SAN LUPO (borgo, palazzo Iacobelli)

CENNI STORICI

San Lupo è un piccolo paese medievale situato nell’entroterra del territorio sannita, vicino ai comuni di Guardia Sanframondi e San Lorenzo Maggiore, che conta circa 800 abitanti ed è così chiamato in onore del vescovo francese San Lupo di Troyes, in possesso dell’antico monastero di San Lupolo e Zosimo. La sua nascita viene collocata a cavallo del millennio, quando i monaci benedettini vi si trasferirono dal convento del capoluogo per coltivarne la terra e ampliarvi i possedimenti. Da feudo demaniale sotto i Normanni, divenne molto tempo dopo possedimento dei Caracciolo e dei Carafa, fino all’avvenuta abolizione della feudalità nel 1806. Anche San Lupo, come la maggior parte dei paesi circostanti, fu distrutta dal terremoto del 5 giugno 1688, ma subito dopo ricostruita. Il piccolo paese fu interessato da episodi di brigantaggio. Tante altre le traversie subite dal territorio sanlupese, tra cui il grande flusso migratorio di fine Ottocento verso il continente americano e quello del secondo dopoguerra verso le terre australiane. È un borgo ricco di acque e sorgenti e rilevante è il bacino idrico oggi, purtroppo, ridimensionato dall’interferenza delle fondazioni e dagli spianamenti e cementificazioni a causa dell’imperversare delle strutture eoliche.

San Lupo conserva un centro storico molto caratteristico, fatto di antichi vicoli, viuzze, stradine e piazzette, con archi e pontili realizzati in pietra levigata locale dagli abili scalpellini del posto, dettaperlato di San Lupo. Personaggio storico di eccellenza del paese fu il cavaliere Achille Jacobelli, che aveva rapporti eccellenti con Ferdinando II delle Due Sicilie, e che ospitò a San Lupo insieme alla moglie Maria Cristina di Savoia. Jacobelli in San Lupo fece realizzare una centrale idroelettrica e fu colui che cominciò la bonifica dell’attuale Telese Terme, realizzandovi le Terme Jacobelli, oggi dette Antiche Terme Jacobelli. Realizzò anche diverse opere pubbliche, come anche la strada che da Cerreto Sannita arriva a Guardia Sanframondi. Il settecentesco Palazzo Jacobelli domina nel centro storico del borgo sanlupese e, poco distante, si trova la Taverna Jacobelli, punto di incontro, nel 1877, di un gruppo di anarchici tra cui l’ideologo russo Bakunin.

Da ammirare, tra gli edifici religiosi, la Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, la più grande del paese, al cui interno si trova la statua lignea settecentesca a mezzo di busto di San Lupo, realizzata dallo scultore Giacomo Colombo nel 1708, con il suo campanile sormontato da un cupolino ricoperto da tegole in maiolica gialle e verdi. Sulla facciata dell’edificio vi è un bassorilievo in bronzo, dell’artista Ernesto Pengue, che raffigura l’evento in cui San Lupo, vescovo di Troyes, fermò Attila. Vicina è la Congregazione, oggi chiusa al culto, al cui interno si trovano acquasantiere di pregevole fattezza artigianale, e le altre strutture religiose sono la Cappella De Giorgio, una tomba cimiteriale, appartenente al cimitero, forse una delle testimonianze monumentali più importanti, uno dei primissimi esempi di neogotico in Campania; la Chiesa dell’Annunziata, risalente al XVII secolo, e la Cappella della Crocella, nell’omonima contrada, dedicata a San Lupo. Sulla strada che porta verso Pontelandolfo vi è un tabernacolo dell’edicola di Maria Santissima col Bambino, nota come Madonna delle Grazie, risalente al 1948, edificata dell’americano Giulio Rullo. Poco distante dai ruderi del complesso di San Lupo de Foris, storica è la Fontana Sant’Angelo, sita in un luogo dove sorgeva un monastero benedettino, realizzata nel 1614 in pietra sanlupese, con tre getti d’acqua intervallati da mascheroni e da una figura femminile. Sulla fontana sono inseriti due stemmi araldici e delle scritte in latino che invitano i pellegrini a dissetarsi: “Hospes si nescis haec levat unda sitim”. L’altra interessante e bella fontana è la Fontana Capodacqua, con nove getti d’acqua, che scrosciano impetuosamente da quattro rosoni e altrettanti mascheroni in pietra, con al centro una sirena bicauda. Nell’antica grancia dell’Abbazia di San Lupo, che un tempo sorgeva in località Cortesanta, vi erano delle maestose colonne in granito, probabilmente facenti parte, originariamente, di qualche tempio dedicato a divinità egizie, portate alla luce da scavi risalenti agli inzi degli anni Trenta del secolo scorso. Di rilevante importanza è il Ponte delle Janare, in pietra e ad arco, sopra l’omonimo torrente, considerato la pozza dell’Inferno, al quale si legano le leggende magiche e intriganti che San Lupo racchiude, connesse soprattutto al periodo medievale. Le Janare sanlupesi agivano nel cuore della notte, entrando nelle case attraverso le fessure di porte e finestre per vendicarsi di azioni cattive ricevute. I bambini erano le sue vittime preferite, li paralizzava e soffocava, storpiandoli o uccidendoli. Ancora oggi, è usanza a San Lupo fare un cuscinetto detto abbetielle con fierr’ e acciaje, l’immagine di un santo protettore ed erbe incantate che le mamme appendevano al collo dei loro bambini, come amuleto, simbolo di protezione. Altro espediente era ed è quello della scopa di saggina e del mucchietto di sale messo davanti alle porte per ingannare la strega malefica. La leggenda narra che una coppia di sposi adottò una bimba nata dall’unione di un demone e una strega e che, questa ragazzina ormai cresciuta, avrebbe attirato l’attenzione di un nobile della vicina Limata. Un giorno, mentre la fanciulla era al torrente a bagnarsi, l’uomo la sorprese con maliziose intenzioni ma, avendo avuto il suo rifiuto, questi decise di vendicarsi, mettendo in giro la voce che la ragazza fosse una strega e che avesse fatto un patto con il diavolo. Fu così che, per tutelarsi, l’intera popolazione di San Lupo decise di annegare la ragazza nel fiume, dove il suo corpo venne risucchiato e, da allora, il fantasma della donna compare e scompare dal ponte attraendo con la sua bellezza e inducendo gli uomini al suicidio, con un salto nel vuoto. Un’effige mosaicata delle Janare, caratteristica del borgo di San Lupo, si trova nel Largo Belvedere, al centro di un grande e imponente bastione in pietra bianca, in piastrelle di ceramica dipinto a mano nella bottega Vecchia Cerreto, rilevante per la sua caratteristica contrapposizione di colori.

 

Bibliografia e Sitografia

https://m.ilquaderno.it/san-lupo-il-paese-delle-janare-delle-insurrezioni-11961.html

https://www.fremondoweb.com/iorestoacasa-ma-vado-a/iorestoacasa-ma-vado-a-san-lupo/

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XIII sec.

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