CENNI STORICI
Il Palazzo Doria Pamphilj si trova a San Martino al Cimino, a circa 4 chilometri da Viterbo. San Martino al Cimino è una graziosa località alle porte di Viterbo. Il suo gradevole clima, rinfrescato dalla presenza di fitti boschi, e la posizione geografica con vista panoramica sulla piana viterbese ne fanno un apprezzabile luogo di villeggiatura. L’antico centro medioevale, cresciuto intorno all’abbazia cistercense, è stato riadattato nel XVII secolo in seguito alla costruzione del Palazzo Doria Pamphilj ed è accessibile mediante due porte collegate da una strada che attraversa tutto il piccolo paese. La costruzione di Palazzo Doria-Pamphili, sugli antichi ambienti dell’Abbazia, si deve alla principessa Olimpia Maidalchini (1594-1657) che, intorno alla metà del XVII secolo, affidò all’architetto Marcantonio De Rossi la trasformazione radicale del tessuto urbano di San Martino al Cimino. Il centro urbano fu strutturato con case addossate le une alle altre e schierate in funzione della grande Abbazia e del Palazzo usato originariamente dai monaci e trasformato, in quest’occasione, in un sontuoso palazzo signorile utilizzando materiali provenienti dalla ristrutturazione del palazzo di famiglia in piazza Navona a Roma dove donna Olimpia abitò fino alla morte del cognato, papa Innocenzo X, che le aveva procurato il titolo di principessa di San Martino al Cimino e fatto costruire il borgo. L’imponente costruzione è oggi sede dell’Azienda di Promozione Turistica ed ospita un elegante centro congressuale. Il cantinone, che è la parte più antica del Palazzo ed è diviso da grandi pilastri su cui poggiano le volte cistercensi della primitiva abbazia, è destinato ad attività espositive, mostre, sfilate di moda, concerti, ricevimenti. Il piano rialzato con sei sale didattiche, la réception e la Sala Aldobrandini, costituisce l’ambiente adatto per seminari e corsi di formazione. Il Piano nobile, invece, innalzato su progetto degli architetti della scuola romana facenti capo al Borromini (Spada, De rossi, Marucelli), si articola in una serie di sale per meeting e convegni, con eleganti soffitti a cassettone, che confluiscono nella sala Donna Olimpia impreziosita da un grande camino con raffinate decorazioni. Tutti gli spazi hanno il pregio di una grande luminosità. Dal livello superiore, adibito a comodo spazio per il coffee-break, si può godere di uno spettacolare panorama: dalle ampie finestre lo sguardo spazia dai tetti a coppi delle caratteristiche case a schiera alla piana viterbese e, a perdita d’occhio, al mare. Un comodo ascensore occupa il «vuoto» della ardita scala elicoidale a doppia rampa che collega tutti i piani. Il giardino-cortile viene spesso attrezzato per spettacoli all’aperto, ricevimenti e parcheggio riservato. Nelle immediate adiacenze si aprono la Sala dei Monaci, con volte a crociera, per party e concerti, e la Sala del Granaio, già occupata dal dormitorio dell’abbazia ed oggi un utile spazio per riunioni. Si dice che, all’interno del Palazzo, il soffitto a cassettoni della stanza da letto di donna Olimpia abbia una particolarità comune soltanto ad altri due palazzi in Europa: si può abbassare tramite un sistema di carrucole per ridurre il volume totale della stanza, favorendone il riscaldamento.
Bibliografia e Sitografia
Palazzo Doria Pamphilj (regione.lazio.it)
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XVII sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Restaurato
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