Sant’Angelo in Pontano (resti del castello)

CENNI STORICI

Nel punto più alto del paese, in cima alla via del Castello, superato l’attuale convento delle Benedettine, uno scoglio sormontato da rovine è ciò che rimane dell’antica rocca del Paese. Il luogo è chiamato dagli abitanti lu Monderó, per i mucchi di macerie che erano detti appunto monterottij e monterones. Nei pressi delle rovine si trova il serbatoio dell’acqua che alimenta la rete idrica del paese e nelle immediate adiacenze, da non molti anni, è stato realizzato ed attrezzato un punto di sosta e d’osservazione per i viandanti turisti. Da qui lo sguardo può spaziare a 360° e si osserva un panorama meraviglioso. Certamente, proprio per la sua posizione, intorno al 1130 il conte Gerardo da Vignole, signore del territorio santangiolese, iniziò qui a edificare il suo palatium e quindi a costruire il castrum Sancti Angeli, che si sviluppò poi sull’altura distendendosi con ulteriori edifici sino all’attuale torre dell’orologio, e quindi, nel tempo, più in basso con espansione a semicerchio verso ovest. La rocca, adiacente ai palazzi residenziali della famiglia comitale, accoglieva la guarnigione degli uomini armati, o custodes, che provvedevano alla sua difesa ed avevano anche compiti ordinari di polizia. Quando Sant’Angelo divenne castello di Fermo, dalla città si inviava a risiedere nella rocca un castellanus, che comandava gli armati, e un vicario temporale che rappresentava lo stato ed aveva anche funzioni di giudice e notaio. La rocca santangiolese è citata nella Descriptio Marchiae dell’Albornoz dell’anno 1366 fra i dieci luoghi fortificati dello Stato di Fermo. Dopo la definitiva pacificazione dello Stato Pontificio, nei secoli successivi e fino a tutto il Settecento, la rocca aveva perso la sua importanza difensiva ed era rimasto in piedi il suo corpo principale che era detto Palazzo Vicariale, appunto perché residenza del vicario fermano. Si sa di certo che il palazzo era mal ridotto e pericolante nel 1776 a causa di cedimenti e distacchi della formazione tufacea a strapiombo su cui era fondato. Forse crollò intorno alla fine del secolo XVIII, o più verosimilmente fu demolito in quest’epoca, per non creare pericolo al sottostante convento agostiniano, risultando nel 1818 solo un ammasso di rovine

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Rudere

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