Roma (castello di Porcareccia o castello Aureo)

CENNI STORICI

È conosciuto anche come “Castello aureo”, ma il suo nome più famoso, Castello della Porcareccia, deriva dal latino porcaritia, luogo di allevamento di maiali e cinghiali. L’insediamento si trova nella zona che da via Boccea porta fuori Roma ed è collocato su uno sperone roccioso, in posizione strategica. In passato aveva sicuramente funzione di avvistamento. Prima testimonianza scritta dell’esistenza del Castello è una lapide che si trova nella chiesa di Santa Lucia delle Quattro Porte, datata 1002, anno in cui la tenuta della Porcareccia è affidata ai monaci di Monte Brianzo, nel rione Ponte. Più tardi, nel 1192, papa Celestino III dà la cura del fondo agricolo ai canonici di Via delle Botteghe Oscure. Un terzo atto di papa Innocenzo III (inizio del XIII secolo) assegna una parte della tenuta all’Ordine Ospedaliero di Santo Spirito. Dal XVI secolo in poi, l’insediamento passa in mano ai privati: le famiglie Massimo, Borghese, Salviati e Lancillotti. Dal 1932 in poi, proprietaria del Castello è la famiglia Giovenale. Il portale d’ingresso del Castello è dominato dallo stemma di papa Sisto IV. Prima di accedere al cortile interno, è possibile notare, in alto, fori passanti per una grata metallica che, all’occorrenza, veniva calata per impedire assalti e irruzioni di nemici. All’interno della struttura è possibile trovare reperti di epoca romana, come frammenti di capitelli e spezzoni di colonne. Nel piazzale interno c’è, invece, la chiesetta di Santa Maria, la cui costruzione risale al 1693, caratterizzata da un altare in legno impagliato, costruito dai prigionieri austriaci della Grande Guerra, che qui erano stati internati. Nella chiesa celebrava messa anche il giovane prete Angelo Roncalli, il futuro papa buono, Giovanni XXIII, che veniva spesso in questi luoghi per godere delle bellezze naturali. La tenuta della Porcareccia è stata anche antesignana della “guerra delle quote latte”: nel periodo di carestia si dà il massimo sviluppo all’allevamento dei suini per sfamare la popolazione di Roma, come si legge anche in una bolla di papa Urbano V del 1362. Per segnalare la presenza degli animali venivano messi dei campanelli alle loro orecchie e chiunque ne impediva il pascolo incorreva in pene severissime.

Bibliografia e Sitografia

https://www.machebellacitta.it/castello_della_porcareccia-p25249

Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XVI sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Buono

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