CENNI STORICI
Il Museo Archeologico di Teanum Sidicinum ha sede in un autentico, quanto poco celebrato, gioiello architettonico: l’antica Cavallerizza del Palazzo dei Principi di Teano. La parte espositiva del museo è infatti collocata in quello che può essere definito il più grande edificio dell’architettura gotica ad uso profano dell’Italia meridionale. Due enormi navate, scandite da grandi arcate ogivali con otto volte a crociera, racchiudono le sale del Museo come in un unico splendido scrigno alto più di dieci metri. Alle pareti, numerose nicchie ebbero come ultima sicura destinazione l’umile funzione di accogliere le mangiatoie, ma alcune sono riccamente ornate con dipinture e con lo stemma di casa Carafa. Simile decorazione era certamente estranea ad una scuderia e ciò lascia supporre che proprio quelle navate, prima di diventare riposo di cavalli, accoglievano le adunanze del Sedile dei Leoni , il seggio ubicato presso il palazzo feudale (l’altro, il Sedile dell’Olmo, era nei pressi della cattedrale). Su questa possente struttura, fatta edificare dai Marzano durante la loro signoria nel XIV secolo (una formella con la loro Croce potenziata è ancora visibile in una delle torrette posteriori), Luigi Carafa della Stadera, acquistato il feudo di Teano nel 1546, fece innalzare il suo nuovo palazzo. Il nipote Luigi, sposato a Isabella Gonzaga, tra le più ricche ereditiere dell’epoca (portò in dote molti feudi e un milione di ducati!), rese poi la dimora una vera meraviglia, decantata dai contemporanei per lo splendore degli arredi e dei giardini che degradavano verso la vallata del Savone.
Resa inservibile, forse per i danni del tremendo terremoto del 1688, la parte superiore del palazzo fu demolita lungo tutto il fronte meridionale e fu allora creato, sulle volte della Cavallerizza, l’immenso loggiato da cui l’intero edificio prese il nome di Loggione. Da lassù la vista spazia incantata dal litorale Domizio fino ai monti del Matese. La parte interna dell’edificio, con il lungo braccio che congiunge il Loggione alla torre cilindrica verso Piazza della Vittoria, continuò ad essere abitata, nei loro soggiorni teanesi, dai principi di Teano: i Medina de la Torres, il viceré austriaco conte Daun e infine i Caetani di Sermoneta. Abolita la feudalità, questa parte dell’edificio fu acquistata dai baroni Zarone degli Infanti e trasformata nell’elegante dimora gentilizia il cui imponente prospetto si ammira dalla rampa di accesso agli uffici del Museo. L’altra parte fu ceduta al Comune e destinata a scuola nella parte superiore, mentre il piano basso verso Piazza Umberto, con l’antico corpo di guardia della Casina, conservò ancora per qualche tempo la vecchia destinazione di sede del Regio Giudicato e continuò a chiamarsi Il Tribunale. La Cavallerizza, con le due navate divise da un lungo muro di rinforzo eretto quando i Carafa edificarono il piano nobile, nel 1937 fu trasformata in cinema-teatro, conservando tale destinazione per circa quarant’anni. Nei piani superiori, che ospitano gli uffici, i laboratori e le sale per mostre e conferenze, restano poche ma significative tracce di camini, scalette e passaggi dell’antico edificio, con qualche stipite delle maestose finestre rinascimentali. Un’area di scavo, lasciata in bella mostra nella pavimentazione dell’angolo nord della Cavallerizza, fa sfoggio degli avanzi di preesistenti strutture d’epoca romana. E al visitatore sembra quasi che l’edificio voglia fare concorrenza al pur notevole Museo nel rievocare fasti e splendori dell’antica Teano.
Bibliografia e Sitografia
http://www.prolocoteano.it/Museo/museo4.htm
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XVII sec.
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