PUGLIANELLO (castello baronale)

CENNI STORICI
  • ·  Localizzazione geografica amministrativa (provincia, comune, strada ...) Benevento, Puglianello, piazza castello

  • ·  Denominazione (palazzo, cappella, chiesa, ecc....) Castello baronale

  • ·  Datazione e attribuzione (datazione, autore, bottega, scuola) sec. 12 – sec. 20

  • ·  Descrizione planimetrica (pianta rettangolare, centrale, croce latina, ecc...) rettangolare (quasi quadrata) con torri circolari ai vertici

  • ·  Descrizione volumetrica (prospetti, corti/cortili/terrazze, gruppo scala, corpi di fabbrica, ecc...)

    corte chiusa, prospetti esterni verticali con base scarpata sui fronti verso NO e SE, ambienti organizzati su tre corpi di fabbrica rettangolari congiunti (NE, SE, NO); il fronte SO è un semplice muro di recizione che separa la corte dal giardino, esterno al complesso, a sua volta recintato. La scala imposta (asse verso NE) al vertice NO del corpo di fabbrica di NE. Coperture a falde sui blocchi più antichi; terrazze sulla parte più recente del corpo NE e sul corpo di SE.

  • ·  Materiali e tecniche (descrizione del rivestimento esterno, delle coperture, delle decorazioni, ecc...)

    Blocchi di tufo squadrati, pietrame calcareo sbozzate, blocchi calcarei squadrati come cantonali, facciate in parte intonacate, senza decorazioni, cornici marcapiano (redondone) in piperno, falde coperte con coppi laterizi

  • ·  Stato di conservazione (buono, discreto, mediocre, cattivo, pessimo)
    mediocre per le parti più recenti del corpo NE e la scala, discreto per gli altri e per le torri

    (più antiche)

  • ·  Trasformazioni e nuove destinazioni d’uso

    Grazie ad una lapide ritrovata nei pressi del Volturno e citata da Mommsen sappiamo che l'area di Puglianello fu abitata già in età romana. Le fonti tacciono fino ad un documento dell'anno 800 in

    cui è nominato un casale posto nelle vicinanze; negli anni successivi le citazioni si infittiscono (841, 856), forse anche per la vicinanza al grande centro di Telese. La persistenza ancora nel XIX secolo di molte edicole campestri induce ad ipotizzare che nel territorio gli insediamenti umani fossero piccoli e diffusi. Tra tutti si ricorda l'importante sito del castrum Marafi, abitato ancora nel 1500 che, però, nella cartografia di Rizzi Zannoni (dal 1789) ed ancora nella prima metà del 1800 era riportato come “Torre Malfi”, con lo stesso nome del vicino torrente (invece di Marafi). Il borgo di Puglianello era in suffeudo già intorno al 1150: infatti, nel Catalogus Baronum risulta dato (con l'obbligo di un solo milite) a Johannes Garardus Camerarius, valvassore di Nicolaus Frascenellus, a sua volta vassallo di Roberto dei Sanseverino di Lauro, conte di Caserta e titolare del feudo. Probabilmente la crisi sismica che nel 1349 distrusse la Telese normanna, da un lato, e la fine del potere feudale della vicina abbazia del Salvatore (dai primi del XV affidata in commenda)

causarono l'accrescimento del centro urbano attuale. Nel 1460 Puglianello appartenne a Giovanni da Celano. La successione dei feudatari successivi è ancora da ricostruire con chiarezza nella esatta occorrenza dei tempi e dei nomi a causa della discordanza delle fonti. Aldimari (1691) afferma che pervenne a Sergio Monforte conte di Ruvo per dote matrimoniale della moglie Giovanna da Celano (ma Kalefati parla di Nicola Monforte nel 1778). De Lellis (1654) afferma che, tolto nel 1464 a Giovanni da Celano per delitto di fellonia pervenne ad Onorato Caetani. Il passaggio ai De Capua riportato dal Giustiniani (1797-1804) potrebbe essere frutto di una confusione con altri feudi omonimi del Regno: Giulio Cesare di Capua, principe di Conca, ereditò il feudo ma, con tanti altri territori, dové procedere a disfarsene a causa dei debiti la gran parte dei feudi accumulati dal padre. Probabilmente fu acquistato intorno al 1616 dai Paolella. Fu decimato nella popolazione durante la peste del 1656 tanto che il vescovo di Telese Moja nel 1667 decretò la soppressione della parrocchia, che non ebbe esito per le proteste del barone. Per il matrimonio di Emilia, ultima erede dei Paolella, pervenne a Francesco Rinaldo, membro dell'importante famiglia capuana, e padre nel 1712, del celebre letterato e storico Ottavio nato proprio nel castello di Puglianello. Forse già alla morte di Ottavio nel 1773 e comunque prima del 1782, i Martino de Carlos di Capua detennero il titolo baronale, fino alla devoluzione della feudalità (1806). Nel seguito aggiorno la scheda da me pubblicata nel 2008 e ripresa in più punti dal testo di F. Creta apposto davanti al castello nel 2015. Allo stato attuale degli studi, è impossibile riconoscere con certezza le strutture più antiche del XV secolo negli edifici che oggi costituiscono il castello. Il che potrebbe essere giustificato dalla pressoché totale ricostruzione avvenuta forse in seguito al sisma del 1349 o a quello matesino del 1456. L'impianto attuale è tipicamente rinascimentale: pianta quasi quadrata a corte chiusa, con quattro torri angolari a pianta circolare. Proprio il corpo di fabbrica verso Alife e Marafi (NO) conserva interessanti indizi di una primitiva costruzione medievale: la bassa torre rettangolare, appena sporgente dalla cortina, è difesa da cannoniere e feritoie e mostra una struttura muraria ben organizzata (cantonali in tufo perfettamente squadrati). Ciò induce ad ipotizzare che l'accesso originario fosse su questo lato, in corrispondenza del rafforzamento della cortina costituito dalle due torri di nord-est e di sud-ovest che hanno un diametro maggiore in pianta. D'altra parte, la principale via di comunicazione del territorio nel corso dei secoli (ed almeno dall'età romana) procedeva da Venafro per Alife ed, attraverso Telese, verso Benevento lambendo il castello prima di risalire verso San Salvatore – Telese. Solo la torre di nord, la più grande e meglio conservata, mostra perfettamente la base troncoconica e l'alzato cilindrico, con il redondone in tufo a separazione delle due parti, tracce di saettiere e di archibugiere. Le basi delle altre torri sembrano modificate per ottenerne la attuale forma cilindrica. Le pareti delle cortine verticali mostrano, in qualche caso, anch'esse una base scarpata, ben conservata solo sui fronti verso NO e SE; su questo lato dei doccioni in pietra potrebbero essere residui di costruzioni precedenti. La cortina di NO fu rialzata ed adattata a palazzo baronale probabilmente già tra fine XVI e primi XVII secolo, epoca cui potrebbe datarsi la scala di accesso al piano superiore. La facciata ed i corpi di fabbrica di NE e di SE sembrano esito della trasformazione in villa rustica avvenuta a partire dagli anni 1870. I lavori di fine Ottocento condussero al probabile ribaltamento dell'ingresso originario, realizzando il portone attuale e il lungo androne voltato di accesso al cortile. Il cortile fu molto ridotto in superficie per la realizzazione dei vasti vani voltati verso NE e SU che hanno pesantemente alterato la volumetria della struttura. Sul primo livello (piano nobile) del prospetto verso la corte di questi ambienti sono conservate tre cornici lavorate in tufo grigio, tipiche del tardo rinascimento meridionale (1550 –1630).

Bibliografia e Sitografia

https://ecomuseodellamemoria.altervista.org/wp-content/uploads/Castello_Puglianello_AssCultAveGratiaPlena.pdf

· Fonti bibliografiche
P. Di Lorenzo (2008, 2016), Il castello di Puglianello, http://www.trionfo.altervista.org/Monumenti/puglianello.htm
F. Creta (2014?), Il castello di Puglianello, progetto Mirabilia (totem turistico)
G. Mongillo – A. M. Lavorgna - A. Mongillo (2015), L'erezione del Comune autonomo in Puglianello.
M. A. R. Kalefati (1778), Dissertazione istorico-critica della famiglia Monforte

B. Aldimari (1691), Memorie historiche di diverse famiglie nobili
C. De Lellis (1654), Discorsi delle Famiglie Nobili del Regno di Napoli L. Giustiniani (1797 – 1804), Dizionario geografico del Regno di Napoli.

Articoli di approfondimento

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