Roma (torre delle Milizie)

CENNI STORICI

La torre si trova in Via Quattro Novembre, nell’area compresa tra la chiesa di S. Caterina e il complesso dei Mercati di Traiano. Il nome “Milizie” si riferisce alla presenza di postazioni militari romane o ad un presidio di epoca medievale. La torre venne sistemata agli inizi del XIII secolo da Papa Gregorio IX della famiglia dei Conti. Fu in seguito acquistata e rafforzata da papa Bonifacio VIII. Nel 1348 un terremoto provocò il crollo del terzo piano e il cedimento del terreno, causa dell’inclinazione della torre ancora oggi visibile. L’ampliamento della adiacente Chiesa di S. Caterina nel 1628, provocò ulteriori danni alla torre come riporta una iscrizione murata all’interno del piano terreno. Nel 1914 furono effettuati lavori di restauro e consolidamento diretti da A. Muñoz e dal 1927 fa parte del complesso dei Mercati Traianei» - «Forse la più bella tra le vestigia medioevali che è ancora possibile ammirare nella capitale, all’attento osservatore la Torre delle Milizie appare inclinata, proprio come il campanile di Pisa. Non si tratta però di un capriccio dei costruttori... Una torre pendente a Roma? Sì, esiste da secoli. Fa mostra di sé nel cuore del centro storico: è la Torre delle Milizie. La più bella, forse, delle vestigia medioevali che possono ancora essere ammirate nella Capitale. Allo stato originario, certamente, la più colossale. Questa costruzione – a detta dello studioso Costantino Maes "grandiosa per se stessa, e più per la positura elevata, su cui sorge" – s’innalza sul versante sud-est del colle Quirinale, dominando il sottostante Foro Traiano e parte della città. Di essa, però, rimangono in piedi soltanto due terzi, cioè i primi due piani ed un troncone. La sua integrità iniziale appare oggi soltanto in un affresco di Cimabue nella chiesa superiore di San Francesco ad Assisi, in una pianta di Roma risalente alla stessa epoca e in altre piante anteriori al secolo XVI. Originariamente congiunta ad un palazzo fortificato – Militiae palatium – si ergeva altissima ed isolata al centro di un complesso di fabbricati riuniti intorno ad un cortile. Una vera cittadella: una delle principali fortezze in Roma, un “quartiere” difficile da espugnare. Quanto alla denominazione di turris militiarum, la spiegazione più naturale sembrerebbe quella che la fa derivare dal termine indicante, nel secolo XIII, un “castello munito”. Tale ipotesi escluderebbe l’altra, che riconduce invece il nome alla presenza di militiae: forse di Ottaviano o, meglio, dell’imperatore Traiano, a giudicare dalla vicinanza dell’omonimo Foro. Altra leggenda, molto diffusa nell’età medioevale, legava la torre al nome di Nerone: si diceva avesse assistito, dalla sua sommità, all’incendio di Roma, cantando gli omerici versi descriventi la fine di Troia. Per questo il monumento è ancor oggi chiamato impropriamente “Torre di Nerone”: quella vera sembra piuttosto identificabile nell’antica Torre Mesa (così detta, forse, poiché dimezzata), un tempo nel giardino dei Colonna al Quirinale. Ma la fantasia popolare, scartando tale versione, continuò ad immaginare che in quei dintorni fossero esistiti i giardini di Mecenate e che, proprio dalla Torre di Mecenate, Nerone avesse contemplato lo spettacolo delle fiamme distruttrici. Sulle precise origini della Torre delle Milizie, in realtà, poco o nulla si conosce. Ma la costruzione in laterizi, simile a quella della Torre dei Conti, la fa ritenere coeva ad essa. Si pensa, dunque, che sia stata edificata nel primo decennio del secolo XIII, ai tempi di Anastasio IV (secondo alcune fonti) o di Innocenzo III (secondo altre). Non è improbabile che sia stata innalzata su fondamenta di un’antica costruzione: nel dicembre 1913, durante i lavori di consolidamento e restauro, furono rinvenute vestigia romane, con frammenti di pavimento in marmo rosso. Lo stesso Raffaello, in una lettera al pontefice Leone X, aveva convalidato questa opinione: "...scrostavano li muri antichi per tòrre le pietre cotte, e pestavano li marmi, e con essi muravano, dividendo con quella mistura le pareti, come ora si vede a quella torre che chiamano della Milizia...". Bellissima, anche a distanza di secoli, la cortina esterna di questo colosso in forma quadrangolare, sorto su una base larga ed alta, la cui ampiezza garantisce di per sé la solidità di un monumento così imponente, al punto che la sua mole, nei primi decenni, si poteva scorgere a qualche miglio di lontananza dalla città. La caratteristica peculiare, forse più interessante, della costruzione, però, talora sfugge all’occhio del frettoloso passante. In realtà, è l’unico esempio in Roma di torre pendente, a somiglianza delle celebri torri degli Asinelli e della Garisenda a Bologna e del campanile di Pisa. L’inclinazione non è dovuta ad un capriccio dei costruttori, ma ad uno schiacciamento o ad una frattura del sottosuolo, che ha creato intorno ad essa una piccola conca. Il primo ad avvertire questa particolarità – una pendenza di circa 13 gradi – fu il Maes, che, in un voto al Consiglio Municipale di Roma, il 15 ottobre 1881, a proposito, così si esprime: "Si distingue per una singolarità, che ignoro se molti abbiano notato, che – osservandola da nord-est a sud-ovest in capo al nuovo bel crocevia sulla schiena del Quirinale sopra Magnanapoli – si scorge arditissimamente divergere dalla normale, ed è pendente; onde essa è la Garisenda di Roma...". 

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

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XIII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Discreto

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