Salerno (palazzi storici)

CENNI STORICI

Si parte dal Corso Vittorio Emanuele, zona, in epoca romana, dedicata ai sepolcri e alle attività artigianali. Quindi, dall’InfoPoint Turistico del Comune di Salerno, sito al piano terra della Galleria Capitol percorriamo pochi metri e svoltiamo a sinistra su Via Velia per giungere all’attuale piazza Flavio Gioia, meglio conosciuta come “la Rotonda” dove, a metà settecento, fu riposizionata la Porta, voluta da Carlo III di Borbone, che si apriva sul lato orientale della cortina muraria della città. La Porta è sormontata da una statua del Santo protettore della città. La Piazza, storicamente destinata al mercato cittadino, dopo l’ultimo intervento di restauro, è stata ripavimentata e dotata di una fontana realizzata dall’architetto Riccardo Dalisi. Poco più in là, attraversando l’antica Porta, e risalendo sulla destra incontriamo piazza Portanova, che prende il nome dall’antico varco. L’area di Portanova era confinante con una vasta zona pianeggiante, destinata allo svolgimento dell’antica Fiera di S. Matteo, che si teneva due volte l’anno, il 21 settembre e il 4 maggio. ... Ritornando a piazza Portanova e imboccando l’attuale via dei Mercanti, un tempo detta “drapperia”, per indicare le merci che maggiormente vi si commerciavano: velluti, damaschi e stoffe preziose. Si arriva, dopo pochi metri in piazza G. Matteotti, dominata dalla chiesa del SS. Crocifisso ... Continuando lungo la via dei Mercanti, incontriamo sulla destra la chiesa di S. Gregorio, già esistente al 1508, mentre una lapide oggi al Museo Diocesano, riferisce di una sua ricostruzione al XII secolo. La chiesa di S. Gregorio, opportunamente restaurata, oggi ospita il Museo Virtuale della Scuola Medica Salernitana, munito di installazioni multimediali e stereoscopiche. Proprio di fronte troviamo Palazzo Pinto, dimora signorile del XVIII secolo, attualmente sede della Pinacoteca Provinciale, che custodisce opere databili dal XV al XVIII secolo, con una sezione dedicata alla pittura della seconda metà dell’Ottocento e dei primi del Novecento. Poco oltre si incrocia via Duomo. Scendendo sulla sinistra ci si trova davanti alla chiesa di San Giorgio, splendido esempio d’arte barocca. Il monastero di San Giorgio, di cui la chiesa era parte, è una delle fondazioni longobarde più antiche. Procedendo verso il mare, sulla sinistra, è Palazzo Sant’Agostino con l’omonima chiesa, oggi sede dell’Amministrazione Provinciale, ma fino al XIX secolo, convento dell’Ordine degli eremitani di Sant’Agostino. Ritornando su via dei Mercanti, percorrendo pochi metri sulla sinistra, incontriamo la via delle Botteghelle, il tratto viario che, nell’alto Medioevo, segnava il confine oltre il quale, ad occidente, si era sviluppata la città longobarda e, ad oriente, invece, la vasta area indicata come Hortus Magnus, poco edificata, che vedrà sorgere gli edifici più importanti del periodo normanno.

Proseguendo su via Mercanti, si arriva alla chiesa di S. Salvatore, risalente al XV secolo. Gli scavi condotti anni fa all’interno dell’edificio hanno appurato che, parte della chiesa, poggia su un balneum di XI secolo. A circa 8 metri di profondità si è rinvenuto un canale di scolo delle acque di pertinenza delle terme romane. L’impianto termale occupava tutta l’area che, secoli dopo, sarà indicata come Curtis Dominica, dove il duca-principe Arechi II (758-787), nel 774, costruirà il suo splendido palazzo, con la ricca cappella palatina intitolata ai santi Pietro e Paolo. L’area della corte arechiana si raggiunge salendo lungo via dei Canali, pochi metri dopo la chiesa di S. Salvatore. La cappella palatina di San Pietro a Corte, affacciata sul larghetto omonimo, è l’unico ambiente superstite della residenza del principe. Si trattava di una chiesa privata, alla quale si accedeva direttamente dall’interno del palazzo, attraverso un loggiato. Il palazzo di Arechi II si articolava su due livelli e si estendeva sull’asse nord-sud, avendo ad est ed a ovest due corti, nella prima delle quali, la maggiore, erano posti uffici, caserme, scuderie, mentre dalla seconda, la minore, estesa lungo l’attuale via Porta di Mare, una scalinata monumentale conduceva ad una serie di ambienti che culminavano nella sala del trono. A questo secondo livello si legava la Cappella palatina di San Pietro a Corte. Lungo il versante settentrionale erano finestre, monofore e bifore, disposte su due livelli, che consentivano l’illuminazione interna della chiesa. Le indagini archeologiche, condotte nell’area antistante la cappella e negli ambienti sottostanti la stessa, hanno restituito una stratigrafia piuttosto articolata che dai livelli di frequentazione contemporanei, arriva fino alle fasi di vita più antiche della città di Salerno (I-III sec. D. C.), rintracciate ad una profondità di circa otto metri sotto l’attuale livello di calpestio. La cappella si imposta sull’ambiente del frigidarium della terma romana. Nella stessa area troviamo Palazzo Fruscione. L’edificio, a pianta quadrangolare, mostra nei primi due piani della facciata che prospetta sul vicolo dei Barbuti, un’elegante decorazione composta da monofore, bifore e tarsie policrome, decorazione che rimanda ai secoli XII-XIII. Tale facciata, oggi laterale, era probabilmente, il prospetto principale dell’edificio originario. Nel loggiato superiore la decorazione ad archi intrecciati arriva al momento culminante della sua espressione. Sempre su via dei Canali, incontriamo il Conservatorio dell’Ave Gratia Plena, la sede settecentesca dell’istituto di beneficenza per fanciulle povere, fondato nel 1650.

Tornando indietro sulla via principale, via Dogana Vecchia, si giunge in piazza Largo Campo. Anticamente questo era il luogo deputato al mercato del grano: il Campus Grani. Questa era anche la sede del Seggio del Campo, uno dei tre seggi in cui era divisa la città, amministrati dai nobili che vi risiedevano. Sul fondo della piazza, in direzione del mare, si erge il maestoso Palazzo Genovese, realizzato tra il 1746 e il 1754. Il portale monumentale, in pietra calcarea, è sormontato dallo stemma di famiglia. Nell’angolo settentrionale della piazza, invece, la Fontana di Largo Campo, una delle più note di Salerno, citata per la prima volta in un documento del 1639. Alle spalle della fontana, su via Porta Rateprandi, si trova la chiesa di Sant’Andrea de Lavina, nel cuore dell’antico vicus Amalphitanorum, il quartiere dove, il duca di Benevento Sicardo (832-839) stanziò un gruppo consistente di Amalfitani, pensando di favorire il decollo economico e commerciale di Salerno. ... Da Largo Campo, si continua il percorso lungo via Portacatena, che ricorda nel nome l’antica porta che si apriva nella cortina muraria occidentale. A destra l’edificio che, dal XIV secolo, fu sede dell’Ospedale della SS. Annunziata, poi, dal 1620, di S. Biagio dell’Ordine di S. Giovanni di Dio, oggi Scuola Media ‘Lanzalone’. Esso aveva sostituito quello voluto nel 1183 da Matteo D’Aiello, cancelliere alla corte di Guglielmo II di Sicilia, edificato nell’area oggi di S. Anna al Porto. Di fronte si staglia il bel campanile della chiesa della SS. Annunziata, realizzato agli inizi del XVIII secolo da Ferdinando Sanfelice. La costruzione della chiesa attuale fu avviata nel 1627, dopo che un’alluvione, il 4 dicembre dell’anno precedente, aveva travolto la struttura di fine ‘400. Si è giunti, a questo punto, al margine occidentale della città antica, delimitato dalla cinta muraria che, partendo dalla vetta della collina, lambiva il torrente Fusandola e arrivava fino alla linea di costa. I resti della cinta muraria medievale sono ancora visibili a ridosso del complesso di S. Giovanni di Dio. ... A questo punto s’imbocca la strada sulla destra e, percorrendo via Bastioni, si arriva al largo Plebiscito. Nell’angolo orientale troviamo la piccola Cappella del Monte dei Morti eretta nel 1530 a ridosso delle mura orientali della città, nei pressi dell’antica Porta Rotese, come ex voto dei cittadini scampati alla peste. La cappella nel 1615 divenne sede della Confraternita del Monte dei Morti. Tutto il lato sud di largo Plebiscito è occupato dal Museo Diocesano, checustodisce alcune delle più importanti opere d’arte di Salerno: il ciclo di lavori medievali, la più vasta e completa raccolta esistente al mondo, l’Exultet, un rotolo di pergamena miniato risalente al XIII secolo, la raccolta di codici medievali e una ricca pinacoteca con quasi 100 dipinti.


Da largo Plebiscito si continua lungo via Romualdo II Guarna e si arriva al largo Abate Conforti. Prospettano sulla piazza: l’Archivio di Stato, l’ex chiesa dell’Addolorata e il Convitto Nazionale (ex convento di S. Maria Maddalena). Costeggiando il Convitto Nazionale e salendo lungo via Trotula de Ruggiero, a sinistra si trova subito l’ex monastero altomedievale di Santa Sofia (oggi occupato, in parte, dagli uffici della Soprintendenza Archeologica), dinanzi al quale s’inerpica via San Massimo, diretta ad un altro quartiere importante della Salerno longobarda: il Plaium montis. La zona, ricca di falde acquifere, era l’area più settentrionale del perimetro urbano di Salerno, dove si apriva, verso occidente, la Porta Nocerina e finiva il centro abitato. Qui, nel IX secolo, il principe Guaiferio costruì un nuovo palazzo, dotato di una cappella privata intitolata a San Massimo, alla quale affidò anche un consistente patrimonio fondiario. Del palazzo resta oggi un edificio che conserva il nome di palazzo San Massimo, il cui aspetto però risente fortemente degli adeguamenti settecenteschi e degli ultimi decenni. ... Scendendo i Gradini S. Lorenzo, che troviamo di fronte, si giunge in Via Trotula de’ Ruggiero, dove incontriamo lo splendido Palazzo Galdieri che ospita il Museo di Storia della Medicina e della Strumentazione Chirurgica ‘Roberto Papi’. Da Palazzo Galdieri, pochi gradini ci portano in via T. Tasso, uno dei percorsi più antichi e importanti della città di Salerno. Si tratterebbe, infatti, di un decumano del castrum romano, poi divenuto una platea medievale e rimasto in uso fino ad oggi. Scendendo di pochi metri, si costeggia il limite settentrionale del quartiere degli Amalfitani, fino ad incontrare, sulla destra, i Gradoni della Lama, sui quali si apre l’ingresso attuale della chiesa della Madonna della Lama. ... Ritornando su via Tasso, si sale ancora e si ammirano sulla destra altri due esempi di palazzi signorili, risalenti ai sec. XVII-XVIII: palazzo Ruggi d’Aragona, con la bella fontana del Nettuno nel cortile, e palazzo Conforti, preceduto dal maestoso portale lapideo e con la scala aperta sul cortile. Dopo aver superato Porta Nocerina, l’ultimo tratto della via arriva al Giardino della Minerva. Di proprietà della famiglia Silvatico sin dal XII secolo, nel 1300 Matteo Silvatico, maestro della Scuola Medica Salernitana, vi istituì un giardino dei semplici, antesignano di tutti i futuri orti botanici d’Europa. Ciò che oggi appare al visitatore è uno dei luoghi più incantevoli del centro storico di Salerno, risultato di una serie di interventi realizzati tra il XVII e il XVIII secolo. Il Giardino si sviluppa su diversi livelli, alimentati da vasche e fontane attraverso un complesso sistema di distribuzione e canalizzazione delle acque. Dai vari livelli, collegati da una lunga scalea pergolata costruita sul settore occidentale delle mura antiche, si ha la visione di un panorama che spazia dal mare all’intera città di Salerno e alle colline retrostanti. 

Bibliografia e Sitografia

https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzi_di_Salerno

https://cultura.comune.salerno.it/it/luogo/Palazzi-storici

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