Reggiolo (rocca)

CENNI STORICI
«Nel centro storico di Reggiolo sorge l’imponente Rocca, creatasi intorno all’antica torre medievale (mastio) del 1242, su una modesta altura artificiale, detta “mota”, ora compensata dal rialzo della strada. La torre, circondata da un muro di cinta lungo 40 metri e che in origine non doveva superare gli 8 metri di altezza, risulta così essere il primo elemento di fortificazione del paese , eretto dai reggiani. Più tardi, quasi certamente nel XIV secolo ad opera dei Gonzaga di Mantova, l’assetto della Rocca subì sostanziali modifiche, configurandosi pressappoco come appare oggi ai nostri occhi. Sotto i Gonzaga infatti, il muro di cinta, detto “circhia”, venne innalzato fino a raggiungere i 14 metri e venne dotato di quattro torri angolari alte circa 20 metri, due delle quali, quelle rivolte a sud ovvero verso Reggio, sporgenti. L’ingresso della Rocca si apre al centro della facciata sud per mezzo di una stretta porta d’accesso, in corrispondenza della quale, si erge una quinta torre centrale; tutte le torri sono aperte verso l’interno per consentire più facilmente le manovre di mezzi e persone e sembra inoltre che fossero collegate e raccordate con il mastio centrale tramite “passerelle volanti o sospese”. Restano ancora tracce dell’antica merlatura, mentre tutt’intorno al perimetro murario correvano i camminamenti per le ronde di guardia dei soldati. La facciata sud risultava essere dunque la parte più importante e maggiormente strutturata per la difesa contro eventuali attacchi da parte dei reggiani. La sporgenza delle due torri d’angolo e la presenza di un’ulteriore torre a difesa della porta, consentivano infatti di tenere sotto tiro gli assalitori, sfruttando anche le numerose feritoie appositamente realizzate, aperte all’interno e più strette verso l’esterno. A nord invece, le torri erano in linea con le mura, protette dal fossato e rivolte verso la parte del territorio mantovano, cosa che le rendeva difficilmente attaccabili. Da un disegno riprodotto, che ricostruisce graficamente le fattezze originarie dell’intera struttura, possiamo immaginare come doveva essere il complesso fortificato nella sua massima completezza, sotto il dominio mantovano nel corso del XV secolo. La Rocca col mastio aveva all’interno un vasto spazio nel quale trovavano posto gli ambienti per i soldati, le stalle, i magazzini delle derrate, qualche casa e la sede del Governatore o del Vicario. All’esterno, la Rocca era difesa da un profondo fossato che circondava anche la parte abitata a nord, denominata “castello”, anch’essa difesa da mura e collegata alla Rocca mediante un piccolo ponte levatoio; il fossato di difesa dunque, in cui scorreva l’acqua del vicino canale Tagliata, veniva così ad assumere la forma di un grande “otto” che circondava (e separava) in tutto il suo perimetro il complesso fortificato e quello abitato. Oggi, sono ancora visibili nelle torri angolari della facciata principale, le tracce (vedi i mattoni in verticale di colorazione diversa) di un ulteriore muro di recinzione che doveva fungere da sorta di anticamera tra il portone d’ingresso e il ponte levatoio più esterno, struttura che oggi non esiste più. Nel corso del 1700, furono demolite anche le mura e le torri presenti nella zona incastellata. Dai documenti, si hanno notizie dell’intervento, nel 1472, dell’architetto fiorentino Luca Fancelli, chiamato a Mantova dai Gonzaga come collaboratore dell’Alberti e come sovrintendente ai vari cantieri aperti in città. Qui a Reggiolo, gli fu affidata la sistemazione del cosiddetto “palazzo in rocca”, con la creazione di tre sale stuccate e decorate delle quali però oggi, non rimane che un solo salone spoglio situato nella parte est della struttura. Malgrado questi lavori di restauro e di risistemazione della Rocca ad ambiente abitativo e residenziale per i Duchi, i Gonzaga, nei loro soggiorni in zona, preferirono sempre al Castello, la vicina Villa Aurelia e in generale la Rocca non ricoprì mai veramente una funzione residenziale ma, piuttosto, mantenne la sua tipologia militare. Non è da escludere inoltre che i lavori realizzati dal Fancelli, abbiano riguardato anche la creazione di documentati “passaggi segreti” sotterranei; in alcuni carteggi si accenna infatti a ingressi/uscite dalla Rocca verso Gonzaga e verso la Villa Aurelia, attestati anche da recenti lavori di scavo. Il mastio. Costruito nel 1242, è la parte più antica della Rocca. Ha un’altezza di 36 metri per una larghezza nelle pareti esterne di 11,30 metri; alla sua base, forma un barbacane di rinforzo alla struttura sporgente di circa un metro rispetto la linea delle pareti. Presenta una muratura massiccia, che parte da uno spessore di circa 2,30 metri nella parte più bassa, ma che via via si alleggerisce fino agli 1,80 metri della parte alta. All’interno vi sono sei piani, oltre al piano terra e all’ultimo piano a cielo scoperto, che possono essere risaliti mediante una scala a muro in marmo di 130 gradini, del 1400. Soprattutto nella parte interna, si possono ancora notare dei fori nella muratura che erano serviti per fissare i ponteggi nella costruzione dello stesso mastio. Inoltre, lasciate scoperte dal restauro, sono visibili, salendo la scala interna, le travi in legno di rovere che servivano per alleggerire e rendere più elastica l’intera struttura. La vita in Rocca. All’interno della Rocca, erano in genere ospitati tra i 10-15 soldati nei primi secoli, in periodo di pace. Quando la situazione si faceva critica, potevano essere una cinquantina i militari di guardia e, in caso di attacco imminente, si potevano accogliere anche 300 soldati per resistere ad un lungo assedio. Vi erano dapprima balestrieri e arcieri; poi, dal XV secolo, prevalsero gli archibugieri e i tiratori di fuoco. Pare che con il forno all’interno della Rocca, si scaldasse anche la pece, che veniva scaricata bollente sulle teste degli assalitori. Nei momenti di pericolo, vettovaglie, beni e animali, e la stessa popolazione dei borghi esterni, venivano ospitati dentro la Rocca. Quasi mai Reggiolo è stata sede di un Signore; fu infatti governata da Vicari e Commissari, che si trasferirono stabilmente qui e che a volte erano anche originari di Reggiolo. Proprio per questo motivo, la Rocca ha lasciato nella memoria, nel corso dei secoli, la tradizione non di un’oppressione, ma di una grande difesa e protezione. I restauri. Sono stati effettuati diversi interventi di restauro che hanno riguardato la Rocca. Tra i più importanti, ricordiamo quelli del 1976-1978 che hanno riguardato principalmente il mastio, e quelli del 1980-1983 che si sono occupati delle rimanenti strutture. Il terremoto del 1985, benché non avesse arrecato danni gravissimi, rese inagibile la Rocca per un periodo di circa dieci anni. Solo nel 1995 infatti, vennero intrapresi i lavori che portarono poi alla riapertura definitiva della Rocca al pubblico e ad un suo più attivo inserimento nella vita e nelle pubbliche manifestazioni della comunità».
Bibliografia e Sitografia
http://www.comune.reggiolo.re.it/Sezione.jsp?idSezione=37 https://castelliere.blogspot.com/2011/05/il-castello-di-martedi-24-maggio.html
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REGIONE

EPOCA

XIV sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Buono

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