Torella dei Lombardi (castello Candriano)

CENNI STORICI

«Castello Candriano di Torella dei Lombardi sorge al centro dell’abitato di cui costituiva il baluardo difensivo. Del suo nucleo originario non è rimasta alcuna traccia, ma si intuisce che esso era a pianta quadrilatera, con i quattro lati ad angolo retto, privi di torri o opere difensive e con un cortile centrale. Il castello subì sostanziali modifiche tra il 1460 e il 1490 quando fu circondato da mura e vi furono aggiunti due robusti torrioni minori a pianta circolare. Il castello appartenne ai Saraceno per diversi secoli fino all'inizio del XVI secolo. Con la disgrazia economica e politica della famiglia feudataria, il castello passò nel 1534 ad Alfonso della Rosa, il quale, nel 1550 (o 1560), lo vendette a Domizio Caracciolo, che fu il primo membro della famiglia feudataria proprietaria del castello per ben quattro secoli. Nel Seicento, proprio ad opera dei Caracciolo, che lo modificarono in palazzo residenziale, assunse l’aspetto attuale. Essi fecero erigere il grandioso portale marmoreo d’accesso, adibirono a giardino pensile uno dei bastioni, ingentilirono gli ambienti interni e arricchirono di varie opere d’arte l’intero complesso. Il castello, oggi noto come Castello Ruspoli Principe di Candriano o semplicemente Castello Candriano, assunse tale denominazione nel 1889, quando Umberto I concesse il titolo di Marchese di Candriano a Giuseppe Caracciolo, che morì senza figli nel 1920. Il titolo nobiliare ed il castello-palazzo andarono al nipote Camillo Ruspoli, morto il quale, la vedova nel 1959, donò la struttura al Comune di cui oggi è sede».

«Sulla parte “alta” dell’antico insediamento medievale sorge un Castello di origine longobarda (X-XII sec.) che rinnovato in epoca normanno-sveva (XII-XIII sec.) ha subito ampie ristrutturazioni nel XIII-XIV secolo e nel XIV-XV. L’edificio fu nuovamente restaurato dopo il sisma del 1466, quando furono costruite le due torri cilindriche con base a scarpa, che incorporavano le precedenti torri quadrangolari. Nel XVI-XVII secolo fu realizzata la trasformazione in casa palaziata, ad opera della famiglia Caracciolo. Il castello, distrutto dal sisma del 23 novembre del 1980, è stato ricostruito: attualmente è la sede del Municipio, di un museo antiquarium archeologico, dell’Associazione Sergio Leone e dell’ufficio turistico dell’Alta Irpinia. Il feudo di Torella e quello di Girifalco sono appartenuti originariamente alla famiglia Saraceno, la cui dinastia testimoniata dal 1151, perse tali territori per essersi schierata con Francesco I nella guerra tra la Francia e la Spagna di Carlo V (1521-1529). Torella e Girifalco passarono, alla fine del conflitto, ad Alfonso della Rosa, che li cedette, per 31000 ducati, a Domizio Caracciolo. I Caracciolo acquisirono il titolo di principi di Torella nel 1638. Tra i Caracciolo di Torella va almeno menzionato Giuseppe III (1747-1808), uno dei protagonisti della Rivoluzione Napoletana del 1799. Con la morte di Giuseppe V (1920), principe di Candriano si estinque la famiglia. Il titolo e il castello passarono al nipote Camillo Ruspoli, figlio della sorella Laura e di Emanuele Ruspoli. Il castello fu poi donato nel 1959 da Terry Margherita Blanc, vedova di Camillo, alla città di Torella. Ricerche archeologiche hanno reso possibile riconoscere le fasi di costruzione, trasformazione e impiego dell’edificio, permettendo di ricostruire aspetti della vita quotidiana testimoniati da manufatti d’uso domestico, residui dell’alimentazione, oggetti riguardanti alcune attività produttive. La ricerca archeologica ha consentito il rinvenimento di numerosi manufatti in ceramica da cucina e da mensa: la maggior parte risale al tardo medioevo e ai secoli XVI-XVIII, nonché al periodo tra il XII- XV secolo. Al pentolame da fuoco (testi, bollitori, tegami e coperchi) si affiancano anfore, brocche, boccali, bacini, coppe e piatti. Legati alla storia del castello sono i piatti con lo stemma dei Caracciolo, su fondo bianco. La classe ceramica documentata in percentuale maggiore rispetto alle altre è la smaltata monocroma bianca, versione economica delle maioliche a decorazione policroma. Gli scavi hanno restituito monete, oggetti in vetro (calici e bottiglie), in metallo (chiodi, pentole, ditali, coltelli, ferri da cavallo), in terracotta (fuseruole, pipe, biglie) e manufatti in pietra ( proietto, mortaio, frammenti scultorei e architettonici)».

Bibliografia e Sitografia

http://luporusso.altervista.org/Castelli.html - http://www.comune.torelladeilombardi.av.it/zf/index.php/musei-monumenti/index/dettaglio...

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XIV sec.

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