Portici (reggia)

CENNI STORICI
La storia racconta che la reggia di Portici fu voluta da Carlo di Borbone, allorquando i sovrani, invitati dal principe di Elboeuf Emanuele Maurizio di Lorena, a trascorrere una giornata nel suo palazzo di Portici, si innamorarono del luogo e decisero di costruirvi la loro residenza estiva. La direzione dei lavori fu affidata al romano Canevari mentre per decorare le sale furono chiamati pittori tra i quali Giuseppe Bonito. I lavori della Real Villa terminarono nel 1742 ma, rivelatasi insufficiente ad ospitare tutta la corte, molte famiglie aristocratiche, per star vicino ai sovrani, acquistarono o fecero costruire ville nei dintorni, creando quel patrimonio artistico caratteristico dell'area, noto come Ville Vesuviane. Per le sculture della Reggia e le statue che furono messe nel parco, affidate al Canart, furono realizzate in marmo di Carrara, a parte le colonne antiche che furono tratte da antiche basiliche. Originariamente la Villa aveva una pianta quadrata: l'ala verso il mare e quella verso il Vesuvio furono aggiunte nel periodo francese. Presenta una superba facciata con ampie terrazze e balaustre ed è costituita da una parte inferiore ed una superiore, divise da una piazza che in realtà è il cortile del palazzo, attraversata dall'antica strada delle Calabrie, attualmente viale Università. Sulla sinistra l'antica Caserma delle Guardie Reali, oltre alla cappella Palatina del 1749, costruita dove prima era il vecchio teatrino. Dal vestibolo si accede al primo piano attraverso un magnifico scalone lungo il quale, in alcune nicchie, si ammirano statue provenienti da Ercolano; anche per i pavimenti di alcune stanze furono usati mosaici provenienti dagli scavi delle cittadine vesuviane. Al primo piano troviamo la Sala delle Guardie e quella del Trono, che ancora conservano parte delle decorazioni originarie; da ammirare, poi un gabinetto Luigi XV ed un altro cinese con pavimentazione proveniente da Ercolano. Tra le realizzazioni più preziose, ricordiamo il salottino di porcellana della Regina Maria Amalia, splendido esempio della perfezione raggiunta dalla Real Fabbrica delle Porcellane di Capodimonte: attualmente si trova presso il Museo di Capodimonte a Napoli. Una delle meraviglie del parco è stata la realizzazione del maestoso parco, dolcemente degradante verso il mare, suddiviso in inferiore e superiore. Quest'ultimo, caratterizzato da lunghi viali, è in effetti un giardino all'inglese: notevole è la fontana delle Sirene, una statua di scavo raffigurante la "Vittoria", il "Chiosco" di re Carlo, con un tavolino con mosaico, la fontana dei Cigni e la statua di "Flora", anch'essa di scavo; vi è poi un anfiteatro a tre ordini di scale. La Reggia aveva anche il belvedere della Regina con fontane e statue. Nel parco, ancora i resti dell'antico gioco del pallone e una riproduzione della fortezza di Capua che nasconde la Capanna dei Canguri; nel bosco, infatti, fu realizzato nel 1742 uno zoo con animali esotici, tra cui un elefante regalato a re Carlo dal sultano Mahmud, per il quale fu pubblicato anche un opuscolo, Dissertazione dell'Elefante, del 1766.
Bibliografia e Sitografia
https://fondoambiente.it/luoghi/reggia-di-portici?ldc https://www.comune.portici.na.it/c063059_s/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/26
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XVIII sec.

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