CENNI STORICI
La "superba torre" (Medaglia, 1692), portata a termine nel XIV sec. con il contributo dei Cavalieri Gerosolimitani, altrimenti noti come Cavalieri di Malta, rappresenta per alcuni aspetti il più enigmatico esemplare tra le opere fortificate delle Marche, dal momento che ancor oggi sono molte le ipotesi sul suo significato simbolico e sulla sua effettiva utilità. La torre, eretta nel punto più alto della città, si eleva per circa 28 metri con 8,20 metri di lato. La pianta quadrata è determinata esternamente dalle spesse mura perimetrali (1,60 metri), costituite da una meticolosa tessitura laterizia uniforme per l'intera superficie, con cantonali in conci di calcare bianco su tutta l'altezza dei quattro spigoli (escluso il parapetto superiore). Alla linearità del perimetro esterno si contrappone l'articolata spazialità interna, caratterizzata dalla struttura scalare che proietta quattro piloni angolari sui quali si innestano gli archi rampanti: il risultato è una composizione planimetrica regolata da una simmetria centrale con pianta a croce greca. Al riguardo, è interessante notare che, tracciando le diagonali passanti per il centro della base, si disegna una virtuale Croce di Malta: non è possibile sapere se tale coincidenza fosse stata prevista nel progetto originario della torre, occorre però considerare che l'architettura medioevale, in particolar modo quella afferente agli ambienti più colti e ricchi, come era appunto quello dei Cavalieri di Malta, è sempre stata caratterizzata da forti implicazioni simboliche e proporzionali. Alla torre si accede attraverso un portone situato al livello del terreno, contrariamente a tipologie più comuni d'ingressi a forte dislivello (pusterle); il varco a tutto sesto, con centinatura in laterizio levigato, è stato poi modificato con l'inserimento della lunetta scolpita.Sulla fronte interna è visibile una doppia ghiera di mattoni levigati che decora il fornice archiacuto dell'ingresso; l'impiego di ghiere a mattoni levigati contrassegna anche tutte le monofore della parte bassa della torre. All'ingresso si trovano, inoltre, una feritoia alta sulla parte ovest, successivamente tamponata, e una botola sul pavimento, che rivela la presenza di un piano sotterraneo voltato a botte nel quale, in fase di ripulitura, sono stati rinvenuti resti di ossa umane. A destra dell'ingresso ha inizio la scala generata da un corpo unico strutturale, un arco rampante che, ruotato di 90° e alzato di circa 140 cm, in assenza completa di piani, aggiunti solo in epoca moderna per posizionare l'orologio e il serbatoio poi smantellato, conduce senza interruzioni dal piano terreno alla battagliera. La salita avviene tra il muro perimetrale e un alto parapetto, peraltro oggi in parte demolito (diverse file di mattoni sono state divelte) e tale da consentire l'affaccio sul vuoto interno, diversamente dal disegno originario. Con ogni probabilità, infatti, il percorso senza vie di fuga per l'occhio umano doveva rappresentare una sorta di mistica ascesa verso Dio con la sola guida della luce proveniente dalle scarse feritoie, orientate per illuminare le rampe dall'alto e agevolare unicamente l'avanzamento; di contro, la discesa doveva risultare alquanto disagevole dal momento che la luce si riceveva da tergo. ... In epoca più recente è stata inserita sopra il portone d'ingresso una lunetta di chiara origine preromanica proveniente, seconda una tradizione non verificabile, dall'Abbazia Imperiale di Santa Croce al Chienti (zona Casette d'Ete) e simboleggiante il "Christus Triumphans", posto sulla croce che poggia sulla groppa di un animale accosciato, incluso in una folta ornamentazione a ramages...
Bibliografia e Sitografia
http://soleinfaccia.blogspot.com/2010/08/santelpidio-mare-e-i-cavalieri-di-malta.html
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XIV sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Buono
AUTORE DELLE AGGIUNTE / CORREZIONI
SITO UFFICIALE
IMMAGINI