Taverna (resti del castello di Taverna vecchia o rocca di San Martino)

CENNI STORICI

«Costruito tra la fine del X e gli inizi dell’XI secolo dai profughi di Trischene, il castello, o Rocca di S. Martino, costituì il nucleo centrale per lo sviluppo urbano e la difesa militare di Taverna medievale. Venne parzialmente distrutto nel 1162 dalle truppe di Guglielmo il Malo, poiché vi si erano rifugiati un gruppo di cospiratori e, in modo definitivo nella prima metà del XV secolo, durante la guerra tra Aragonesi e Angioini, quando venne abbandonato assieme alle abitazioni vicine della città, il cui completo trasferimento nel casale di Bompignano diede origine all’attuale nucleo urbano di Taverna. Dell’imponente struttura architettonica, che presumibilmente ricalcava una tipologia dettata dagli usi abitativi e difensivi: alloggi signorili e per i soldati, torrette di avvistamento, avamposti, depositi di armi, prigioni, stalle e magazzini, alcuni storici ne riportano addirittura la descrizione, tuttavia non supportata da riferimenti documentari certi4. I ruderi rimasti sono considerevoli, situati alla sommità di un impervio costone roccioso, indicato dal Galas come «Monte Paramite o Consuolo» e riportato nella topografia moderna come località Taverna Vecchia, a pochi chilometri dall’abitato di S. Giovanni d’Albi, in una zona alla quale si accede percorrendo i tornanti di una scoscesa mulattiera. È ancora visibile il vasto perimetro del castello, i vani parzialmente interrati e delimitati da muraglie con tracce di intonaco rosso; le possenti fortificazioni che cingono il rilievo alle fondamenta e s’innalzano in alcuni punti, lasciando immaginare la conformazione della costruzione militare. Gran parte del materiale edificatorio (veri e propri massi, misti a pietrame, cocci e malta) è stato utilizzato per i terrazzamenti degli orti attigui che lasciano intravedere nel terreno e tra la vegetazione altri ruderi dell’antico insediamento medievale».

Bibliografia e Sitografia

http://www.museoditavernaediting.it/BeniCulturali/patrimonio%20perduto.pdf

Articoli di approfondimento

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X sec.

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