del X e XI secolo, ma resistono, nonostante le stratificazioni successive, gli originari coni murati edificati dagli Angioini nel XIII secolo, le prime torri del XVI secolo, erette da don Pedro di Toledo, che risentono dello stile architettonico del tardo medioevo. Il suggestivo campionario archeologico delle torri costiere s’inserisce in un patrimonio ambientale inestimabile, oggi tutelato con l’istituzione della riserva marina di Punta Campanella, malgrado il sopravvento della natura e il saccheggio urbanistico. L’itinerario di queste fortificazioni consente tuttora di ammirare la Torre di Rovigliano a Castellammare di Stabia, le torri Marina di Seiano e Capo d’Orlando a Vico Equense, le torri Crestarella, Vito Bianchi e Marina D’Albori a Vietri sul Mare, la Torre di Cetara, le torri Erchie, Tummolo, Lama del Cane, Badìa, Cesare, Normanna e Mezzacapo a Maiori, le torri Paradiso a Minori e Scarparello a Ravello, Capo d’Atrani e Ziro ad Amalfi, Capo di Conca e Capo della Vite a Conca dei Marini, Assiola a Praiano, Grado a Vettica Maggiore, le torri Sponda, Transita e Fornillo a Positano, le torri di Marina del Cantone, Montalto, Punta Campanella, Fossa di Papa, Punta San Lorenzo, Capo Corbo e Capo di Massa nel comune di Massa Lubrense. Questo stuolo di torri costiere racconta in ventisette miglia pagine di terrore e devastazioni, scorrerie e sacrilegi, quando le flotte barbaresche infestavano la costiera sorrentino-amalfitana ed erano una maledizione più spaventosa di pestilenze e carestie. Sciagure inenarrabili come la strage di Conca dei Marini e i trecento cittadini di Cetara assaliti e catturati da ventidue galee turche, come la feroce invasione del 12 giugno 1558 a Sorrento e dintorni. ... Le torri costiere erano dette cavallare dal nome del cavaliere che, dopo l’avvistamento delle navi, andava a dare allarme ai cittadini. Avevano un sistema complesso di comunicazione. Di giorno, all’avvistamento dei pirati, mentre partivano i “cavallari”, si suonavano campane particolari. Di notte le segnalazioni avvenivano con fuochi accesi sul lastrico delle torri che, per questo motivo, erano state costruite su alture e promontori. Nel 1532 fu il viceré don Pedro di Toledo a ripristinare e impiantare nuove torri, sullo stile architettonico di quelle costruite tra il 1332 il 1343 dal re di Napoli Carlo d’Angiò, sul maggiore degli isolotti Li Galli e sulla Punta Campanella. L’ordine di mobilitazione generale, però, venne impartito soltanto nel 1563 dal viceré don Parafan de Ribera duca d’Alcalà. A edificarle concorsero in larga parte famosi “magistri murari” di Cava, tra cui Marino de Monica, Cafaro Pignaloso, Giovan Felice Buongiorno, Camillo Casaburi. Trentaquattro torri costiere stanno ancora lì, lungo le rotte dei saraceni: ventisette miglia di storia da Vietri a Castellammare di Stabia.

Bibliografia e Sitografia

https://www.amalficoast.it/p/campania-4/costiera-amalfitana-1/il-sistema-difensivo-delle-torri-costiere-in-costa-2343

Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XVI sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Rudere

AUTORE DELLE AGGIUNTE / CORREZIONI

SITO UFFICIALE

IMMAGINI

Previous Image
Next Image

info heading

info content


Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.