Savignano sul Panaro (castello)

CENNI STORICI

«Pittoresco borgo arroccato, il cui nucleo è ancora perimetrato dalla triplice cinta trecentesca, e già citato dal sec. IX, appartenne dapprima ai Canossa, poi fu conteso fra Modenesi e Bolognesi finché entrò nel Ducato estense a partire dal 1360. Per il toponimo Savignano si ritiene fondata la derivazione dal personale latino Sabinius, forse il locale proprietario terriero. Attraverso un ingresso fortificato si imbocca la strada maestra che, fiancheggiata da case quattrocentesche, sale al pianoro sommitale, dove si trova la settecentesca parrocchiale, di cui si ha notizia in documenti del 1027 e del 1033, nonostante l'impianto odierno risale ad un rifacimento del 1746. Presenta una facciata piuttosto sobria e all’interno conserva una copia in gesso eseguita dal pittore e scultore locale Giuseppe Graziosi (1879-1942) della Pietà del Lucerni. Il Castello, nominato per la prima volta in una pergamena del 1026, è dominato da una torre in sasso sotto la quale si apre un arco sormontato da un affresco di ignoto raffigurante la Madonna col Bambino. Sembra sia sorto su una villa romana sulla sommità del colle, poi fortificata dai Longobardi e in seguito dai Franchi. Il re Pipino (781-810), figlio di Carlo Magno, lo donò alla Chiesa di Modena, che più tardi, nel 1033, lo cedette a Bonifacio Marchese di Toscana, e da quest’ultimo passò in eredità alla figlia, la contessa Matilde di Canossa. Successivamente proprietari del Castello divennero i Vescovi e il Comune di Modena, i Da Savignano, i Contrari e, per ultimi, i Boncompagni. Oggi il Borgo Castello, uno dei più suggestivi della provincia, è stato in gran parte restaurato ed un nuovo monumento ai caduti, che fa da corona a un’opera del Graziosi, è stato eretto di fronte al cimitero del paese. ...».

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Buono

AUTORE DELLE AGGIUNTE / CORREZIONI

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