Somma Vesuviana (resti del castello normanno, mura, borgo medievale)

CENNI STORICI
Nella parte più alta, in posizione strategica rispetto all'intera pianura campana, verso l'XI secolo, fu eretto il fortificatissimo castello che ospitò longobardi, normanni e svevi, mentre successivamente gli ungheresi ne saggiarono l'imprendibilità. Con l'avvento degli angioini il castello sul monte e la cittadina medioevale di Somma, sviluppatasi più in basso, ebbero maggiore importanza e un incremento significativo sia nella parte residenziale che in quella artistica. La zona fu selezionata come stabile dimora estiva dai regnanti angioini per la salubrità dell'aria e la fedeltà dei sudditi a cui furono per riconoscenza concessi molti privilegi e molte opere d'arte, tra cui ricordiamo quelle architettoniche più importanti: restauro del castello a monte con la costruzione della cappella di Santa Lucia, opere di fortificazioni del borgo medioevale, il palazzo reale in località Starza della Regina e la monumentale chiesa di San Domenico con l'annesso convento. Non da meno furono i successori degli angioini, cioè gli aragonesi, che soggiornarono molto spesso in Somma Vesuviana e lasciarono la loro traccia con la riedificazione della cinta muraria, giunta fino a noi quasi intatta, con il castello a ridosso delle mura, eretto da Lucrezia d’Alagno, e con la magnifica chiesa di Santa Maria del Pozzo, fatta costruire dalla regina Giovanna III d'Aragona, che viveva a Somma Vesuviana e che nelle sale del palazzo della Starza della Regina assistette alla celebrazione delle nozze della figlia Giovanna IV con Ferrantino. Precedentemente proprio Ferrante I aveva constatato l'imprendibilità del castello di Somma allorquando era qui venuto con molti armati per sottomettere Lucrezia d'Alagno, amante del padre Alfonso il Magnanimo, che a quest'ultima aveva regalato la terra di Somma, sotto la finta stipula di una vendita al fratello Ugone. Fu per questo riconoscimento che Somma ebbe rifatta interamente la cinta muraria per migliorarne la struttura difensiva e non fu più concessa in feudo, ma restò sempre sotto il più stretto demanio regio e i diritti su di essa vennero concessi solo ai familiari del re, per salvaguardare la città di Napoli da attacchi di nemici provenienti dal lato orientale. Solo con la caduta degli aragonesi la cittadina venne concessa in feudo, ma la fierezza dei suoi abitanti fece sì che questa situazione non perdurasse a lungo e, con indicibili ed esaltanti sacrifici e con notevoli indebitamenti, furono raccolti i 112.000 ducati, cifra occorrente per pagare il riscatto e rientrare così sotto il demanio regio. Nel frattempo l’urbanizzazione della zona era cresciuta e si erano sviluppati il quartiere Margherita, il quartiere del Borgo e il quartiere di Prigliano, mentre nelle fertili campagne più a valle, nei poderi acquistati da vari nobili napoletani, venivano edificate ampie ed attrezzate "masserie". ... Il borgo del Casamale prende il nome dalla aristocratica famiglia dei Causamala, che compare per la prima volta in un atto di locazione del 1011. Circondano il borgo le antiche mura aragonesi, consolidate nel 1467 dal re Ferrante d’Aragona. Tali mura servivano per il contenimento dei terrapieni intorno alla Terra Murata. Quattro porte si aprivano lungo le mura: Porta Terra o Porta San Pietro situata sul lato Nord; Porta Formosi o Porta Marina situata sul lato ad Ovest; Porta della Montagna o Porta Castello situata sul lato Sud; Porta Piccioli o Porta Tutti i Santi situata sul lato ad Est. Il nucleo centrale del Casamale è un edificio ecclesiastico, il convento dei Padri Eremitani di Sant’Agostino con la cappella titolata prima a San Giacomo e poi, dopo la costruzione della chiesa, a Santa Maria della Sanità. Nel 1595 la chiesa fu insignita del titolo di Collegiata cambiando il nome di Santa Maria Maggiore. Il Casamale racchiudeva tra le sue mura, oltre alla imponente Collegiata, conventi e palazzi dell’aristocrazia che occupavano solo in misura parziale le insule. Questi terreni sono stati pian piano occupati e abitati da coloni, commercianti, artigiani. L’antico borgo medievale del Casamale si conserva ancora integro, nonostante le evidenti tracce di manomissioni consistenti in interventi in calcestruzzo tra le antiche murature in pietra. Il borgo si sviluppa sulla dorsale del Monte Somma, tra i 180 ed i 220 m.s.l.m. e consiste in uno spazio delimitato da antiche murazioni ancora oggi ben visibili che individuano un netto confine con il resto dell’abitato. Il borgo è astutamente protetto a Sud dal Monte Somma, a Est dall’Alveo Fosso dei Leoni e a Ovest dall’Alveo Cavone del Purgatorio. Attorno al centro, l’attuale Collegiata, si sviluppa un impianto medievale fatto di vie strette, alcuni archi, con le coperture delle case che sembrano toccarsi non consentendo al sole di filtrare. Le costruzioni presentano una colorazione grigia e spesso si trovano importanti archi d’ingresso in piperno. I balconi delle abitazioni, ornati da parapetti di ferro battuto, sono poco sporgenti e sono impostati su robuste soglie di piperno lavorato. Elementi architettonici del XVI, XVII e XVIII secolo sorgono accanto alle costruzioni medievali, tra cui palazzo Colletta–Orsini, il palazzo Basadonna, il Monastero della Monache Carmelitane, palazzo Secondulfo. Questo importante patrimonio d’arte e di cultura ha subito purtroppo numerose manipolature che hanno distrutto in poco tempo strutture che si mantenevano intatte da secoli.
Bibliografia e Sitografia
https://www.google.com/url?sa=i&url=http%3A%2F%2Fwww.borgocasamale.it%2F&psig=AOvVaw3-epJNPQZ3w-x3X08B-E_h&ust=1711184288746000&source=images&cd=vfe&opi=89978449&ved=2ahUKEwih2NauwIeFAxVol_0HHeqpBE0Qr4kDegQIARBJ
Articoli di approfondimento

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XI sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Buono

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