San Martino in Pensilis (palazzo baronale Tozzi)

CENNI STORICI

L’esistenza del “Palazzo del baronale" o comunemente chiamato "Castello", viene attestata in maniera indiretta dai documenti cassinesi negli atti del “Registrum" di Pietro Diacono, i quali informano anche sulla struttura che esso aveva e della presenza delle porte collocate tutte intorno alla cinta muraria che avvolgeva il palazzo e che sono denominate "Portella" (piccola porta) e "Porta San Martino". Il Palazzo, dove Ferdinando De Capua, quarto Duca di Termoli, aveva stabilito la sua dimora abituale per la salubrità dell’aria e la vicinanza a Termoli, oggi appartiene per metà al Comune di San Martino in Pensilis e per metà alla famiglia Tozzi. Stando alla cronologia a noi pervenuta , il suddetto palazzo, dovrebbe risalire al XI-XII secolo d. C., presentando la tipica struttura dei castra di epoca normanna, la cui principale funzione era quella difensiva. Purtroppo durante l'epoca di Federico II per via della sua politica di smantellamento delle difese locali, a favore dei castelli imperiali, perse la sua originaria funzione e anche la sua architettura, a seguito anche di divisioni ereditarie e di conseguenti trasformazioni strutturali. Lo scrittore Giambattista Masciotta, afferma, infatti, che nel XV secolo sarebbe avvenuta una sostanziale trasformazione, poiché l'attuale impianto urbano non rimanda all’esistenza di torri circolari di epoca angioina. La descrizione del Palazzo baronale è stata ripresa da un manoscritto risalente al 1590 conservato nei locali del Convento "Gesù e Maria" e in seguito scomparso nel 1912: "Trovasi in dicta terra di S. Martino un antico palazzo in forma di castello ch’é di proprietà et pertinenzia del nostro Ill.mo Signore D. Ferdinando de Capua quarto duca di Termoli. Dicto palazzo è in forma di commoda et inespugnabile fortezza, et è posto nel luogo più sublime di dicta terra. Si entra nel palazzo con alta e ben costructa sciulia di breccioni, dopo la quale viene il ponte levatoio che cuopre il fosso di sicurezza, che gira intorno al fabbricato. Passato il ponte si trova il primo portone del cortile con la sua ritirata e difesa per merli e merloni di pietra massiccia et altre opere ben munite per improvvisi assalti. Dalla corte si passa ad un secondo portone che mette nelle stanzie tutte commode e ben constructe et assai numerose." Il Palazzo Baronale strutturalmente si sviluppa su tre piani e presenta le sembianze di una fortezza inespugnabile; ha una guardia del lato che è più esposto all'assalto nemico, il forte castello quadrato, con contromurali a scarpa, attaccato alle mura de dicta Terra che corrisponde al corpo di fabbrica che si affaccia su piazza della Vittoria e potrebbe essere il nucleo originario, o forse semplicemente quadrangolare poggiante sull'impianto più antico del complesso fortificato, essendo evidente che le aperture terranee corrispondano a rifacimenti ottocenteschi. Al Palazzo si accedeva mediante una sciula, rampa o scala, che permetteva l'accesso alla Corte, primo portone che dava sul cortile sostenuto da mura massicce in pietra, attraversando il quale, si poteva accedere al secondo portone che introduceva alle numerose stanze interne e ben strutturate. Della cosiddetta sciula non vi è più alcuna traccia, ma presumibilmente poggiava sulla spalletta sostituita dalla scalinata che affaccia su Largo Baronale, favorendo l'accesso dei carri al ponte levatoio. L'estensione è di circa 1600 metri quadrati, condizionando l'intera struttura del paese.

Bibliografia e Sitografia

https://fondoambiente.it/luoghi/palazzo-baronale-san-martino-in-pensilis?ldc

Articoli di approfondimento

PROVINCIA

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EPOCA

XI sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Restaurato

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