Parma (mura, porte)

CENNI STORICI

LE MURA. Con l’aumentare del numero degli abitanti la città dilatava i suoi vecchi confini tanto da organizzare più avanzate difese senza, tuttavia, distruggere le antiche. Questi nuovi confini evidenziano il cammino urbanistico della ‘civitas’, mostrano l’evolversi dei sobborghi lungo il decumano, asse fondamentale per il transito, e il susseguente ruotarsi a ventaglio della rete viaria, dei borghi e della nuova cinta. L’ordine temporale del posizionamento dei circuiti murati presenta la seguente sequenza: 1100; 1169; 1178; 1210; 1230; 1261; 1262-1303. Nel 1100 il tracciato è limitato al solo quadrante orientale alla destra del torrente. Nel 1169 il Comune, dopo il consolidamento del suo pieno diritto all’autogoverno, in competizione prima col vescovo e poi con l’imperatore, deliberò di cingere parte della città con un “terraglio” che inglobasse alcuni borghi e i monasteri di San Paolo, San Giovanni Evangelista, San Sepolcro, che erano sorti a nord e ad est, racchiudendo cosi anche il Duomo ed il Palazzo vescovile. Il termine “terraglio” corrispondeva ad un sopraelevamento di terreno, come un argine tolto dalla fossa scavata ai suoi piedi, sul quale venivano impostate ulteriori opere di protezione, che erano quasi tutte in legno, composte da palancati, bertesche, torrette e corridoi. La grossa alluvione del 1177 distrusse completamente il lato ovest della cinta muraria, per arginare i danni causati dagli straripamenti dei torrenti Taro, Enza e Parma e riassettare gli sconvolgimenti idrografici del comprensorio, si affrontarono imponenti opere di colmatura che portarono al livellamento della cosiddetta “fossaccia” formatasi con la deviazione della Parma nei pressi della Ghiaia. Nel 1212 vennero notevolmente ampliate in Capo di Ponte le fosse tanto da comprendere la chiesa di Santa Croce (eretta nello stesso momento lungo il decumano) e l’ospedale-xenodochio di Rodolfo Tanzi (fondato nel 1201 in Borgo Taschieri oggi Borgo Pietro Cocconi). Vicino alla chiesa di Santa Croce venne impostata, con travi e tavole “a guisa di bertesca” una Porta che da essa trasse il nome. Attorno alla vecchia fossa, che venne abbandonata si formò un Borgo che si chiamò “delle fosse”. Il nuovo perimetro procedeva a sud, pressappoco, da Santa Croce per l’attuale Via Cocconcelli, lambiva la chiesa di San Giuseppe e giungeva al “Ponte di Donna Egidia”; a nord non si allontanava di molto dal decumano e dall’attuale Borgo Santo Spirito. Anche le rimanenti fosse della città vennero riattate, specie nei pressi di Porta San Michele dell’Arco e venne emanata un’ordinanza che vietava, probabilmente per ragioni economiche e fiscali legate alla”civitas”, qualsiasi costruzione al di fuori di esse. ... Dal 1262 la cinta della città rimase tale per tutto il rimanente periodo comunale. Urbanisticamente vennero modificate strade, rifatti ponti e rafforzate le opere fortificate. Nel 1276 straripò il torrente inondando alcuni borghi e danneggiando i ponti, ancora in legno, di “Galeria” e di “Donna Egidia”. Due anni dopo il Comune decretò che venissero rifatti in pietra e mattoni, entrambi furono finiti nel 1283-84. Il Ponte dei Salari venne, invece, distrutto dall’impeto del torrente nel 1287 e ricostruito l’anno seguente. Nel 1277 venne ampliata la Strada Claudia, dal Portico di Santa Cristina sino al Portico di San Vitale, in “recta linea” e venne fabbricata per la terza o quarta volta la “Porta di San Barnaba”. Nel 1284 venne edificato un muraglione lungo il torrente dopo la “chiesa di Santa Maria del Tempio”, affinché l’acqua non distruggesse gli edifici ed alzandosi non entrasse nella città e la allagasse. Per tutelare le entrate daziarie furono fabbricate due torri sulle due sponde del torrente, affinché non venissero condotte fuori mercanzie e prodotti senza licenza del Comune. Nel decennio seguente vennero rifatte in muratura le Porte di Sant’Egidio, di Benedetta e di San Barnaba, nei pressi di quest’ultima ne venne aperta un’altra: la “Porta di San Mattia”; venne eretto un muro dal Ponte di Donna Egidia al Ponte di Pietra; inoltre tutte le fosse vennero approfondite fino a dodici braccia (circa 6 metri). LE PORTE. La porta si qualifica come elemento di passaggio ben protetto e difeso, tatticamente inserito nel sistema fortificato delle mura avvolgenti la città. Nel medioevo si diffonde particolarmente un tipo di porta a vano rettangolare architravato con arco superiore di scarico e lunetta talora decorata. Vengono ovunque sperimentate nuove tipologie, dove i portali che incorniciano i punti di passaggio evidenziano la solidità della struttura muraria più che non il gioco distributivo o l’articolazione del sistema di penetrazione nello spazio urbano. Nei secoli XI-XII la porta è posta talora in una rientranza delle mura e nella cortina fra due torri come già in epoca romana. È però sempre il punto debole di ogni fortificazione, verso di essa infatti, erano rivolti gli attacchi. Tra il XII e il XIII secolo, l’ordinamento difensivo muta radicalmente, tanto da costituire generalmente un fortilizio in grado di difendersi autonomamente. Sono ormai superate le porte sormontate da torre, per una maggior difesa vennero innalzati, all’esterno, barbacani e altri ostacoli, vennero innalzate, vicino alle porte le “antiporte” o “pivellini”, le torri laterali vennero ravvicinate formando con la porta un unico corpo difensivo. A partire dal Quattrocento le porte di città e anche quelle delle fortezze, pur conservando la sobria severità richiesta dal loro carattere militare, si abbelliscono di riquadrature e cornici di pietra e di altre decorazioni pittoriche e architettoniche con stemmi e targhe. Insieme ai santi protettori e agli stemmi araldici, comparvero sculture o dipinti raffiguranti eroi o soggetti allegorici (come nella porta di San Francesco). Alle immagini scolpite si aggiunsero, sugli architravi o sugli stipiti, motti ispirati alle gloriose imprese o iscrizioni rievocanti il nome del principe fondatore dell’opera. La porta è ornata in relazione alla sua funzione, presentata più o meno ornata e “abbellita”, a volte come rude fortilizio, altre volte come fastosa entrata di città o di ricca dimora signorile.

Bibliografia e Sitografia

https://it.wikipedia.org/wiki/Architetture_militari_di_Parma

Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

IV sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Rudere

AUTORE DELLE AGGIUNTE / CORREZIONI

SITO UFFICIALE

IMMAGINI

Previous Image
Next Image

info heading

info content


Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.