Salitto (ruderi del castrum Olibani)

CENNI STORICI

La costruzione sorse sulla sommità dell’attuale omonimo monte Castello (m. 636 s.l.m) incastrato sapientemente tra due colossali massi rocciosi in direzioni nord- ovest-sud-est e validamente difeso da anfratti e dirupi inaccessibili ai rimanenti due lati. Le torrette avanzate lungo le mura di cinta furono ottimi osservatori su tutta la pianura sottostante. Chi ha la fortuna di visitare ed ammirare l’attuale rudere può rendersi conto che la fortezza era inaccessibile ed inespugnabile e ciò torna a vanto ed orgoglio di quelli che la edificarono. Attualmente è possibile ammirare la costruzione centrale e la doppia cinta di mura con le torrette avanzate. L’unica porta di entrata era situata ai piedi di un enorme masso roccioso, ancora ora esistente esattamente all’inizio della borgata che dalla antica porta del castello conserva il nome di “La Porta”. La costruzione di una catena di fortificazioni (Castrum, castello, roccaforte, modellati sull’esempio di quelle romane) si rese necessario sin dall’inizio del sec. IV e V in tutto il vasto territorio circostante la città di Salerno, per provvedere alla difesa della medesima. Il Castrum Olibani quindi era il naturale e necessario collegamento con quelli costruiti più al sud e cioè il Castelluccio di Battipaglia e quelli di Eboli, Capaccio, Agropoli ed altri. Assolse bene la sua funzione per l’evidente privilegiata posizione geografica. I Saraceni ed altri popoli invasori, per lo più provenienti dal mare o dalle Calabrie, non riuscirono mai ad occupare Salerno e comunque giunsero fino ad Agropoli. Da considerare che l’attuale piana del Sele o di Salerno allora era impraticabile per le paludi e gli acquitrini, che scoraggiavano chiunque ad avventurarvisi, per i gravi pericoli e le insidie mortali per l’uomo. Il periodo più burrascoso e confuso fu certamente quello relativo alle incursioni della pirateria ed alle invasioni barbariche. Un periodo di maggiore tranquillità e stabilità si determinò dopo il rafforzamento del principato longobardo di Salerno e la successiva dominazione normanna, con l’arrivo a Salerno di Roberto Guiscardo. Sin dall’epoca del predominio longobardo il castello di Olevano fu affidato alle responsabilità della Chiesa di Salerno, che naturalmente doveva provvedere a tutte le spese del mantenimento di questa fortezza. Ma in corrispondenza dei sopradetti periodi di stabilità politica e benessere economico la Chiesa medesima riduceva le spese per l’occorrente del castello di Olevano. È interessante conoscere che la guarnigione era costituita da ventisette soldati, un castellano, ed un cappellano in tempo di pace.
Una sola donna provvedeva alla conservazione delle derrate alimentari ed alla cucina. In occasioni di immediati pericoli, conflitti esterne o stati d’allarme di varie origine il numero dei soldati saliva a quaranta, restante invariato il rimanente personale. La costruzione comunque era tanto grande ed ampia da poter ospitare tutti gli abitanti delle sottostanti borgate in casi di gravi e imminenti pericoli per le popolazioni minacciate dai nemici. In tal caso le provviste aumentavano nella misura giusta per tutti ed anche i cittadini contribuivano alla difesa del castello con compiti ben precisi ed a turni con perfetto ordine e regolarità. Il castello e tutta la popolazione delle borgate della Valle del Tusciano, nonché le altre località vicine, furono teatro di aspre contese durante la guerra del Vespro, scoppiata nell’anno 1282 che si concluse con la pace di Caltabellotta nell’anno 1302 tra Aragonesi ed Angioini. Degna di ricordo e l’occupazione del castello di Olevano per mano di Federico II di Svevia, per conflitti e discordie sorti tra il papato e l’imperatore. L’imperatore infatti occupò i castelli di Olevano e di Battipaglia e li lasciò soltanto alla sua morte nel testamento. All’interno dei “Castra exempta”, un elenco dei castelli demaniali del Regno di Sicilia che l'imperatore Federico II, con decreto imperiale del 5 ottobre 1239 emanato a Milano, alla voce di Giustizierato di “Terre Laboris, comitatus Molisii, Principatus et Terre Beneventane” è citato anche “Olibanum”. In quel periodo il castello fu amministrato da un giustiziere di nomina dell’imperatore Federico II. Per sola curiosità riportiamo i Giustizieri che si Susseguirono nel governo del Castello di Olevano:  Pietro de Dardania; Errico de Palo; Rodoerico de Rutunda, venuto nel 1240; Ermanno, di origine tedesca; Menagoldo, di origine tedesca. All’interno del Castrum ebbe la sua residenza Hermann von Salz (italianizzato come Ermanno di Salza), fedele braccio destro di Federico II, che in effetti mori proprio nella provincia di Salerno nel 1239. Il cavaliere è considerato il fondatore dello Stato Prussiano. Inoltre, secondo le leggi in merito promulgate dall’Imperatore svevo, i castellani non potevano allontanarsi dai loro castelli di residenza. È ragionevole quindi supporre che Ermanno di Salza fu sempre nel suo castello di Olevano e se ne allontanò solo per curarsi nella vicina Salerno, sede della Prestigiosa Scuola Medica Salernitana.

Bibliografia e Sitografia

Crescenzo Cicatelli e Michele Cicatelli, Olevano sul Tusciano. Storia Fede Tradizioni.

https://angolodiphil.it/alla-riscoperta-del-nostro-territorio-il-castrum-olibani-la-fortezza-risalente-al-vi-secolo-foto/

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