Pimonte (resti dei castelli di Pimonte e Pino)

CENNI STORICI
Castello di Pimonte. Localizzato all’estremità della collina Belvedere, oggi è un rudere del quale è ancora leggibile la pianta di forma quasi rettangolare, con parte della recinzione, aperta nell’angolo sud-Ovest dove era posizionato l’unico ingresso. Della Torre, che occupava l’angolo Sud-Est delle mura, resta ben conservata la parte bassa, dalla quale si evince l’originaria forma tronco-conica. A quest’ultima, che fu probabilmente il nucleo primitivo del fortilizio, si addossano i ruderi del portico del monastero: quattro archi acuti e volte a crociera. Il portico era aperto verso l’ingresso del castello e chiuso sul fondo. I ruderi esistenti mostrano un raro esempio di aggregazione tra una castello medievale ed una struttura monastica. Le prime notizie sul castello risalgono al XIII secolo. Gli storici presumono, dalle ricerche e dalle frammentarie notizie riportate, che in quel luogo vi era una cinta muraria fortificata che serviva per gli alloggiamenti dei soldati impegnati nelle operazioni difensive; nell’area, il ducato di Amalfi aveva già antecedentemente realizzato i Castelli-Villaggi nei territori di Gragnano, Lettere e Pino. Le motivazioni alla base della scelta del luogo furono: la posizione doveva essere dominante e soprattutto il castello doveva essere collegato visivamente con gli altri del territorio. La costruzione essendo sprovvista dei necessari mezzi atti a sostenere gli attacchi con le artiglierie d’assedio, fu, già dal XVI secolo, destinato ad altri usi. I monaci agostiniani edificarono all’interno della cinta il loro monastero, edificando un secondo muro di recinzione ed utilizzando in parte le strutture esistenti, come la torre del fortilizio dalle probabili funzioni di avvistamento, che divenne torre campanaria. I padri Domenicani ai avvicendarono agli agostiniani sin dal 1566 e vi restarono per quasi un secolo, fino a quando Papa Innocenzo X, soppresse il convento nel 1652. Castello di Pino. Nell’antica località ove sorgeva il Castello di Pino di cui si scorgono i ruderi di muretti a secco e terrazzamenti che si trovavano negli orti e nei poderi coltivati a vigneto come si evince da documenti risalenti all’epoca medievale. La struttura difensiva si componeva di una possente cinta muraria che proteggeva il nucleo abitato, di un fortilizio e annesso torrione. Le basse mura che scorgiamo sono quelle che, sia per la posizione addossata al pendio che per la fitta vegetazione che le ha in parte coperte si sono meglio conservate. Emergono, all’interno di quel che rimane del circuito murario, i resti di una possente muratura: il torrione, quello che intravediamo è l’angolo occidentale e parte del basamento perimetrale. Interessanti sono i resti di mura che individuano ambienti, cisterne e tratti di pavimento realizzato in cocciopesto. La fondazione del castello di Pino, come si evince da un documento del XVII secolo, risale al 949 da parte del ducato Amalfitano che aveva esteso il suo territorio fino al versante Est dei Monti Lattari. Fu edificato isolato su una collina a circa 570 mt. s.l.lm., sull’antica strada dal valico Pini-Agerola. La costruzione continuò ad assolvere la sua funzione strategica anche dopo il periodo amalfitano; documenti risalenti all’epoca sveva, datati tra il 1241 e il 1245, riportano di un intervento di riparazione del Castello. Il periodo angioino fu determinante per la vita del castello-villaggio, infatti, con lo spostamento del centro politico ed economico verso Castellammare, l’abitato andò in crisi e molte famiglie lo abbandonarono per spostarsi nei centri vicini. Nel XV secolo, Pino era disabitato ma le sue tre chiese ancora officiavano. Oggi restano i ruderi del castello-villaggio.
Bibliografia e Sitografia
https://castelliere.blogspot.com/2016/04/il-castello-di-martedi-26-aprile.html
Articoli di approfondimento

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EPOCA

XIII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Rudere

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