Reggio Calabria (motte)

CENNI STORICI

«Le Motte (dal francese antico motte, "castello in posizione elevata") erano strutture militari destinate a controllare il passaggio nello Stretto. Costruite dai Bizantini furono successivamente potenziate dai Normanni, dagli Angioini e dagli Aragonesi. Nei primi decenni del '400, una dopo l'altra, tutte le Motte furono distrutte a causa delle lotte tra i reggini e gli invasori arabi che vi si rifugiavano. Anche se sono più di quattro, si è soliti identi identificare le motte reggine come le "Quattro Motte", di cui le principali sono Motta Anòmeri (Ortì), Motta Rossa (sotto Sambatello), Motta San Cirillo (Terreti) e Motta Sant'Aniceto (tra Motta San Giovanni e Paterriti), oltre a Motta Sant'Agata (tra Cataforio e San Salvatore) e il Castello Normanno di Calanna. Resti di Motta Anòmeri. È una delle quattro motte sopra la città era la Motta Anòmeri (dal greco anomeris, "dalla parte di sopra"), che venne poi distrutta. L'erede dell'antica Anòmeri è il centro di Ortì, la cui collocazione ci viene indicata da alcuni atti notarili dei primi del '600, in cui si fa riferimento alla contrada "Castelli" localizzabile sulla pianura di Monte Chiarello, dove sorgeva la Motta. Oggi è ancora visibile l'antica cisterna della fortificazione conservata all'interno di un campo da golf che sorge nella zona. Motta Rossa. Di Motta Rossa restano oggi dei ruderi sotto l'abitato della frazione di Sambatello. In epoca moderna sappiamo che in questa parte rocciosa che si erge lungo i pendii della Vallata del Gallico, durante la seconda guerra mondiale gli abitanti dei paesi limitrofi e i soldati dei vari reggimenti trovavano rifugio nelle grotte e caverne situate al suo interno. Motta San Cirillo. Del sito di Motta San Cirillo o Motta San Quirillo si erano inizialmente perse le tracce, la motta è stata scoperta ed identificata nel XIX secolo da Mons. De Lorenzo sul Monte Gonì nei pressi della frazione di Terreti. Motta Sant'Aniceto. ... Motta Sant'Agata. In prossimità delle frazioni di San Salvatore, Cataforio e Mosorrofa, si trovano i resti della Motta Sant'Agata che domina la fiumara omonima. Costruita anch'essa dai Bizantini secondo il modello insediativo del Kastron, comprendeva quindi un castello ed un piccolo borgo sottostante. Le mura di cinta sono crollate con il terremoto del 1783, ma si può presumere che il lato sulla fiumara fosse munito di fortificazioni visto che l'altro lato è protetto da colline naturali. Gli accessi erano due: dalla parte orientale, tramite la porta di terra, collegata con una parte fortificata e munita di un accesso con ponte levatoio; dalla parte occidentale, sul lato del fiume, tramite la porta di marina che si immetteva su una scalinata che, in caso di assalti, veniva mirata e colpita in diversi punti».

Bibliografia e Sitografia

http://it.wikipedia.org/wiki/Fortificazioni_di_Reggio_Calabria#Le_.22quattro.22_motte

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