CENNI STORICI
S. Stefano Belbo viene citato per la prima volta in un diploma di Ottone III datato al 1001 tra le località concesse al marchese Olderico Manfredi. Successivamente il centro passò sotto il controllo dei marchesi di Monferrato. Nei primi decenni del XIV secolo si assiste a un riordino residenziale e difensivo, probabilmente voluto dal comune di Asti, ormai entrato sotto il controllo angioino; negli statuti locali vengono ricordati una “villa” e un borgo “nuovo”: da questo momento in poi vennero realizzate una serie di nuove strutture, all’interno di un programma di rifondazione del centro, motivo per cui è probabile che le vecchie strutture difensive persero progressivamente importanza, andando ad assimilarsi alla difesa del borgo “nuovo”. Per quanto riguarda il burgus vetus, doveva essere presente un castello, i cui resti della torre rappresentano oggi l’unico elemento superstite. Questa struttura è situata sul colle alle spalle dell’odierno abitato, in posizione dominante. Nei documenti non si rintracciano notizie significative a proposito di questo complesso difensivo; in realtà viene menzionato per la prima volta in un atto del 1188, quando il marchese Berengario di Busca ne donò la metà al comune di Asti, che poi ne acquisì la totale proprietà verso la fine del XII secolo, mantenendola poi per tutto il secolo seguente. Le vicende successive di S. Stefano sono collegabili in buona parte a quelle del vicino centro di Cossano Belbo: l’abitato rimase sotto il controllo dei Paleologi per tutto il tardo medioevo fino alla prima età moderna. La torre doveva certamente essere parte di un più ampio complesso fortificato (è stato rinvenuto un tratto del muro di cortina), ma al momento non è possibile ipotizzare la sua reale conformazione ed estensione. Non è stato possibile tantomeno confermare la presenza della parte residenziale, il palacium castri, mai menzionato nei documenti. Attualmente la torre riversa in un precario stato di conservazione: di quella che nel XII e XIII secolo fu con ogni probabilità la torre “maestra” non rimangono ormai che dei ruderi; questi, esposti all’azione degli agenti atmosferici, rischiano di subire ulteriori danni che provocherebbero il definitivo collasso della struttura.
Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XII sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Rudere
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