Soverato (torre di Santa Maria di Poliporto o di Carlo V)

CENNI STORICI

«Solitaria sullo sperone a nord di Soverato, seppure ormai assediata da agglomerati urbani, si affaccia sullo Ionio una Torre Antica. È una delle 339 Torri marittime, castelli o fortini, edificate tre secoli addietro lungo le coste del Mezzogiorno; oggi parecchio scomparse, altre distrutte. Il regno di Napoli a quel tempo era dominio di Carlo V, ritrovatosi padrone di un vasto impero,tanto da poter dire che dal suo regno non tramontava mai il sole, estesi come erano i suoi possedimenti dall’Europa alle Americhe. Dal mare le scorrere piratesche minacciavano da sempre le indifese borgate costiere, bruciando e saccheggiando interi villaggi. Sul finire del quindicesimo secolo i pirati turchi e algerini presero maggiore audacia nelle loro imprese; e le spiagge della Calabria furono teatro di insolita violenza dei remi Caireddin e Oruc, detti i Barbarossa; del famigerato Dragut, conosciuto col nome di Sirra, sospettato di magia nera; del rinnegato Kiligi-Alì (la sfida) noto come Occhiali per gli storici cattolici nativo delle Cautela; del Pascià Sinan, Hassan Cicala, anch’egli rinnegatore della fede e della patria. Fu proprio a causa di sempre maggiori pericoli che il vicerè di Napoli don Pedro de Toledo, nella metà del 1500 pensò di edificare lungo tutto il litorale del regno una serie di manieri disposti in ordine e a distanza tali da costituire una valida catena di posti di avvistamento e un efficiente sistema difensivo. Le torri disseminate su tutto il litorale erano divise in cavallare o di allarme, e di difesa vera e propria. Le " cavallare" avevano il compito specifico di avvistamento e quello di consentire il cambio dei cavalli per coloro che percorrevano la costa, portando dispacci o in esecuzione di altri incarichi reali. Erano affidate a un torriere o a cavallari e sopracavallari che perlustravano il litorale; in occasione di avvistamento di navi sospette veniva dato repentinamente l’allarme a mezzo di spari, di fuochi o con un suono di campana; i cavallai avevano anche, e soprattutto il compito di percorrere a cavallo le marine suonando la tromba affinché le persone addette alla pesca ed ai lavori campestri potessero rifugiarsi nei borghi fortificati.

La Torre di Soverato, comunemente e genericamente indicata di Carlo V, a ricordo del periodo in cui fu edificata, o anche di Galilea, ma il cui esatto nome storico è quello di Santa Maria di Poliporto (o Paleporto) era "cavallara", retta da un sopracavallaro e con cavalli ordinari e straordinari, che venivano eletti in pubblico parlamento dall’amministrazione locale con l’intervento del governatore della Provincia. Durava in carica tre anni. Nel Liber Mortuorum dell’Archivio Parrocchiale di Soverato Superiore è annotato che il 18 gennaio del 1796 morì Francesco Ghareri di Satriano "custode della Torris Polipori". In un altro documento del 1880 si legge: "Fabbricato denominato Torre Antica e di recente restaurata ed ampliata, prima detta Santa Maria di Poliporto, alla contrada Santicelli alla Marina di Soverato". Alle spese generali di manutenzione, ai salari e per l’acquisto di polvere da sparo partecipava per un terzo il Casale di Argusto, altra partecipazione era a carico del Comune di Petrizzi. Il nome deriva dalla località, detta nel passato Marina di Santa Maria di Poliporto, a ricordo dell'antico nome del primo sito di Soverato, la greca (o sikela) Poliporto (o Paloporto) bruciata e distrutta verso il Mille dagli arabi e che sorgeva sulla collina dov’è la torre, con propaggini verso mare in località San Nicola. Le antiche fabbriche di quel villaggio sono oggi interrate e sotto mare. Nacque poi la Vecchia Soverato, distrutta dal terremoto del 1783 e i cui ruderi, solitari e abbandonati, mariterebbero una degna attenzione; quindi la Nuova Soverato (l’attuale Soverato Superiore); e infine la moderna Soverato, nuovamente a mare ufficialmente (trasferimento del Municipio) dal 1881. L’antico Fortino, il Turrazzo per i Soveratani, più volte ammodernato è oggi al centro di questo "pellegrinaggio" urbano, a guardia ora non più di turchi e di pirati, ma del volto nuovo della città e della sua storia antica».

Bibliografia e Sitografia

http://www.calabriamondo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=705&Itemid=74

Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XVIII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Buono

AUTORE DELLE AGGIUNTE / CORREZIONI

SITO UFFICIALE

IMMAGINI

Previous Image
Next Image

info heading

info content


Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.