San Leo (palazzi)

CENNI STORICI

«Il Palazzo Della Rovere. A Francesco Maria II (1549-1631) della Rovere si deve la costruzione, risalente ai primi del ‘600, del Palazzo della Rovere (oggi sede del Municipio). Come il Palazzo Mediceo, anche questo edificio fu innalzato per ospitare i rappresentanti della importante famiglia che succedette ai Montefeltro nella Signoria del Ducato di Urbino e, in seguito, al governo della Provincia Feretrana. È il primo edificio gentilizio che accoglie i visitatori dopo la porta d’ingresso alla città. L’elegante facciata tardo cinquecentesca è scandita orizzontalmente da modanature in arenaria che corrono lungo la doppia fila di finestre. Essa è movimentata da un solido portale in bugnato a da finestre sormontate da caratteristici frontoni spezzati di pretto gusto manieristico toscano. Altro elemento di carattere toscano è l’ampio sporto del tetto sul cornicione che non si ritrova in nessun altro palazzo leontino. La sala maggiore è caratterizzata da un soffitto a vela impostato su archetti innalzati su peducci in stucco decorati con la tipica quercia roveresca. Essa ospita, inoltre, un monumentale camino di pietra che ostenta il medesimo disegno a frontone spezzato delle finestre del palazzo; quasi certamente il manufatto non è nato come camino ma bensì quale portale maggiore del palazzo (per una qualche ragione a noi sconosciuta non è stato mai messo in opera). Lo stemma di Francesco Maria II, che campeggiava in origine sul portale del palazzo, è oggi murato in una abitazione dell’adiacente via Montefeltro.
Palazzo Mediceo. Il Palazzo Mediceo di San Leo venne edificato tra il 1517 e 1523, per ospitare il Governatore di San Leo e del Montefeltro per conto della Repubblica Fiorentina. Le truppe fiorentine guidate da Antonio Ricasoli conquistarono San Leo nel Maggio 1517, in una storica impresa guerresca celebrata dal Vasari in un affresco in Palazzo Vecchio a Firenze. L’edificio si presenta al visitatore come un fondale scenografico da cui si dipana la piazza principale. Ubicato tra Pieve e Duomo, il Palazzo presenta un impianto tipicamente rinascimentale, organizzato intorno alle stanze di rappresentanza del piano terreno, pur mancando la caratteristica corte centrale tipica delle residenze fiorentine. I restauri, terminati nel 1995, hanno riportato l’edificio alle dimensioni originarie. Eleganti cornicioni in pietra modanata sono gli elementi che impreziosiscono la facciata; il portale a tutto sesto è contornato da una ghiera in bugnato liscio secondo l’uso toscano; le finestre sono incorniciate da profili mistilinei in arenaria locale. Lo stemma della Città di Firenze, con il Giglio, è scolpito in una pietra che reca la data 1521; in facciata è collocato, inoltre, lo stemma di papa Giulio II della Rovere (all’esterno è visibile una copia dell’originale, oggi nella sala del teatro). I della Rovere, tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento, ampliarono il Palazzo aggiungendo la sala del teatro, la quale presenta una copertura a volta impostata su peducci con l’emblema parlante della famiglia ligure (il caratteristico rovere dai rami intrecciati); in origine essa era arredata da una gradinata lignea, da sipari mobili e macchine sceniche. In seguito alla devoluzione del territorio del Montefeltro alla Stato Pontificio, anche questo palazzo divenne di proprietà della Chiesa. Nel 1948 fu ulteriormente ampliato con l’innalzamento di un piano ricreando, quindi, l’armonia visiva che era stata probabilmente alterata dal rimaneggiamento seicentesco. Il Palazzo Mediceo ospita attualmente il Museo d’Arte Sacra nel piano superiore, gli uffici culturali, l’Archivio Storico e la Biblioteca. Vi sono, inoltre, alcune sale adibite a mostre d’arte temporanee.
Palazzo dei Conti Nardini. Il Palazzo dei Conti Nardini con la sua mole imponente configura il sito e l’aspetto della piazza centrale di San Leo. Si ritiene che il nucleo originario dell’edificio sia di origine duecentesca; nelle epoche successive venne tuttavia ampliato e trasformato sino a conformarsi nell’attuale aspetto tardo rinascimentale, severo e senza ornati tranne i quattro portali a tutto sesto contornati di una ghiera lapidea a bugnato, secondo l’uso del luogo esemplato sul prototipo del Palazzo Mediceo. Secondo la tradizione, in una sala al secondo piano del nucleo centrale del palazzo l’8 maggio 1213, avvenne lo storico incontro tra Francesco d’Assisi ed il Conte Orlando Cattani da Chiusi. Il Santo d’Assisi era presente in San Leo all’investitura a cavaliere di Montefeltrano II da Montefeltro; in quell’occasione egli tenne una predica sui versi di una canzone amorosa del tempo: ‘’Tanto è il bene che m’aspetto ch’ogni pena m’è diletto’’. Il Conte Orlando rimase talmente impressionato dalle ferventi parole del Santo da donargli il monte della Verna, presso il quale San Francesco ricevette le sacre stimmate. La stanza, con soffitto a cassettoni lignei, è adibita oggi a cappella, sull’altare una tela del pittore pesarese Ciro Pavisa illustra il Miracolo delle stimmate»

Bibliografia e Sitografia

http://wwwold.comune.san-leo.ps.it/TestiInternet/PALAZZOMEDICEO.htm

http://wwwold.comune.san-leo.ps.it/TestiInternet/PALAZZONARDINI.htm

Articoli di approfondimento

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XVI sec.

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