CENNI STORICI
«Toro è un grazioso paese, poco distante da Campobasso, di antichissime origini. Le antiche strutture si possono ammirare, percorrendo la via Orientale, con alte case disposte a schiera, i cui basamenti si allargano per potersi ben appoggiare al terreno. Uno degli edifici più attrattivi di Toro è senz'altro la casa della famiglia Trotta di Annoja. Purtroppo come molti altri manufatti anche tale edificio ha subito delle deturpazioni a causa delle calamità naturali, che per buona parte hanno cancellato e oscurato le bellezze di un tempo. La casa è stata colpita infatti dal terribile terremoto del 1805, che provocò danni ingenti a persone e cose e che non risparmiò, naturalmente, le bellezze architettoniche del territorio molisano. In seguito a tale catastrofe la casa venne parzialmente ricostruita. Successivamente, agli inizi del Novecento, venne restaurata. La costruzione, che sorge accanto alla chiesa madre, sorge sui resti del preesistente edificio, abbattuto nel terremo del 1805. il pesante portone di quercia si apre su un mondo fatato. Il mobilio, le suppellettili, le vestigia del passato, resistono nell’atrio in penombra, nella smisurata cucina, sulle cui pareti sono allineate le pentole e pentoloni di rame e grossi archibugi, nelle sale arredate con gusto e parsimonia, nella biblioteca che custodisce libri rari e manoscritti preziosi; resistono in ogni ambiente del palazzo, dalla legnaia, al frantoio, alla cantina fornitissima, su su fino alle camere da letto. Dovunque aleggia l’atmosfera magica dei secoli andati. Toro appartenne alla badia beneventana di S. Sofia del secolo VIII, rimanendo feudo ecclesiastico fino al 1785. Il personaggio principale della splendida residenza fu Domenico Trotta, che aprì nel 1817 a Toro in un'ala della casa una scuola, avendo studiato diritto a Napoli. Nel 1820 in quanto seguace del movimento liberale, gli fu vietato di riunirsi con altre persone e fu costretto a fare scuola a porte aperte. Nel 1848 venne eletto deputato al parlamento, dopo la costituzione concessa da Ferdinando II, e nel 1860 fu nominato Intendente di Molise fino a quando, in seguito alla venuta di Garibaldi a Napoli, Nicola De Luca divenne Governatore. Il figlio di Domenico, Luigi, fu sindaco di Toro per venticinque anni e intrattenne scambi culturali con diversi scrittori ed eruditi del tempo. A Toro, tra le mura di casa Trotta, accade di stupirsi ancora dello scorrere lento delle ore, e ritrovarsi a indugiare sui ritratti di galantuomini di paese che, oltre a curare i campi e il nome di famiglia, curavano l’istruzione dei giovani borghesi molisani e intrattenevano rapporti epistolari con grandi italiani del tempo, Tommaseo, Cantù, Panzini, per citare solo i più noti».
Bibliografia e Sitografia
https://www.ilturista.info/guide.php?cat1=4&cat2=8&cat3=19&cat4=10&lan=ita
Articoli di approfondimento
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VI sec.
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