SAN LORENZO MAGGIORE (borgo, palazzi)

CENNI STORICI

Il comune, che fa parte della Comunità montana del Titerno, si estende su una superficie di 16,17 km². I principali corsi d'acqua che attraversano il territorio comunale sono il fiume Calore e il torrente delle Ianare. Il territorio è prevalentemente collinare. Confina con i comuni di San Lupo, Ponte, Paupisi, Vitulano e Guardia Sanframondi. Sul piano ambientale il territorio è dominato dalle due emergenze montuose che lo racchiudono. Esse sono costituite, a sud, dagli scoscesi versanti del Taburno-Camposauro che si ergono, oltre il corso del Calore, elevandosi da un'area collinare il maestoso rilievo con la sua copertura boschiva qualifica in maniera rilevante le valenze paesistiche dell'area. A nord esso risulta delimitato dal Matese, uno dei più estesi massicci montuosi dell'Appennino campano che si estende sulle provincie di Caserta, Benevento, Isernia e Campobasso.

Il massiccio del Taburno-Camposauro si eleva fino ad oltre i 1.390 m s.l.m. e, sul versante nord, presenta una imponente copertura vegetale in prevalenza costituita da bosco ceduo cui si aggiungono alcuni tratti di fustaie; tra queste ultime prevalgono le faggete e le conifere. Diversamente si presenta il versante meridionale del massiccio del Matese che ricade nel comune di San Lorenzo Maggiore, che per le caratteristiche morfo-pedologiche dei terreni, ha una forma più dolce e arrotondata dove l'antropizzazione dei terreni ha formato un paesaggio agricolo determinato da estensioni di vigneti e uliveti.

Il territorio comunale di San Lorenzo Maggiore fu abitato sin dalla preistoria come testimoniano diversi ritrovamenti tra i quali la famosa "mandorla di Chelles" oggi conservata in un museo a Parigi. Questo reperto, trovato nel 1915 in località "Limata", è una scheggia di quarzite levigata dall'uomo primitivo probabilmente per squartare e scuoiare animali.

Durante il dominio dei longobardi si ha notizia di un primo centro abitato chiamato "Limata" e che si trovava nei pressi del corso del fiume Calore nella località ancora oggi chiamata con quel nome. Limata nel 663 d.C. fu teatro di un'importante battaglia che vide sfidarsi le truppe del longobardo Mittola, conte di Capua, con l'esercito dell'imperatore bizantino Costante II che restò sconfitto.

Intorno all'anno 1000 Limata, grazie alla sua posizione strategica, divenne un florido centro commerciale e conobbe una rapida evoluzione demografica.

Con la venuta dei normanni Limata divenne sede preferita dei conti Sanframondo. Guglielmo I Sanframondo, figlio di Raone, in un documento del 1151, tradotto nel 1531 durante un processo, scriveva «Io Guglielmo Sancto Flaimundo, figlio del fu Raone, che ebbi per cognome de Sancto Framundo, di stirpe normanna, rendo noto di possedere molti castelli, tra i quali il castello detto di Limata, nella terra di Telese; dono a Roberto, priore del Monastero di S. Maria della Grotta, una terra presso il fiume Calore».

Il 26 dicembre del 1382 il castello di Limata ospitò Luigi I d'Angiò, venuto per occupare il regno e per vendicare l'uccisione della regina Giovanna I di Napoli. I Sanframondo dovettero provvedere al vettovagliamento di migliaia di cavalieri e cavalli.

Nel XV secolo Limata passò ai conti Carafa che la tennero sino all'abolizione del feudalesimo, avvenuta nel 1806. I Carafa, che preferivano abitare a Napoli, abbandonarono il castello di Limata e ciò procurò, assieme ai miasmi provenienti dal vicino corso del fiume Calore, l'abbandono della cittadina che nel 1570 vide la nomina del suo ultimo parroco.

Alcuni profughi di Limata si ritirarono sulle colline presso l'attuale San Lorenzo Maggiore che nel 1532 era già abitata da ottantuno famiglie che crebbero a duecentosei nel 1595.

San Lorenzo era amministrata, come gli altri comuni dell'Italia meridionale, da una Universitas la cui giunta era composta da quattro cittadini nominati ogni anno nel mese di maggio dai cittadini possidenti. I membri della giunta assieme ad altri sei deputati eletti pure annualmente costituivano il Consiglio. Le riunioni dovevano essere autorizzate dal Governatore o Viceconte che tutelava gli interessi dei feudatari e che risiedeva nel capoluogo della contea, a Cerreto Sannita.

Il terremoto del 5 giugno 1688 provocò ingenti danni al paese che venne subito ricostruito tanto che nel 1724 si contavano 1700 abitanti.

Dopo gli anni dell'unificazione italiana il comune fu interessato da alcuni fenomeni di brigantaggio.

Nei pressi di C.da Piana a sud del centro urbano, in località "Limata" vi sono i resti dell'omonimo borgo le cui origini sono riconducibili al 700 d.C. circa. Limata fu un importante centro strategico per tutte le dominazioni che vi susseguirono, dai Longobardi ai Normanni, dagli Angioini agli Svevi. Per Limata transitava la Via latina, una delle tre arterie romane indicate da Strabone come "nobilissimae viarum". Il castello, fatto costruire da Zottone I, primo duca dei longobardi a Benevento, dominava la sottostante Valle Telesina e, militarmente parlando, aveva ai suoi tempi la funzione di controllare ed intercettare tutte le comunicazioni che provenivano dal bacino di Benevento, dal Molise, da Maddaloni, dall'avvallamento di Montesarchio e dall'Alifano. Nel 663 d.C. Limata fu teatro di una importante battaglia tra l'imperatore Costante II e i Longobardi capeggiati dal Conte di Capua Mittola. Intorno all'anno 1000, sempre grazie alla sua collocazione, diventò un fiorente nucleo commerciale ed ebbe una rapida evoluzione demografica; con l'avvento dei Normanni divenne sede dei Sanframondo che il 26 dicembre 1382 ospitarono in Limata Luigi d'Angiò. Nel XV secolo passò in mano ai Carafa e nei secoli successivi iniziò la sua fase discendente fino all'abbandono in favore del Nuovo Borgo di San Lorenzo denominato all'epoca "Castrum Sancti Laurentii".

Bibliografia e Sitografia

https://destinationnaples.org/it/san-lorenzo-maggiore/

https://it.wikipedia.org/wiki/San_Lorenzo_Maggiore

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