CENNI STORICI
«A resti di una fortificazione si possono attribuire resti di muratura realizzati in blocchi irregolari di puddinga, ossia roccia con elementi tondeggianti uniti ad abbondante cemento siliceo, e ricorsi di laterizi, intorno alla piccola rocca (a 808 m. s.l.m.), in particolare sul lato sud-est; il resto potrebbe essere andato distrutto o, meglio, inesistente data l’inaccessibilità naturale del luogo sul versante nord-ovest, secondo l’espressione “Natura precipue munitissime”: il pendio molto ripido a nord rendeva, infatti, inutile una difesa, come a Satrianum che presenta una cinta muraria assente proprio a nord, e il borgo (la Terra) era escluso da tale difesa come a Brienza. L’impostazione urbanistica di Teana richiama quella di un kastellion, fortificazione di una parte del villaggio a differenza del kastron, ossia l’abitato fortificato, come il caso del vicino Castronuovo. A Teana si può ben individuare la rocca o avamposto anche come sistema di fortificazione urbana: il borgo era escluso dalla fortificazione ma in essa la popolazione poteva, comunque, rifugiarsi in caso di pericolo. La fortificazione dello sperone roccioso isolato rinsaldava ciò a cui già naturalmente la rocca era chiamata: controllo del territorio, vero e proprio punto di osservazione, sito strategico, a controllo della vallata del Serrapotamo ancor oggi chiamato dai locali Castiell, la tradizione toponomastica non ha cancellato quel monumento sostituito, nella seconda metà del XIX sec., da un serbatoio d’acqua. La scelta di questo sito ben risponde alle prescrizioni dei trattati bizantini d’architettura che raccomandavano il ricorso a difese naturali per rinforzare sicurezza e risparmiare sul costo della murature, la solidità difensiva era legata e dipendente dal sito e dalla sua posizione naturale. La tessitura muraria, per fortuna rimasta a noi, è poco leggibile data la profonda erosione della faccia a vista mentre evidenti sono una serie di piani di orizzontamento con coppi e tegole fratte a intervalli regolari. Le murature sono realizzate a scarpa e presentano uno spessore di circa 120 cm. Difficile stabilire un orizzonte cronologico data la mancanza di ritrovamenti ulteriori e dalla presenza, sul sito, del grosso deposito idrico che ha obliterato e distrutto qualsiasi altra memoria storica precedente. ...»
Bibliografia e Sitografia
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XIX sec.
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