CENNI STORICI
I ruderi della Rocca di Montecalvo si stagliano a 1063 m. s.l.m. Figura per la prima volta in una bolla di Leone IX rilasciata al vescovo Bernardo II di Ascoli in un contesto di conferma patrimoniale della sua diocesi. Nel XIII secolo il “castrum Montis Calvi” era feudo della potente famiglia Guiderocchi, una stirpe nobile e irrequieta che riempì la storia d’Ascoli fino alla sua sventura. Dopo l’annientamento di Manfredi a Benevento, Carlo d’Angiò volse le sue mire verso i confini della Chiesa prendendo di mira i castelli di frontiera tra cui Montecalvo. Nel 1280 lo stesso sovrano chiamò il celebre maestro Pietro d’Argicourt, per eseguire i lavori di consolidamento della fortezza. Nel 1288, le rivendicazioni dei legittimi dinasti e la spinosa questione della pertinenza di Montecalvo, avevano costretto Nicolò IV a comandare al rettore della Marca Giovanni Colonna di marciare sul posto allo scopo di riconquistare la fortezza. Il Colonna pose d’assedio la rocca e il 15 Agosto la riconsegnò alla Chiesa Romana e ai suoi legittimi proprietari, cioè i Guiderocchi. Nel 1301 quest’ultimi vendettero al Comune di Ascoli la fortezza per 8000 libre ravennati. La rocca sarà destinata a proteggere militarmente la frontiera dello Stato ascolano e alla popolazione di Montecalvo. Nel 1377 la sicurezza di quei luoghi fu affidata ad un castellano e sei sergenti e nella prima metà del XV secolo conobbe le pesanti esperienze delle signorie di Ladislao di Durazzo, dei Da Carrara e di Francesco Sforza. Nel 1490 fu restaurata e la fortezza ebbe un periodo di relativa tranquillità durante la quale il suo castellano si sarebbe dedicato alla riscossione dei proventi derivanti dal sottostante passo verso il Regno di Napoli e ad altri interessi agricolo-pastorali. Nel 1539, per risanare le casse dello Stato Pontificio, papa Paolo III vendette la Fortezza di Montecalvo al Comune d’Ascoli Piceno. Nel 1541 la struttura minacciava ancora rovina e il Consiglio incaricò i conduttori della medesima a provvedere a quanto necessario, con l’intervento dei conservatori. Intanto in montagna la situazione si stava facendo preoccupante a causa delle azioni dei banditi di Montecalvo comandati da Mariano Parisani, i quali si erano macchiati dei più atroci reati e nel 1567 la Santa Sede mandò Candido Zitelli da Norcia a sterminare i malviventi. Si assiste in tempi molto rapidi alla distruzione di quasi tutte le ville del Comune di Montecalvo, numerosi prigionieri furono condotti in Ascoli e i loro corpi furono squartati e trascinati per le vie della città. La lezione servì da esempio. Infatti, il 15 luglio i rappresentanti delle ville del Comune di Montecalvo accettarono di mantenere a proprie spese un centinaio di soldati, promisero di rastrellare la montagna e portare le teste dei banditi al commissario Zitelli, di non restaurare le abitazioni distrutte senza licenza del pontefice e di non lavorare nei possedimenti dei malviventi. La rocca, in questa situazione, non ebbe alcun ruolo, giacché in precedenza un raid distruttivo del governatore Vincenzo Boncambi d’Ascoli l’aveva ridotta in condizioni spettrali. Inizia così un lento periodo di decadenza che porterà la Rocca a quei ruderi che ancora oggi sono visibili. Ciò che oggi rimane della fortificazione sono i resti di un corpo monolitico posto sulla sommità di un colle, realizzato in conci squadrati di pietra. Il perimetro segmentato dovrebbe essere quello messo in atto da Maestro Angelo di Francesco alla fine del Quattrocento (tale epoca è riconducibile grazie ad una feritoia da moschetto, unica superstite visibile). L’azione degli agenti atmosferici ha eroso notevolmente il paramento esterno delle cortine che delimitavano il manufatto, il quale ha assunto un andamento trapezoidale. Illeggibile è la compartimentazione degli ambienti in cui si divideva la rocca. Riprendendo una descrizione del Colucci sappiamo che “Il più mirabile in detta rocca è che nel mezzo di essa vi è un apertura con la quale si scende in una camera profonda ove sorge un limpidissimo fonte di acque fresche, leggere e salutari, medicina mirabile a varie infermità e che vi era una larghissima piazza d’armi lastricata di sotto”. Un particolare interessante è rappresentato dai fori presenti in più punti delle rocce che costituiscono la pavimentazione naturale esterna della fortezza. Qui erano alloggiate le palizzate di legno per difendere esternamente la rocca.Bibliografia e Sitografia
https://it.wikipedia.org/wiki/Montecalvo_del_Castellano#Storia
https://www.habitualtourist.com/rocca_di_montecalvo
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