SANTA CROCE DEL SANNIO (palazzo baronale)

CENNI STORICI

Comune montano di antiche origini, sorretto essenzialmente dall'agricoltura. Il territorio comunale, dal profilo geometrico piuttosto uniforme, si compone di colline che si succedono a perdita d'occhio e che s'innalzano gradualmente fino a fondersi con i contrafforti meridionali dei monti del Sannio; con l'aumentare dell'altitudine faggete e boschi cedui di quercia e cerro, popolati da rapaci e uccelli comuni (poiane e colombacci) nonché da mammiferi (volpi e cinghiali), si sostituiscono ai vigneti, agli oliveti e alla macchia mediterranea che predominano nell'ambiente della media collina. Ai piedi dell'abitato, lungo le sponde di un torrente, prospera la flora riparia, composta da filari di pioppi, ontani e salici.

Già nota in epoca romana come luogo di sosta lungo l'antica via Minucia, appare in alcuni diplomi redatti nell'VIII secolo d.C. come Casale Sanctae Crucis. Nel 762 fu assegnata dal re longobardo Desiderio ai monaci dell'abbazia di Montecassino; successivamente, dopo essere stata sottoposta all'autorità del gastaldato di Boiano, fu concessa in feudo da Guglielmo I a Rodolfo Alemagno, che ne detenne il controllo tra il 1172 e il 1183. Nel Duecento passò dalla famiglia Santacroce a Siginulfo, conte di Telese; appartenne in seguito ai Monfort e, per concessione di re Ferdinando I d'Aragona, al suo capitano d'arme Giovan Battista del Balzo (1465); fu ceduta poi a tale Luigi Rovigliero e alla nobile famiglia sorrentina dei Tramontano. Prima di entrare a far parte della provincia di Benevento, con l'unità d'Italia, appartenne dapprima a quella di Capitanata e in seguito a quella di Campobasso. Il terremoto del 1688 causò il crollo di 18 case, della torre del palazzo baronale e danni alla chiesa, il sisma del 1805 causò danni all’abitato. Il primo nucleo dell'abitato era compreso entro mura castellane, dotate di tre porte d'accesso; il fortilizio, trasformato poi in palazzo baronale, è oggi sede del municipio. Il centro storico è abbellito da splendidi palazzi nobiliari, tra cui spiccano la seicentesca casa natale dello storico meridionalista Giuseppe Maria Galanti, palazzo Capozzi e numerose residenze sei-settecentesche. Tra gli edifici sacri figura la chiesa di Santa Maria Assunta, costruita nel 1761 con pianta a croce latina: l'edificio presenta una facciata in pietra calcarea e, all'interno, un altare in marmi policromi del XVIII secolo e una statua lignea dell'Assunta, opera dello scultore Paolo Saverio di Zinno. A quest'ultimo si devono anche le statue in legno di San Francesco e dell'Immacolata conservate nel convento e nella chiesa di San Francesco (VIII secolo). Del VII secolo, successivamente restaurato, è il complesso conventuale di Sant'Antonio, che racchiude un chiostro settecentesco.

Bibliografia e Sitografia

https://catalogo.beniculturali.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/1500916835

 

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XVI sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Restaurato

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