CENNI STORICI
«Non si hanno notizie storiche certe, ma si pensa che in origine il Castello sia nato come cenobio basiliano - data l’amena e dominante posizione su uno sperone roccioso alto oltre 100 metri - (forse XII secolo). In questo periodo erano frequenti le incursioni saracene: è probabile che il monastero sia stato prima inglobato in un sistema difensivo. Fu poi ampliato e trasformato in castello (nei secoli XVI-XVII) ad opera dei feudatari che si alternarono al potere. La parte più antica la possiamo vedere sul lato nord-ovest, con i grossi muri esterni tipici delle fortezze. Qui attorno si coagulerà via via il resto dell’edificio e l’abitato. Al XVI secolo risalgono le vasche della parte dell’edificio adibita a frantoio. Nel XVII secolo sono state aggiunte le stanze che si affacciano sul giardino. Nel XVIII secolo sono state aggiunte la terrazza sul fiume Precariti e i sottostanti magazzini e cantine, ad opera dell’ultimo feudatario Alessandro Clemente. Dopo il terremoto del 1783 furono apportate altre modifiche che hanno reso la struttura più signorile, attenuandone il carattere di struttura puramente difensiva. Con il declino del feudalesimo il castello fu abbandonato dagli antichi proprietari, e cominciò ad essere abitato da 20-30 famiglie che lo adeguarono alle loro esigenze. Questo stato di cose è durato fino agli anni ’50 (l’alluvione del 1951 lo ha reso inabitabile); in seguito è stato continuamente espoliato e privato di molti materiali da costruzione. Percorrendo la strada principale è ancora oggi facile individuare alcuni elementi in granito, asportati dalla struttura e posti come decoro di porte e finestre. Negli anni ’60-‘70 solo lo scheletro era rimasto intatto. Il restauro degli ultimi anni ha riportato il complesso all’antico splendore. Il palazzo comprende oltre 40 ambienti, disposti su 4 piani. La scalinata esterna da cui si accede alla struttura è stata costruita in tempi recenti. La porta principale, ad arco, introduce attraverso un corridoio ad una rampa in granito che un tempo consentiva l’accesso ai cavalli. Si raggiungono così i piani superiori e la terrazza sul Precariti, che oggi, a causa della forte erosione del costone sud-ovest, è uno strapiombo».
Bibliografia e Sitografia
http://www4.asmenet.it/opencms/opencms/asmenet/placanica/Turismo_info/info_turistiche.jsp?it_codice=3158&categoria=13&ln_codice=1&pagina=1&anteprima=null
Articoli di approfondimento
CITTÀ
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REGIONE
EPOCA
XII sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Restaurato
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