Santa Maria di Galeria (fraz. di Roma, ruderi del castello e delle mura di Galeria Vecchia)

CENNI STORICI

Come tutte le città satelliti di Roma, anche Galeria decadde sotto la spinta delle invasioni germaniche, per essere ripopolata solo nel medioevo. Nell’VIII secolo d.C. papa Adriano I, che mirava ad un’espansione e a un consolidamento dell’area della Campagna Romana, fondò in una Galeria in rovina una Domus Cullate. Questa venne poi trasformata in “curtis” da papa Gregorio IV nell’anno 840 d.C. Qualche decennio più tardi i Saraceni, che in quel periodo imperversavano sulle coste tirreniche, assediarono e distrussero Galeria. Ricostruita e ampliata fu proprietà dei Conti di Galeria e successivamente, dall’anno 1276 appartenne alla famiglia Orsini. I passaggi di mano furono molto numerosi cosicché nel 1486 divenne proprietà dei Colonna a cui seguirono i Caetani, i Savelli e in ultimo i Sanseverino. Con il passaggio a quest’ultima famiglia per Galeria iniziò un lento ma inesorabile declino che la vide nel corso degli anni trasformarsi da centro fortificato a tenuta agricola. Com’è ovvio la popolazione ebbe un forte calo che culminò con la malaria che durante il 1700 infestava l’Agro Romano. Ormai in rovina e ridotta per lo più a rifugio di pochi disperati, Galeria fu completamente abbandonata nell’anno 1809. Prima di descrivere quello che possiamo trovare nella città morta di Galeria un avvertimento è d’obbligo. Pur non avendo bisogno di permessi particolari per accedere al sito è da sottolineare il fatto che in tutta la zona l’intricata vegetazione nasconde alcune buche a volte anche profonde e che molte rovine sono alquanto pericolanti. Con un po’ di attenzione tutto diventa più facile e ci si può tranquillamente immergere nel fascino della visita. Così, arroccate sullo sperone di tufo troviamo molti ruderi di case che costituivano il centro vitale della Galeria medioevale. Sappiamo con certezza che all’interno dell’area fortificata sorgeva un castello andato completamente distrutto di cui restano solo alcune macerie. Annessa al castello era la Chiesa di San Nicola di cui possiamo ammirare il piccolo campanile eretto nel XVIII secolo, unica testimonianza dell’esistenza di questa chiesa.

Bibliografia e Sitografia
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VIII sec.

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Rudere

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