Samo (borgo di Crepacore, castello di Pitagora)

CENNI STORICI

«Un tempo chiamata Crepacuore o Crepacore (dal calabrese “crepari”, ‘crepare, spaccarsi’, riferito a fenditure del terreno), nel XVI-XVII secolo cambiò il nome in Precacore. Il toponimo attuale, assunto con un regio decreto del 1911, si rifà alla leggenda secondo cui il borgo, che avrebbe dato i natali a Pitagora, sarebbe stato fondato da abitanti dell’omonima località greca, giunti fortunosamente sulla costa ionica. Capoluogo di una baronia posta sotto la signoria dei Marullo di Condojanni, sul finire del Quattrocento, passò in seguito agli Squarciafico. Tornata ai Marullo, nel corso del XVI secolo, appartenne successivamente ai Tranfo e ai de Franco, che ne conservarono il possesso fino al crollo del sistema feudale. Col nuovo ordinamento amministrativo disposto dai francesi, all’inizio dell’Ottocento, fu dapprima inclusa tra le università del cosiddetto governo di Bianco e poi elevata a comune autonomo. Già distrutta dal sisma della seconda metà del XVIII secolo, fu devastata anche dal terremoto del principio del Novecento e ricostruita nel sito attuale. Tra i monumenti figurano: le rovine del vecchio abitato, situate dall’altra parte del vallone di Santa Caterina, e i ruderi di una rocca medievale, detta di Pitagora, sul monte Castello».

Bibliografia e Sitografia

http://calabrianostra.altervista.org/samo.html

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