SAN FELICE DEL BENACO (resti del castello-ricetto)

CENNI STORICI
Le prime notizie storiche sul castello-ricetto di San Felice risalgono al 1330-31, quando Giovanni di Boemia lo donò ai conti di Castelbarco. Nel 1408, durante il periodo di presenza malatestiana nel Bresciano, il territorio fu diviso in due comuni, entrambi dotati di fortificazioni: San Felice di Scovolo e Portese di Scovolo, nel 1426 la Riviera passò sotto il dominio veneziano e successivamente fu al centro di aspre lotte durante il tentativo di riconquista da parte dei milanesi. Le truppe di Taliano del Friuli devastarono in tal occasione la zona. Gravi danni apportarono nel 1483 gli scontri legati alla guerra di Ferrara durante la quale il cardinale d’Amboise ordinò la distruzione dei castelli della Riviera. Altri eventi bellici investirono l’area agli inizi del Cinquecento, quando dopo la sconfitta di Agnadello la Terraferma veneziana fu invasa da eserciti stranieri francesi, spagnoli e tedeschi. I veneziani, una volta rientrati in possesso dei loro domini, iniziarono nel 1516 una imponente opera di riassetto difensivo dell’entroterra alla quale gran parte dei comuni furono costretti a contribuire. San Felice fu in questa occasione esentato dalla spesa in quanto impegnato a ristrutturare il proprio castello. Nel XVII secolo nella chiesa del castello venivano impartite lezioni di catechismo per le ragazze e per consentire a queste ultime un accesso sicuro fu sistemato l’ingresso facendo riempire il fossato con pietre. La costruzione a metà del Seicento del Monte di pietà comportò l’utilizzo anche di materiali asportati dalle mura del castello all’interno del quale fu ricavata una fornace. Di forma irregolare, trapezoidale, ha una superficie di circa 1200 mq circa, il mastio, ora trasformato in campanile, ha un base di 20 mq. e raggiunge l’altezza di 19 metri, la torre più conservata, quella a nord ovest, è alta circa 13 metri. Si tratta di un castello-ricetto di media dimensione che conserva ancora un circuito murario completo, anche se non facilmente percepibile nel suo insieme per la presenza di costruzioni e aree recintate che ne ostruiscono la visione. L’antico recinto difensivo è occupato attualmente dal camposanto nato intorno alla chiesa dei Santi Felice e Naborre. L’ingresso si trovava sulla cortina orientale in posizione decentrata verso sud ed era protetto dal mastio ora trasformato in campanile. L’accesso all’area interna è attualmente preceduto da una strada in salita che sostituisce l’originario ponte sul fossato. Un’alta muraglia costeggia a destra la via e impedisce la visione di parte del castello. Il passaggio d’accesso è coperto da un solaio piano di recente costruzione, mentre di antica fattura sono gli archi ribassati progressivamente aggettanti che caratterizzavano il secondo portale e sono riscontrabili in altre costruzioni dell’area. Le mura perimetrali del ricetto sono state per buona parte abbassate e per ipotizzarne l’altezza originaria va fatto riferimento alla quota aggiunta dalla torre nord-occidentale. Quest’ultima ha una pianta quadrangolare con disposizione a puntone, aperta verso l’interno e termina, in modo inconsueto nell’area, con un apparato a sporgere con beccatelli ed archetti che reggono il piano delle caditoie. Una terza torre, collocata a sud-ovest, è stata mozzata e infatti conserva solo la parte basamentale. La chiesa presenta un impianto ad aula unica molto irregolare, ed è collocata in posizione non centrale. L’interno, dalla struttura molto semplice, è caratterizzato da una copertura a doppio spiovente retta da archi traversi tipica del tardo Quattrocento bresciano, gli affreschi dell’abside risalgono invece al secolo precedente. Non è possibile dare indicazioni, sulla scorta dei modelli di Moniga e Padenghe, sulla presenza di altri edifici all’interno del recinto, tuttavia le fonti archivistiche accennano all’esistenza all’interno del castello di un “hospitale” e di una casa adibita a scuola. La toponomastica locale richiama alla presenza di altre più estese strutture murarie a difesa del borgo. Il castello di San Felice traguarda verso sud quello di Solarolo e la Rocca di Manerba, il cui aspro profilo si affaccia verso il lago. Dal mastio di San Felice, verso ovest in direzione della linea interna dei fortilizi della Valtenesi, si scorge la torre più alta di Puegnago. La visione diretta di Salò è impedita dalle alture a sud del Golfo. Il castello presenta tutti gli elementi caratteristici dei castelli-ricetto (fossato esterno, cerchia muraria con torri e mastio, ponte di accesso probabilmente levatoio). I rimaneggiamenti subiti non consentono di evidenziare la presenza di merlature e di ricostruire esattamente la posizione e la forma delle postazioni difensive lungo le mura e sulle torri. La struttura sostituì, insieme al Castello di Portese, il primitivo castrum di San Felice di Scovolo che si trovava sul promontorio di San Fermo e fu distrutto nel XIII secolo dai bresciani
Bibliografia e Sitografia

https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A060-00332/

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XIV sec.

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