CENNI STORICI
Secondo la storiografia locale la storia ufficiale di Rapolla risale al V secolo a.C. ad opera dei coloni greci che fondarono, in Italia meridionale ed insulare, la Magna Grecia. Assieme ai maggiori centri dell'epoca, Metaponto, Heraclea, Taranto, Siponto, Bari, Lucera e Troia, Rapolla si configura come una delle sentinelle greche più estreme nell'entroterra.
La cittadina è stata sede vescovile a partire dal 603, per mano di papa Gregorio I, mantenendo tale ruolo quasi ininterrottamente fino al 1528.
La città sarebbe stata dotata di mura e di un castello, costruito su una precedente rocca longobarda, da Roberto il Guiscardo, fortificazioni sempre tenute efficienti dai successori conti normanni. Nonostante tali difese il paese viene distrutto quattro volte. La prima nel 1137, durante le lotte contro Corrado III di Svevia e Lotario II, re di Germania ed Italia. La seconda distruzione avviene nel 1183 per opera del vescovo di Melfi che contende a quello di Rapolla la posizione di preminenza. Segue la distruzione operata nel 1254 da Galvano Lancia, suo signore. Infine la distruzione operata dal conte Lando nel 1381, durante le guerre tra Giovanna I, fedele all'antipapa ClementeVII, e Luigi d'Angiò re d'Ungheria, sostenitore del papa Urbano VI.
Del castello, qualora sia esistito, non c’era più traccia già verso l’inizio del XVIII secolo, come attesta la veduta contenuta nell’opera del Pacichelli nella quale è visibile soltanto la “Porta del Vagno”, ancora oggi esistente.
Oggi l’unico resto delle fortificazioni di Rapolla è costituito, oltre che dalla porta citata, da un tratto di mura con torre semicircolare riferibile al periodo angioino, che si affaccia su via Portella, sul lato ovest della cittadina, e da un altro tratto di mura a nord, ai piedi della cattedrale, che unisce altre due torri.
Bibliografia e Sitografia
P. Rescio, Tra castelli e cinte murarie di Puglia e Basilicata: un approccio archeologico, in «Capitanata», 1995-96, p. 186.
Articoli di approfondimento
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