Sabbioneta (mura, bastioni)

CENNI STORICI

«Intorno alla cinta muraria un tempo s'innalzava lo spalto, un argine in terra con angolo saliente verso la città, a protezione di bastioni e cortine. Il fossato è un profondo scasso posto alla base dell'incamiciatura di mattoni. Un tempo l'acqua poteva giungere dalla scarpa fino ai piedi degli spalti esterni, grazie ad un sistema idraulico di chiuse. I terreni circostanti le fortificazioni sono denominati "Tagliata" perché anticamente per ragioni difensive dovevano essere liberi da alberi e da edifici. I sei bastioni di forma pentagonale hanno i fianchi rettilinei e le spalle poligonali; solo il bastione San Niccolò presenta uno dei fianchi ad "orecchione" cioè sporgente ed arrotondato. Quattro delle cortine sono rettilinee; quella compresa tra i bastioni San Francesco e San Niccolò è composta da due segmenti con vertice ad "orecchione". Nei punti d'innesto dei bastioni con le cortine sorgevano le piazzole, spiazzi del terrapieno sui quali un tempo erano posti i pezzi d'artiglieria. Il muretto di rialto è innalzato al livello di banchina solo in corrispondenza ai vertici dei bastioni e oggi impedisce il franamento del terrapieno nonché sorreggere i sei grandi stemmi marmorei. Purtroppo quando dopo il XVII secolo la cinta muraria di Sabbioneta perse la sua funzione difensiva, le mura vennero percepite dai suoi abitanti come una cava di materiale fittile per cui furono quasi del tutto smantellati i parapetti, mentre, tagliati i pioppi piantumati sui terrapieni interni, essi furono adibiti ad orti e vigne. Di fronte alle porte maestre anticamente erano presenti due rivellini (o mezzelune) opere addizionali staccate, di forma triangolare, costituite da due fianchi rettilinei del tutto simili ai bastioni. ... Le fortificazioni furono realizzate in tre fasi successive: la prima compresa tra il 1556 ed il 1567, la seconda coincidente col biennio 1578-79 e la terza conclusa tra il 1589 ed il 1591. Il progetto, considerato opera di Vespasiano Gonzaga, fu realizzato con la consulenza di abili ingegneri ed esperti architetti militari quali il novarese Girolamo Cattaneo e il piacentino Bernardino Panizzari detto il Caramosino. I lavori di edificazione furono diretti da Giovan Pietro Bottaccio tra il 1558 e il 1584 e da Bassano Tussardi tra il 1584 ed il 1600. La cinta muraria ha forma di esagono irregolare con sei bastioni a cuneo innestati agli angoli (San Niccolò, Santa Maria, San Francesco, Sant'Elmo, San Giorgio e San Giovanni) e due porte maestre per l'accesso (Porta Vittoria e Porta Imperiale), tra loro opposte. La Porta Imperiale, edificata nel 1579 ed intitolata all'imperatore Rodolfo II d'Asburgo, è inserita nella cortina delimitata dai bastioni Sant'Elmo e San Giorgio. Essa è caratterizzata da una facciata composta da bugne lisce in marmo bianco e dal grande timpano neoclassico, che sostituisce l'originale loggia, del tutto simile a quella di Porta Vittoria. Il baluardo San Francesco costituisce l'elemento più articolato dell'intera cinta muraria. Si tratta del bastione edificato tra il 1589 e il 1591, nell'ultima fase di costruzione delle mura, a sostituzione di un baluardo in terra dalle dimensioni più modeste. Esso si trova immediatamente alle spalle dell'insieme di palazzi del duca, a protezione dell'area privata a lui riservata. Copre infatti il Casino, la villa del riposo col giardino all'italiana. Notevole era la sua funzione strategica poiché a ridosso del suo terrapieno sorgeva lo "Stallone", il complesso delle scuderie ducali in cui erano allevati cavalli di razza che costituivano la cavalleria del duca. In caso di assedio, un'uscita di soccorso a lato delle piazzole detta "Porta segreta di Santa Margherita" nella spalla est del baluardo, permetteva una sortita di fanti armati, coperti dal tiro dell'artiglieria pesante. L'attuale Via Giulia Gonzaga, la strada comunale asfaltata bordata da una doppia fila di pioppi cipressini, venne realizzata negli anni Venti del Novecento quando la cinta fu brecciata in due punti opposti al fine di permettere lo sviluppo urbano della città. Tale crescita è avvenuta, soprattutto tra gli anni Cinquanta e Settanta. Un tempo una breve cortina univa il bastione San Francesco al torrione sinistro della Rocca chiudendo la piazza alle spalle a protezione dei palazzi privati del duca. Dalla campagna verso la città oltre alla cortina di mattoni ed al terrapieno che le era addossato, si incontrava l'Armeria. Questo edificio, demolito nel 1793, era unito agli appartamenti ducali del castello per mezzo di un breve passetto ed era collegato agli ambienti della villa con giardino da un corridoio posto su archi, detto "Corridor Piccolo", tutt'oggi esistente e chiamato erroneamente Armeria. La Rocca fu demolita durante il governo austriaco negli ultimi anni del Settecento (1796). Poiché due torrioni e la cortina tra essi compresa facevano parte della cinta muraria, essi non furono atterrati e rimangono oggi a ricordo della mole del castello. Nella cortina posta tra i baluardi Santa Maria e San Nicolò si innesta la Porta Vittoria, uno dei due antichi accessi alla città, costruita nel 1567. Col suo paramento il cotto incorniciato da liste di marmo bianco la sobria eleganza della porta non interrompe l'andamento continuo della cortina. Il baluardo San Giorgio è munito, come gli altri cinque, di uno stemma marmoreo posto sul muretto angolare di contenimento del terrapieno. Nella sua spalla sinistra è presente un'uscita di soccorso chiamata "Porta segreta di Santa Caterina". A sinistra è visibile un piccolo edificio risalente a primi del Novecento, recentemente ristrutturato e trasformato in tavola calda, si tratta della vecchia stazione del tram»».

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