CENNI STORICI
Dell'antico maniero restano una parte della cinta muraria, la porta di accesso rivolta verso sud, un torrione ed il maschio. Oltrepassata la volta il terreno degrada a scarpata sulla sottostante vallata del Bidente. Sulla sinistra si può ancora ammirare il potente torrione circolare.
Sul lato esterno della porta è ancora ben visibile uno stemma in arenaria portante l'incisione "A.D. 1595".
All'interno della mura, su un poggetto svetta ancora imponente la torre a pianta quadrata (metri 5X5) ed alta circa 10 mt. Alla base della torre, sul lato rivolto a sud è presente un'apertura a forma di arco.
Dalla relazione del Card. Anglico (1371): «È in una costa sopra un'altissima ripa sul fiume Acquedotto. La strada che va in Toscana passa tra il castello e il fiume, sicchè il castello stesso chiude così la strada che in nessun modo vi si può passare contro la volontà dei padroni del castello, in cui vi è una rocca ed una torre fortissima che si custodiscono a richiesta dell'abate di Galeata. Presso il castello v'è un borgo in mezzo al quale passa la suddetta strada. Il castello è atto alla guerra ed ha 23 focolari. In vicinanza c'è la villa di Valfrancia con focolari 3».
Le origini del castello non sono note, probabilmente esisteva già in epoca romana a protezione dell'antica città di Mevaniola. Notizie si hanno dall'anno 1209 quando (secondo Leandro Alberti) sembra sia stato dato in dote a Gualdrada, sposa di Guido il Vecchio, discendente da Guido (nipote dell'imperatore Ottone) e capostipite della famiglia dei Guidi.
Nel 1277 passa sotto il dominio dei Fiorentini per opera di Guido Selvatico di Romena, e nel 1316 torna in possesso degli abati di S. Ellero.
Tornato sotto il dominio di Firenze nel 1424, ed occupato da Federico da Montefeltro nel 1527, vide anche il passaggio del Borbone diretto al sacco di Roma nel 1527.
Nei secoli successivi perse progressivamente di importanza e fu abbandonato.
Così lo descrive il Repetti nel Dizionario della Toscana, volume IV, del 1841: «La semidiruta rocca di Pianetto esiste sul risalto di un poggio situato alla sinistra della strada rotabile che da S. Sofia guida a Galeata.
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