Rotondella (resti del castello o palazzo baronale, palazzi gentilizi)

CENNI STORICI

«Una delle caratteristiche che distingue il comune di Rotondella sono i suoi palazzi di grande valore artistico e storico. Il più antico di questi è il Palazzo Rondinelli, realizzato verso la fine del cinquecento ma il suo attuale cortile è della seconda metà del Settecento, e di tale epoca sono per lo più gli altri palazzi,ad eccezione del palazzo Ielpo, che è dei primi anni del Novecento. Se,infatti, la fine del Seicento e l’inizio del Settecento è per Rotondella l’epoca delle Cappelle, fondate fuori dalla Chiesa Madre per opera dei sacerdoti, delle quali vi sono testimonianze sicure del tempo, la seconda metà del Settecento è appunto l’epoca dei palazzi,che alcune famiglie agiate si costruiscono come segno della loro preminenza sociale ed economica del paese. Bisogna dire che il primo palazzo costruito in Rotondella è quello baronale, che era propriamente un “castrum”, ossia un palazzo fortificato: qualcuno pretenziosamente lo chiamava castello. Esso sorge, insieme con il paese, nel 1518 per opera dei Principi di Salerno; Roberto San Severino e il figlio Ferrante: ne rimane oggi solo la torre che il Comune ha di recente acquistata e restaurata. Prima della seconda metà del Settecento, non vi era nel paese che un solo palazzo, quello ora detto di Orofino, che era stato costruito dalla Famiglia Rondinelli, quella del medico Francesco, dell’arciprete Nicola e del sindaco Prospero, al principio del secolo. Per il resto non vi erano se non case per lo più senza intonaca e di uno o due vani, con poche case dette palazziate, delle quali troviamo una descrizione in un atto notarile del 1730. Si tratta della casa che si era costruita, nei primi decenni del Seicento, il notar Guido d’Alessio e che costruì, poi, il primo nucleo dei palazzi Albisinni. Essa così veniva descritta: “Una casa palaziata consistente in sei membri,quattro suprami con una soggetta e due suttani con una cisterna e un supporto avanti, sita in contrada dove si dice la piazza dell’Olmo, confina dalla parte di sopra i beni degli eredi del quondam Giò Domenico La Guardia e dall’altra parte i beni del magnifico Gennaro Comparato e dalla parte di sotto da un lato i beni di Salvatore Russo e dall’altra parte i beni di Giulia Palmiero, via pubblica avanti, con anni carlini 17 di peso alla veneranile cappella di S. Giovanni nella Chiesa Madre”. Come si vede era una semplice casa larga non più di dodici metri e tutta situata nella via Giglio: cioè non confinava neppure con la piazza principale, che era quella dove sorge ora il Palazzo Albisinni e che era detto dell’Olmo perché vi era un olmo sotto il quale i cittadini solevano tenere i loro parlamenti per l’elezione annuale del sindaco e degli altri ufficiali dell’università (oggi Comune) o per trattare gli affari pubblici più importanti».

Bibliografia e Sitografia
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XVI sec.

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