CENNI STORICI
«Il borgo di Sologno, uno dei piu antichi del nostro Appennino, è diviso in due parti: Villa di Sopra o Castello e Villa di Sotto, chiamata piu semplicemente "La Villa". È nominato in un documento del 1022, in cui si dice che dipendeva dal Castello di Piolo ed era sottomesso alla famiglia dei Da Dallo. Nel 1373 fu assoggettato ai Fogliani per poi passare agli Este nel 1427, da quel periodo in poi restò sotto la giurisdizione di Minozzo. La parte piu interessante è il "Castello" (Villa di Sopra), esso si snoda in posizione assolata ed è arroccato, a 785 m s.l.m., su una linea spartiacque a nord del monte Stetta e a sinistra del torrente Lucola. Costituisce un esempio di antico insediamento difensivo che sfrutta sapientemente la struttura aspra e inaccessibile del luogo essendo su tre lati attorniato da rupi e dominando parte della valle del Secchia. L'impianto urbanistico è di tipo lineare a striscia percorso longitudinalmente da una stretta strada, affiancata da caseggiati disposti scalarmente, che risale 1'abitato creando un percorso obbligato, facilmente difendibile in caso di assalto. Molto probabilmente per accedere all'antico abitato si doveva passare sotto ad una torretta, posta a presidio nel lato settentrionale del borgo, avente un ampio arco a tutto sesto, ora tamponato. Uno stretto sottopasso sovrastato da una trama lignea sorretta da mensole quattrocentesche e fiancheggiato da antiche mura che si innalzano direttamente sulla roccia, introduce all'area anticamente occupata dal Castello. Queste stradine strette, gli slarghi, gli edifici, alcuni presenti solo allo stato di rudere, colpiscono 1'osservatore e riportano ad atmosfere lontane quando la laboriosità, la comunione degli abitanti, la vita scandita dal ritmo delle stagioni e le grida gioiose dei bambini rendevano questo paese vivo e unico nel suo genere. Sulle vecchie case e sui muri, tracce di un lontano passato: finestrelle riquadrate a zigrino cinquecentesche, altre piccole architravate tipiche del 1300-1400; portali in arenaria finemente scolpiti, maestà inserite nei muri a propiziare la benevolenza divina, vecchi forni, aie che si aprono all'improvviso, muri che si ergono direttamente sulla roccia, tetti in parte ancora coperti a "piagne", tanti sottopassi a sottolineare il bisogno di riparo e protezione dai venti e dalle intemperie, ma purtroppo troppe rovine: muri, pietre, caseggiati chiusi, abbandonati, restaurati in modo improprio con prodotti industriali che nulla hanno a che vedere con le pietre locali e con gli inconfondibili intonaci rosati caratteristici del luogo. La vecchia chiesa dedicata a S. Martino si diceva essere tra le piu belle del nostro Appennino, menzionata nel 1456, sorgeva nei pressi della Rocca, ma fu distrutta da una frana e venne ricostruita a valle in localita "La Villa" nel 1822, ecclesiasticamente dipendeva dal plebanato di Minozzo».
Bibliografia e Sitografia
http://digilander.libero.it/icvillaminozzo/borghi/sologno.htm
Articoli di approfondimento
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XIV sec.
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